martedì 11 settembre 2018
Capofila in Italia per la presenza attiva di aziende nei campus universitari ed è il terzo Ateneo per studenti ricercati dai recruiter
Tra i primi posti nelle graduatorie
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Università Cattolica ottiene la prima posizione in Italia per la presenza attiva di aziende nei campus universitari ed è il terzo Ateneo per studenti ricercati dai recruiter. Questi i dati emersi da due degli indicatori che compongono il Graduate Employability Ranking 2019, l’indagine che analizza le migliori 500 Università al mondo per quanto riguarda l’occupabilità tra i 660 Atenei presi in esame. Considerando la media ponderata di tutti gli indicatori, Università Cattolica si attesta quest’anno tra le posizioni 101-110 nella classifica mondiale, salendo di circa 30 posizioni rispetto al ranking 2018.

Entrando nel merito dei singoli indicatori, secondo l’indice Employer - Students Connections, basato sul numero di aziende attivamente impegnate nel campus, l’Università Cattolica è prima in Italia tra le 16 università italiane presenti in classifica, e 70esima nella top 100 mondiale.

Nell’indicatore Employer Reputation, basato su un sondaggio di quasi 40.000 recruiter ai quali è stato chiesto di indicare da quali università preferiscono assumere talenti, l’Università Cattolica si conferma al terzo posto in Italia, subito dopo il Politecnico di Milano e la Sapienza.

Nell’indicatore Partnerships with Employers, che si basa sulle collaborazioni sviluppate dalle università con multinazionali e sul tirocinio degli studenti, l’Università Cattolica si attesta 89esima a livello mondiale, quinta in Italia.

«Le indicazioni che provengono da Qs- commenta il rettore Franco Anelli - ci danno la misura del risultato di un lavoro che comincia fin dall’immatricolazione e che per l’Ateneo costituisce l’assunzione di responsabilità verso il futuro degli studenti. Sapere che essi sono valutati positivamente dal mondo del lavoro costituisce la conferma di aver adempiuto al nostro compito. Sono convinto che l’apprezzamento dei nostri studenti dipenda, ancor prima che dalle competenze acquisite, dalla qualità delle persone che formiamo nel nostro Ateneo».


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