mercoledì 19 maggio 2021
Un bando per 100 borse di studio, da 500 euro l’una, per gli iscritti agli istituti per la formazione terziaria
Habacus: startup che sostiene i giovani talenti degli Its
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Per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono un «pilastro educativo», tanto da ricevere 1,5 miliardi del Recovery Fund, venti volte il finanziamento di un anno pre-Covid, mentre secondo il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, «devono essere la chiave di volta per ripensare tutto il sistema» d’istruzione nazionale. Ora, gli Istituti tecnici superiori (Its) sono al centro anche di un innovativo progetto di sviluppo del mercato dei capitali, legato al finanziamento dei giovani talenti da inserire nel mondo del lavoro, lanciato da Habacus, startup che opera nel campo della finanza a servizio dell’istruzione. A dicembre, Habacus ha lanciato un bando per 100 borse di studio, da 500 euro l’una, a 100 studenti iscritti a uno dei 104 Its attivi sul territorio. La risposta è stata massiccia, tanto che il numero di richieste di certificazione per ottenere il finanziamento è aumentato di venti volte rispetto al periodo antecedente la pandemia. Segno che c’è una domanda che ancora non trova adeguata risposta, anche a causa di un mercato dei capitali «non evoluto», sottolinea Paolo Cuniberti, fondatore e Ceo di Habacus, che ha portato la propria esperienza a servizio della formazione dei giovani al recente evento internazionale Economy of Francesco. A differenza di altri Paesi, dove il prestito per lo studio è ormai una realtà consolidata, con una percentuale di richiedenti che varia dal 25% al 40% del totale, in Italia risulta ancora poco diffuso. «Occorre favorire un cambio di paradigma culturale», ricorda Cuniberti. In poco più di due anni di operatività, da febbraio 2019, Habacus ha già erogato oltre 5mila certificazioni con un massimale di 50mila euro a studente, previa valutazione dei requisiti di accesso. La certificazione è indispensabile per accedere al prestito studentesco e si ottiene attraverso una valutazione della carriera dello studente. Requisito principale non è avere una media “alta” di esami ma la capacità di mantenere un ritmo di studio costante per inserirsi, quanto prima nel mondo del lavoro. Ragione per cui Habacus ha deciso di investire sugli Its, istituti per la formazione terziaria non universitaria, altamente professionalizzanti: almeno la metà dei docenti proviene dalle aziende, dove viene svolto il 30% del monte ore delle lezioni, mentre il 50% dei percorsi utilizza le tecnologie dell’industria 4.0. La caratteristica più importante degli Its riguarda però l’indice di occupazione dei diplomati: l’80% trova lavoro entro un anno dal termine degli studi, con punte del 100% per alcuni percorsi.

«Gli Its sono strutturati benissimo e sono un ottimo prodotto professionalizzante», sottolinea Cuniberti. «Anche gli studenti sono una startup – aggiunge – Finanziandoli non si buttano soldi ma si crea un percorso virtuoso che favorisce l’ingresso di alte professionalità nel mondo del lavoro », ribadisce l’esperto di finanza. Che sottolinea la necessità, per l’Italia, di rafforzare questo segmento del mercato dei capitali a vantaggio dello sviluppo dell’intero sistema-Paese. Le borse di studio finanziate da Habacus vanno a complemento del prestito “Per Merito” di Intesa Sanpaolo, per gli studenti iscritti a uno degli Its appartenenti all’associazione e certificati da Habacus. In questo la start-up si è ispirata al modello tedesco “BAföG”, la legge federale rivolta agli studenti di scuole superiori e università che dal 1971 ha supportato oltre 4 milioni di studenti e che prevede l’erogazione di un supporto finanziario strutturato per metà come borsa di studio e per altra metà come prestito a interessi zero. La borsa erogata da Habacus è soggetta agli stessi criteri di erogazione di base del prestito studentesco a cui si affianca. Per ottenere la borsa, lo studente aderisce al bando, fa domanda di ottenimento del prestito e, una volta certificato da Habacus, riceve l’importo della borsa sul conto corrente aperto per il prestito, a dimostrazione della perfetta complementarietà dei due strumenti. Sono richiesti l’aderenza e il buon esito del processo di certificazione del prestito per essere nelle condizioni di usufruire della borsa senza l’obbligo di utilizzo parziale o totale della somma ricevuta. Il finanziamento offre agli studenti l’accesso – senza dover fornire garanzie personali o familiari – a una linea di credito a tasso fisso, pari all’1,5%: fino a 5mila euro l’anno per i fuori sede e 3mila euro per chi studia in sede, per cinque anni, per coprire spese di studio, mobilità, residenza e periodi formativi all’estero. Per università all’estero o master si può arrivare fino a un massimo di 50mila euro. La restituzione può iniziare anche due anni dopo la laurea, “periodo ponte” nel quale il giovane può trovare lavoro senza l’assillo delle rate; è inoltre possibile restituire il credito fino a 30 anni. «Come insegna l’esperienza tedesca – conclude Cuniberti – possiamo considerare questa iniziativa anche nel nostro Paese un’ottima prova di fattibilità: la combinazione di borse e prestiti di studio è uno strumento ideale di vera educazione finanziaria applicata. L’iniziativa aiuta ulteriormente a far comprendere che il prestito come investimento sulla propria istruzione è un beneficio importante nella propria vita e che non comporta un obbligo di indebitamento. Il nostro obiettivo è rendere questo modello scalabile quindi efficace in termini di impatto sociale».

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