mercoledì 21 aprile 2021
Soffiare via la polvere del tempo per ridare smalto e fruibilità ai monumenti, può generare occupazione e benessere. Il progetto di Fondazione Crt di Torino e Fondazione Torino Musei
A Torino il restauro di Palazzo Madama è l'occasione per creare benessere
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Arte e cultura possono andare di pari passo con l’economia e lo sviluppo. E non si tratta solo di turismo, ma di manifattura, edilizia e restauro. Così, soffiare via la polvere del tempo per ridare smalto e fruibilità ai monumenti, può generare occupazione e benessere. È il senso di quanto avviato pochi giorni fa da Fondazione Crt di Torino e da Fondazione Torino Musei per il restauro della facciata disegnata da Filippo Juvarra di Palazzo Madama: uno dei luoghi dove davvero s’è fatta l’Italia e che adesso può diventare uno dei motori dell’economia non solo locale. Il cantiere non è ancora aperto, ma il primo bando sì. E si tratta di qualcosa di significativo che complessivamente vale 2,4 milioni di euro (solo il primo lotto vale 1,3 milioni circa) per, si legge in una nota, «far rinascere la grande bellezza di Palazzo Madama e metterla in sicurezza per i prossimi decenni». Detto in altri termini, si tratta del via al restauro e consolidamento dell’avancorpo centrale della facciata juvarriana del palazzo. Qualcosa di complesso, che non si limiterà ad una semplice pulizia ma consisterà in un’operazione 'chirurgica' nel corso della quale saranno usate tecniche artigianali accanto a metodologie all’avanguardia, verranno recuperati marmi originali del settecento e usati anche materiali contemporanei, come fibre di carbonio, resina e acciaio inox nelle parti nascoste dell’edificio. Per capire meglio, basta sapere che saranno recuperati e consolidati tutti i 3.730 blocchi di marmo della facciata e inserite decine di 'protesi' in acciaio per rendere più solido il lavoro.

Il bando aperto adesso, sarà chiuso il prossimo 23 aprile. Il cantiere durerà 532 giorni consecutivi. Tutto naturalmente approvato dal MIBACT e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino. Tutto, tra l’altro, si svolgerà davanti alla città. «Il cantiere sarà live», spiegano infatti dalla Fondazione Crt, perché all’interno di un padiglione appositamente realizzato, il pubblico potrà assistere alle principali fasi di restauro delle quattro grandi statue allegoriche poste sulla facciata; mentre con alcuni schermi a terra si potranno seguire le principali fasi di lavorazione e gli interventi più significativi in corso sulle impalcature. «Si tratta di un regalo che facciamo alla città», dice Giovanni Quaglia, presidente della fondazione che finanzia tutto il cantiere e che precisa: «Vogliamo dare vita ad un nuovo Rinascimento culturale, continuando a far risplendere nel tempo la 'grande bellezza' diffusa sul territorio che rafforza il senso di comunità». Mentre il Segretario Generale di Fondazione Crt, Massimo Lapucci, sottolinea le ricadute economiche dell’operazione. «Il grande cantiere di Palazzo Madama – dice –, attiverà un doppio circolo virtuoso per la ripresa: sosterrà l’attività e l’occupazione nelle imprese del nord-ovest coinvolte nei lavori, e consentirà alla fondazione di mettere a disposizione del recupero del patrimonio artistico ulteriori risorse per 1,5 milioni di euro grazie all’Art bonus». Negli anni, invece, la stessa Fondazione Crt è già intervenuta con 16 milioni di euro circa a sostegno di varie iniziative in favore del monumento. Lapucci poi precisa ancora: «Si tratta di un investimento strategico in ottica 'recovery plan culturale', con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’arte nel presente e di trasmetterla in eredità alle prossime generazioni». E di creare lavoro oggi.

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