martedì 5 febbraio 2019
Dal nido alle elementari l'azienda paga per i figli dei dipendenti. Bonus bebè per 150 lavoratori
Vinicio Bulla, fondatore di Rivit

Vinicio Bulla, fondatore di Rivit

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«La vita, anzi la nuova vita è o no un valore non negoziabile? Io, da imprenditore cattolico, che crede ancora nei valori che non sono trattabili, mi sono posto ripetutamente il problema e ho deciso di destinare i miei risparmi alla promozione della natalità, anziché a qualche banca, col rischio magari di perdere tutto». Vinicio Bulla ha 79 anni, a Caltrano, là dove la strada comincia a salire per l’altopiano di Asiago, ha fondato e conduce la Rivit, che produce ed esporta in tutto il mondo tubi in acciaio inox e leghe speciali di grandi dimensioni, destinate alle aziende estrattrici di oil & gas.

La cosa di cui va più fiero, è di aver risparmiato ai 150 collaboratori anche una sola ora di cassa integrazione. Un gioiello d’azienda, appetito dai fondi esteri, ma Vinicio non se l’è lasciato scappare. Nell’ottobre scorso ha sottoscritto un contratto di welfare che prevede per i figli dei lavoratori il rimborso delle quote di iscrizione, rette, servizi mensa e scolastici per la frequenza di asili nido e materne, fino ad un massimale fissato in 6.600 euro annui per figlio in caso di asilo nido e in tremila per la scuola materna. Non solo. In caso di nuove nascite e adozioni di figli oltre il primo, i dipendenti avranno diritto ad una cifra una tantum di duemila euro (per il secondo figlio) o di tremila (per il terzo figlio e i successivi), oltre ai 550 euro al mese per il nido e ai 250 euro per la materna. Il progetto è garantito per almeno 7 anni, fino al 31 agosto 2025; a questo fine l’azienda ipotizza rimborsi annui di 200mila euro.


«Noi imprenditori da tempo poniamo il tema della desertificazione demografica e, quindi, del pericolo che questo fenomeno rappresenta per le nostre aziende – riflette Bulla –. Quando vado a messa alla domenica, vedo solo carrozzine per anziani, non invece carrozzelle con i bambini. Mi sono detto: perché vuoi morire con i soldi in banca? Si parla tanto anche di conciliazione tra vita e lavoro delle persone. Ho deciso di fare, anziché di parlare; chi lavora qui merita di essere giustamente ricompensato e gratificato. L’azienda ha lavoro e questo è merito di tutti». Elena, nata in dicembre, è la prima bimba di un operaio che riceverà il benefit, superiore, si badi, a quello praticato dal Governo e dalla Regione.

Il signor Vinicio ha studiato per bene il suo atto di generosità, l’ha programmato con la medesima puntualità con cui provvede alle produzioni che l’hanno promosso leader nel settore. Ha così calcolato che potrebbero essere 20 i destinatari del nido e 24 quelli della materna. Ma ha anticipato che non avrà problemi ad andare oltre. I tre figli, che lo assecondano nella guida dell’azienda, non gli hanno posto obiezioni. Anzi. L’accordo è stato definito dalla società, una Spa, «dallo spirito sperimentale ed innovativo», un modello, insomma, da perfezionare, se necessario mano a mano che verrà implementato. Un modello, quindi, anche per altri imprenditori. E proprio per questo Vinicio Bulla si è affidato a Confindustria Vicenza. «Sì, un modello – riconosce il governatore Luca Zaia – da proporre a tutti gli imprenditori veneti».

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