mercoledì 10 marzo 2021
Il rapporto Bes 2021 mostra il devastante effetto della pandemia sulla salute, tra le principali dimensioni del Benessere equo e sostenibile
Il trasferimento all'ospedale di un paziente positivo al coronavirus proveniente da una Rsa di Potenza

Il trasferimento all'ospedale di un paziente positivo al coronavirus proveniente da una Rsa di Potenza - Ansa

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La pandemia ha cancellato i progressi degli ultimi dieci anni sulle aspettative di vita degli italiani. Tra il 2010 e il 2019 la speranza di vita alla nascita degli italiani era salita da 81,7 a 83,2 anni, sottolinea l’Istat nell’ottava edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il Covid-19 ha però «annullato, completamente nel Nord e parzialmente nelle altre aree del Paese, i guadagni in anni di vita attesi maturati nel decennio». L’Istat aggiunge che questo passo indietro «richiederà parecchio tempo per essere pienamente recuperato».

In particolare, nel Nord la speranza di vita è passata da 82,1 anni nel 2010 a 83,6 nel 2019, per scendere nuovamente a 82 anni nel 2020. Nel Centro è passata da 81,9 nel 2010 a 83,1 anni nel 2020 e nel Mezzogiorno da 81,1 a 82,2 anni, con perdite meno consistenti nell'ultimo anno (rispettivamente -0,5 e -0,3 anni).

Il calo brusco della speranza di vita degli italiani nel 2020

Il calo brusco della speranza di vita degli italiani nel 2020 - Istat

Il rapporto dell’Istat, che affronta tutte le dodici dimensioni del Bes mostra anche che tenere maggiormente d’occhio il Bes avrebbe forse aiutato l’Italia ad affrontare meglio la crisi sanitaria: gli indicatori del benessere mostravano come tra il 2010 e il 2018 in Italia i posti letto ospedalieri fossero diminuiti dell’1,8% (a 3,49 posti letto per 1000 abitanti) mentre l’aumento dei medici, saliti da 3,9 a 4 ogni 1000 abitanti tra il 2013 e il 2019 è stato accompagnato da un sensibile aumento della loro età media, già «molto alta», con più della metà dei medici che ha un’età superiore ai 55 anni.

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