«Vuole sapere qual è il più trascurato dei fattori economici? Molto semplice: la libertà», dice Grammenos Mastrojeni, ma subito si capisce che in quella semplicità si nasconde un trabocchetto. Lo studioso non si riferisce infatti alla libertà d’impresa e neppure alla visione eroica, a metà tra superomismo e darwinismo, che fa dell’economia un campo di battaglia dal quale esce vincitore il più forte o il più adatto. «La vera libertà di cui oggi abbiamo bisogno – puntualizza Mastrojeni – è la consapevolezza dei nostri limiti. Solo se impariamo a conoscerci in profondità possiamo evitare di diventare schiavi dei pregiudizi improduttivi, dei luoghi comuni, degli idoli». Docente di Ambiente e Geostrategia in diverse università, Mastrojeni parla da Barcellona, dove attualmente ricopre la carica di segretario generale aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo. È stato tra i primi a occuparsi in modo scientifico della correlazione tra cambiamenti climatici e crisi umanitarie, non si è mai sottratto all’onere della divulgazione e ora, con il suo nuovo libro, propone la sintesi di un pensiero che è nello stesso tempo innovativo, ecologista e molto, molto conveniente per tutti. Il volume si intitola Effetti farfalla (Chiarelettere, pagine 186, euro 15,00) e si richiama, tra l’altro, al movimento di opinione avviato dal sito italiachecambia.org. «Davanti alle sfide che ci attendono la prospettiva è necessariamente globale – ammette –, ma proprio per questo occorre cominciare dal piccolo, dalle abitudini di tutti i giorni». L’alimentazione, l’abbigliamento, la mobilità, la gestione dei rifiuti e, più in generale, le buone pratiche del "voto col portafoglio" sono le direttrici lungo le quali si muove il ragionamento di Effetti farfalla, alla ricerca dei gesti, in apparenza irrilevanti, dai quali può scaturire una trasformazione radicale degli assetti economici e sociali.