giovedì 23 novembre 2023
Un mercato da 435 milioni di euro nel 2022 (+32% rispetto al 2021). Per il 2023, si prospetta un valore di 570 milioni. Tante le buone pratiche, ma servono più fondi e competenze
L'Intelligenza artificiale in aiuto dell'uomo

L'Intelligenza artificiale in aiuto dell'uomo - Smau

COMMENTA E CONDIVIDI

L’Ia-Intelligenza artificiale influisce principalmente sulla qualità, piuttosto che sulla quantità, dei posti di lavoro. È quanto emerge dalle Prospettive dell'occupazione Ocse 2023, che sottolinea come questa tecnologia riesca a ridurre le attività noiose e pericolose. Tant’è che nel 2022 in Italia, il mercato dell’Ia ha attirato l’interesse delle aziende che, per rispondere al cambiamento del settore, hanno cercato le soluzioni al proprio fabbisogno di innovazione nelle start up. La conferma arriva anche da Anitec-Assinform, l’Associazione italiana per l’Ict-Information and Communication Technology aderente a Confindustria, con L'Ia in azione. Le stime presentate evidenziano una crescente importanza del mercato delle soluzioni di Ia in Italia. Secondo il Rapporto Il digitale in Italia 2023 vol.1, il mercato italiano dell'Ia ha raggiunto 435 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 32% rispetto al 2021. Per il 2023, si prospetta un valore di 570 milioni di euro, con una crescita stimata del 31% sull’anno precedente. Tra il 2020 e il 2023, il mercato ha più raddoppiato il suo valore, registrando un aumento del 128%. Nei prossimi anni, il mercato dell'Ia dovrebbe proseguire su questa traiettoria di crescita, con un tasso annuo medio del 28,9% fino al 2026, raggiungendo un volume di 1,2 miliardi di euro. Nonostante la notevole crescita, il mercato italiano dell'Ia presenta ancora un volume complessivo limitato. La diffusione dell'Ia tra le aziende italiane, in particolare nel segmento delle pmi, è ancora ridotta: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle aziende italiane con almeno dieci addetti ha integrato soluzioni basate sull'Ia, con una netta prevalenza delle grandi (24,3%), mentre la percentuale scende al 5,4% per le piccole imprese tra dieci e 49 addetti. Banking, telecomunicazioni e media sono i due settori economici che guidano la sperimentazione dell'Ia, evidenziano un volume di mercato oltre gli 80 milioni di euro e un tasso di crescita superiore al 30%. Altri comparti, come la sanità, la manifattura e le assicurazioni, mostrano tassi di crescita significativi, con volumi di mercato che oscillano tra i 30 e i 50 milioni di euro. «Dell'intelligenza artificiale se ne parla tanto, forse troppo, con tutti o quasi tutti che hanno l'Ia sulla bocca, ma non tutti l'hanno nella testa. Noi siamo convinti che si debba parlare di Ia soprattutto con le aziende, perché possono godere dei risultati che porta. Con il nostro White Paper abbiamo voluto fornire un quadro delle applicazioni e degli sviluppi di questo abilitatore digitale, ma per sfruttarne le potenzialità servono investimenti mirati verso chi produce sviluppo e ricchezza», ha spiegato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform.

Fondi e competenze frenano i futuri imprenditori

Otto futuri imprenditori su dieci (il 79,9%) vorrebbero realizzare un progetto imprenditoriale, ma sono frenati nel concretizzarlo nel 48,9% dei casi dalla mancanza di fondi e per 31,3% dal non avere le competenze necessarie. Sono alcuni dei dati dell'indagine sul fenomeno imprenditoriale realizzato da Startup Geeks, società benefit e più grande incubatore on line italiano di start up. Uno studio che mira a comprendere gli ostacoli e i freni che bloccano il lancio di una nuova impresa innovativa. In dieci anni l'Italia ha perso quasi 156mila imprese, con un calo del -22,4%. Solo nell'anno della pandemia, la flessione è stata del 18%. A certificarlo è Unioncamere. Se nel 2011 sfioravano quota 700mila (697mila), quelle iscritte a fine 2020 al Registro Imprese delle Camere di commercio erano 541mila. Fare impresa è un modo per realizzare sé e i propri progetti, oltre che un volano di sviluppo fondamentale per far ripartire l'economia italiana. Ma per i giovani, nell'ultimo decennio, è stato sempre più un miraggio. Ma quali sono gli ostacoli e l'identikit dell'aspirante startupper in Italia? Secondo la survey di Startup Geeks, a voler avviare una nuova impresa nel 66,5% dei casi sono uomini e solo il 32,9% sono donne. La fascia d'età principale degli aspiranti imprenditori è quella dai 25 ai 34 anni seguita dai giovani di 18-24 anni (20%) e 35-44 anni (16,5%). Il 6,7% vanno dai 45 ai 54 anni, seguiti dai 55-64enni. Ultimi invece gli over 65 (1,8%). Gli aspiranti startupper che coltivano un sogno nel cassetto sono nella maggior parte dei casi dei dipendenti. Quasi la metà infatti, il 47% ha un posto fisso, il 17,1% è una partita iva mentre il 16,5% sono già startupper ed il 5,5% è invece disoccupato. La regione con una percentuale più alta di aspiranti entrepreneurs è la Lombardia con il 37,8% seguita da Lazio (10,4%) e Piemonte (9,1%). Gli aspiranti imprenditori hanno nella maggior parte dei casi una laurea magistrale, nello specifico il 50,6%, mentre il 22% possiede il diploma di scuola superiore e il 17,1% una laurea triennale. Solo il 4,9% ha invece un dottorato di ricerca. Quasi la metà non ha mai frequentato corsi o programmi specifici sul tema delle start up e dell'imprenditorialità. E per quasi il 50% degli intervistati, l'istruzione non li ha preparati in modo concreto a lavorare nel mondo delle start up o avviare un progetto imprenditoriale. Le start up rappresentano meno dell’1% delle imprese che fanno richiesta di finanziamenti e incentivi, ma quando si attivano ben due su tre, ossia il 66%, riesce a ottenere accesso alle misure di sostegno. È quanto emerge dai dati relativi al biennio 2021-23 rilasciati da Golden Group, principale società indipendente italiana attiva nella finanza agevolata. Analizzando i dati in valore assoluto, la tendenza emerge con ancora più chiarezza. Rispetto alle oltre 21mila richieste di supporto ricevute da più di 2.600 aziende italiane, solo 142 arrivano da start up. In compenso ben 94 riescono a ottenere finanziamenti e agevolazioni. Per le realtà finanziate l’importo medio ottenuto è di oltre 50mila euro, per un ammontare totale di oltre quattro milioni di euro. Fra i motivi che spiegano questo basso tasso di partecipazione c’è innanzitutto la cosiddetta “alta mortalità” delle start up. Oltre due terzi, infatti, chiude i battenti entro i primi 12 mesi di attività. In secondo luogo, i giovani imprenditori, e di conseguenza le piccole imprese innovative, scontano un deficit di conoscenza degli strumenti della finanza agevolata oppure si imbattono in procedure complesse che scoraggiano la loro adesione ai bandi nazionali ed europei. Si tratta di finanziamenti importanti non solo perché darebbero un significativo contributo allo sviluppo e alla scalabilità di una start up, ma favorirebbero, soprattutto nelle fasi iniziali, la loro sopravvivenza: basti pensare che sono sette su dieci, la stragrande maggioranza, quelle che dichiarano di non avere fondi a sufficienza per arrivare al secondo anno di vita.

Il bando di Intesa Sanpaolo

Aperte le candidature alla terza call di Up2Stars, il programma per la valorizzazione e crescita delle start up innovative italiane ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Dedicata al settore dell’Ia, la call punta ad individuare e sviluppare le startup più promettenti in questo ambito estremamente strategico per accelerare la trasformazione digitale delle imprese del nostro Paese. L’Ia è infatti una delle tecnologie evolute con maggiori potenzialità e con possibilità applicative pressoché illimitate: dalla raccolta e analisi dei dati allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, dalla gestione della relazione con i clienti al miglioramento dell'efficienza dei dipendenti e dei processi produttivi anche in chiave di sostenibilità. Quello dell’Ia, inoltre, è un mercato che interessa trasversalmente vari settori industriali come il manifatturiero, l’automotive, l’healthcare, il settore finanziario e quello dei trasporti. Oggi integrare sistemi e soluzioni di Ia nei propri processi aziendali è diventato un imperativo per tutte le aziende che intendono mantenere la propria competitività nel mercato globale. In questo processo di transizione digitale delle imprese le startup rivestono un ruolo determinante quale soggetto chiave per trasferire competenze tecnologiche evolute alle aziende più strutturate, in linea con quanto espresso nel Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza. Giunto alla seconda edizione, Up2Stars nasce proprio con l’obiettivo di intercettare le giovani realtà imprenditoriali ad alto contenuto innovativo che operano in settori strategici per l’economia del Paese, per stimolarne e supportarne la crescita, preparandole ad interfacciarsi con potenziali investitori e imprese mature. Dopo le prime due call dedicate rispettivamente a WaterTech ed Energie Rinnovabili, che hanno registrato circa 200 candidature, la terza call del programma si rivolge alle startup specializzate in soluzioni di intelligenza artificiale applicate ai seguenti aspetti della realtà aziendale:
• Processi di vendita: soluzioni a supporto dell’incremento della produttività della forza vendita, Ia per la lead generation, Natural Language Processing, tecniche di data analytic per migliorare l’esperienza, la relazione e la soddisfazione del cliente.
• Human Capital Management: piattaforme digitali per Hr negli ambiti del reclutamento, della formazione e della valutazione delle prestazioni.
• Operations: applicazioni Hw e Sw di automazione e di analisi dati per gestire la produzione, il magazzino e la logistica.
• Supporto ai processi di Amministrazione, Finanza e Controllo: soluzioni di analisi e gestione dei dati finanziari, contabili e fiscali e per l'automazione dei processi contabili e di controllo.
• Esg: soluzioni che permettono di calcolare il product carbon footprint di un prodotto o di un processo aziendale, o soluzioni che consentono la certificazione e la rilevazione di Kpi quantitativi in ambito Esg.
• Data protection: soluzioni a supporto della digitalizzazione in ottica cybersecurity e data protection.
Le start up interessate potranno presentare la propria candidatura entro il 17 dicembre 2023 tramite la pagina dedicata su https://www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/info/programma-up2stars-per-startup-innovative.html.

Le buone pratiche

Numerose le buone pratiche, con start up innovative che hanno utilizzato l'Ia per migliorare i processi lavorativi. Per esempio, sette soluzioni a base di Ia, nate dalla collaborazione tra Snam, Edison, Carrefour Italia, Douglas, Novamont, Gruppo Reda e Ferrovie dello Stato e altrettante start up hanno ricevuto il Premio Innovazione Smau. Dal people manager all’energy manager, dal customer service al recruiter, dal sustainability manager all’e-commerce manager fino ai responsabili della sicurezza, tutte stanno cambiando l’operatività di intere categorie di lavoratori grazie all’Ia. SkillGym migliora la gestione di conversazioni critiche per i people manager di Snam; Svelto! è l’app che permette agli energy manager di Edison di fare previsioni energetiche in pochi secondi; Digitiamo è lo strumento di supporto al customer service di Carrefour che genera una lista della spesa smart, responsabile e personalizzata; nCore affida le attività ripetitive dei recruiter di DouglasItalia all’Ia; Mine Crime analizza i dati sulla criminalità urbana per agevolare il lavoro dei responsabili della sicurezza nelle ferrovie; Farzati Tech misura l’impronta carbonica delle bioplastiche di Novamont e agevola i sustainability manager; Tailoor digitalizza la creazione di capi su misura per gli e-commerce manager del Gruppo Reda. Gli startupper insediati all'Innovation Hub di Fiumicino, il primo acceleratore industriale in Italia in ambito aviation, invece, per i sei mesi previsti dal loro mandato dovranno risolvere le otto sfide proposte dalla seconda Call for Ideas che prevede la ricerca di soluzioni innovative per: Predictive Maintenance, Enhance Terminal Processes, Improve Airside Operations, Passenger Experience, Community & Sustainability, Environmental Impact, Commercial Opportunities, Disruptive Solutions. Per realizzare questo secondo round del programma di accelerazione, Aeroporti di Roma ha previsto non solo un sostegno economico maggiore, fino a 105mila euro, ma - a fronte di un esito positivo dei progetti - la possibilità per le start up di contare su potenziali opportunità commerciali fino a due milioni di euro e di supporto ai round di investimento futuri grazie al supporto finanziario di Adr Ventures. Si tratta della prima iniziativa del genere nel settore del trasporto aereo in Italia ed è finalizzata a finanziare lo sviluppo di progetti in settori ad elevato potenziale di innovazione. Tra gli obiettivi principali della nuova società ci sono infatti, la gestione degli investimenti nel capitale delle start up, il monitoraggio delle società nelle quali sono stati previsti investimenti, l'individuazione tramite scouting dedicato di potenziali società target, caratterizzate da prospettive di crescita e funzionali alla realizzazione di nuovi servizi e soluzioni per costruire, insieme ad Aeroporti di Roma, l'aeroporto del futuro.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: