C'era una volta... la paura

Conosciamo molte fiabe attraverso versioni meno crude dell’originale. E anche meno efficaci
November 22, 2025
Un bimbo legge una fiaba nel su letto, al buio: l'illustrazione pubblicata su Popotus
L'illustrazione pubblicata su Popotus
La classe è immersa nella penombra. Mentre sulla lavagna luminosa scorrono le illustrazioni tenebrose di Lorenzo Mattotti per un albo di Orecchio Acerbo, la maestra legge. La fiaba è tra le più nere dei Grimm, Hansel e Gretel: bambini traditi e abbandonati nel bosco oscuro dai genitori dove conosceranno un’avventura spaventosa nella casina-trappola della strega cattiva. Potrebbe esserci qualcosa di peggio? La maestra Enrica sa come modulare la voce, rallentarla, abbassarla e alzarla quando occorre. L’attenzione e la suggestione sono forti, le emozioni palpabili. E c’è chi dichiara sorpreso: «Questa storia la conoscevo già, ma non così». Maestra a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, Enrica Buccarella spiega che «le fiabe sono molto di più della loro trama. Sono le parole, se il testo che leggiamo è accurato, sono il calore e le emozioni che ci sono dentro a muovere i sentimenti e a portarci dentro la storia. Sono le parole delle donne che anticamente raccontavano, con un misto di amore e crudeltà storie spaventevoli, così inverosimili e insieme così vere da togliere il fiato. Storie senza tempo che continuano a piacere perché fanno leva sul desiderio, che è grande nei bambini, di conoscere la verità sul mondo»
 Un racconto fantastico di cose irraccontabili
Se non raccontano l’attualità, come fanno le fiabe a essere storie vere? Come ha potuto Cappuccetto Rosso uscire viva dalla pancia del lupo? O il piccolo Buchettino considerato uno stupidotto in famiglia a ingannare l’Orco e salvare tutti? Spiega Enrica Buccarella che la bellezza e la grandezza della fiaba sta proprio qui: «Nell’essere il racconto fantastico del mondo e della verità, anche delle cose indicibili, che si fatica a raccontare. La morte, la cattiveria, la crudeltà, l’ingiustizia, l’abbandono, le sconfitte, la paura. Emozioni e situazioni che fanno parte della vita». Le fiabe non insegnano strategie, invece ci portano dentro un mondo antico e senza tempo dove tutto può succedere. «Chiedono di sospendere i dubbi e l’incredulità – prosegue – e accettare il racconto senza spiegazioni. È vero, succedono cose negative e malvagie, ma poi si rimedia. I cattivi, l’orco, la strega, il lupo, si possono sconfiggere. Si può avere paura ed essere coraggiosi. Sperimentando le emozioni dei protagonisti, le fiabe ci permettono di allenarci a controllare le nostre. Ad affrontare dolori, rifiuti, abbandoni e sconfitte con la forza di resistere, reagire e combattere. Salvarsi e salvare gli altri». Anche se si è bambini, si può fare.
 Meglio evitare le riduzioni dei classici
Libri belli, albi originali tradotti e illustrati con cura o riscritti sì ma da autori che possono anche ribaltare le fiabe facendolo con arte. Ecco cosa bisogna cercare, soprattutto ora, con il Natale alle porte e le fiabe tornate in primo piano. In libreria è facile riconoscere gli albi più raffinati, quelle meraviglie per gli occhi che catturano persino i non lettori, grazie alle tavole realizzate da illustratori talentuosi. Quelli che a scuola in genere non si trovano e arrivano solo se sono gli insegnanti a portarli. La maestra Enrica mette in guardia: «Diffidate delle riduzioni che sono semplicemente modesti riassunti delle fiabe ridotte a trame senza valore letterario, private di quella quella lingua speciale capace di evocare le emozioni. Di allontanare il presente, il reale e il concreto per precipitare chi legge o chi ascolta oltre lo specchio, come Alice dentro il paese delle meraviglie» .
Stessi protagonisti per una storia nuova
Due fuoriclasse per “Hansel e Gretel” (Adelphi; 22 euro). Ispirandosi alle illustrazioni di Maurice Sendak (indimenticabile autore de “Nel paese dei mostri selvaggi”) per un’opera teatrale, Stephen King, maestro del genere horror, riscrive la fiaba dei fratelli Grimm. Con un racconto che esalta la mostruosità della strega ruba bambini e della sua casa trappola mascherata di dolcezze. Fabian Negrin con la sua originalità scrive e illustra dodici “Cappuccetti Rossi” (Giunti; 22 euro). Dodici variazioni sul tema in cui gli ingredienti si mischiano dimostrando che le fiabe sono sempre uno scrigno piene di perle: i protagonisti sono sempre quelli – Cappuccetto, il lupo, la nonna e il cacciatore – ma niente va come sappiamo. Tratto dalla raccolta “Versi perversi” questa versione spassosa “Cappuccetto Rosso e il Lupo” (Salani; 13,90 euro) contiene tutto lo humor nero di Roald Dahl. Il Lupo fa la su parte mentre Cappuccetto userà la sua arma segreta.

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