giovedì 19 gennaio 2023
Il World Cooperative Monitor conferma la tenuta: tra i "top 300" ci sono 14 gruppi italiani
La resilienza delle cooperative di fronte alle crisi globali
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In un contesto generale che conferma la resilienza del sistema cooperativo di fronte alle crisi, da quella pandemica alle difficoltà scatenate dal conflitto russo-ucraino, le grandi realtà italiane mantengono un ruolo da protagoniste e un peso specifico considerevole, testimoniando una spiccata capacità di attivare risorse e salvaguardare i livelli occupazionali. Nella nuova classifica del World Cooperative Monitor, l’indagine realizzata dall’Alleanza internazionale delle cooperative con il supporto scientifico di Euricse che da oltre un decennio analizza dimensioni e caratteristiche dei primi 300 gruppi a livello mondiale, le coop italiane sono passate da 13 a 14 unità con un valore complessivo della produzione di 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato globale. Sul fronte nazionale, si segnala l’ingresso in classifica al 293esimo posto di Manutencoop. Dal 2018 l’organizzazione ha però avviato un processo di transizione verso un modello di società per azioni con la denominazione di Rekeep. I ricercatori hanno incluso comunque la cooperativa nella classifica (dati 2020) sulla base della deliberazione della “holding” che è del 2022: «A decorrere dal 1 febbraio 2022, a seguito della deliberazione dell'Assemblea straordinaria dei Soci del 27 novembre 2021 ed al completamento degli adempimenti relativi al processo di trasformazione in ottemperanza alle disposizioni di legge applicabili, Manutencoop Società Cooperativa ha cambiato forma giuridica, diventando una società per azioni e ha assunto la denominazione Msc Società di Partecipazione tra Lavoratori Spa». Ora Msc è la società che controlla il Gruppo Rekeep e coordina Reekeep Spa.

Restano sostanzialmente invariati rispetto alla precedente edizione del report i piazzamenti di Conad (26esimo posto, in cima alla graduatoria dei gruppi italiani) e Coop Italia (29esimo posto). A completare le presenze italiane tra i “top 300” ci sono Reale Mutua, Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Cattolica Assicurazioni, Gruppo Cassa Centrale, Agricola Tre Valli, GESCO, CEF, Granlatte, Gruppo ITAS, Unione Farmaceutica Novarese, SACMI. Guardando ai singoli settori, in ambito servizi Manutencoop è seconda, seguita da Coopservice, terza, F.A.I. Service, sesta, CNS, ottava e CIR Food S.C, nona. Nel commercio troviamo Conad e Coop Italia rispettivamente settima e ottava, mentre tra le industrie il gruppo SACMI - Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola - è all’ottavo posto. Nel settore finanziario il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è al nono posto.

A livello globale, invece, sul podio troviamo i due istituti bancari Groupe Crédit Agricole (Francia) e Cooperative Financial Network Germany – BVR (Germania), rispettivamente al primo e terzo posto; secondo è il gruppo REWE group (Germania) che opera nella grande distribuzione organizzata.

Il fatturato complessivo delle 300 più grandi organizzazioni cooperative ha toccato nel 2020 2.171 miliardi di dollari: il settore assicurazioni (101 imprese) rappresenta la fetta più consistente, poi seguono quello agricolo (100 imprese), e quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (59 imprese). La maggioranza delle organizzazioni in classifica si trova nei Paesi industrializzati: gli Stati Uniti sono presenti con 71 imprese, la Francia con 42, la Germania con 31 e il Giappone con 22.

Il World Cooperative Monitor presenta anche una classifica di fatturato in relazione al Pil pro-capite, con il proposito di mettere in relazione i dati economici con l’effettiva ricchezza di ogni singolo Paese. In questa seconda graduatoria le prime due posizioni della Top 300 vanno a due cooperative agricole indiane, IFFCO e la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation, rispettivamente prima e seconda, mentre la francese Groupe Crédit Agricole è terza.

Le buone performance che si registrano in vari angoli del pianeta dimostrano la validità del modello cooperativo, in particolare in questa fase di crisi. «I tempi stanno cambiando e l'emergere di economie incentrate sulla persona, sulla condivisione delle risorse, sull'efficienza delle medesime e sulla sostenibilità è una tendenza tutt'altro che transitoria – sottolinea Mario Diani, presidente di Euricse -. I dati contenuti nel rapporto testimoniano la capacità delle grandi cooperative di attivare risorse importanti in momenti di grande difficoltà». Alla luce delle iniziative a livello internazionale (dalla raccomandazione dell’Ocse al piano europeo ad hoc) che stanno dando sempre più risalto e visibilità all’economia sociale, evidenzia il segretario generale di Euricse, Gianluca Salvatori, diventa sempre più rilevante che questo modello «sia riconosciuto anche per l’importanza che ha in termini di dimensioni».

Nel report, infine, un capitolo specifico viene dedicato al tema della digitalizzazione e viene dimostrata una spiccata capacità da parte delle realtà cooperative di utilizzare gli strumenti tecnologici più innovativi per consolidare e rafforzare alcuni principi tipici di questo modello socio-economico, dalla partecipazione al coinvolgimento dei soci. Per l’Italia viene citato in particolare il progetto “Cooperazione Digitale” promosso dall’Alleanza delle cooperative con il supporto di Google.org con l’obiettivo di mettere nelle condizioni tutte le aziende cooperative e del Non profit (soprattutto quelle più vulnerabili) di cogliere le opportunità offerte dal digitale.


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