martedì 16 gennaio 2024
Si rischia un depauperamento a causa della difficoltà nell’attrarre e nel trovare nuovi occupati: circa 3mila per i prossimi cinque anni
Una Fiera dedicata al comparto

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Il settore manifatturiero orafo, argentiero, gioielliero e del corallo e cammeo sta superando in maniera brillante le crisi del Covid e delle tensioni sulle materie prime energetiche come dimostrano i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi. Soprattutto grazie alle esportazioni. Nel terzo trimestre 2023, infatti, il risultato nazionale è del +10,7%, sotto la spinta degli incrementi delle province di Milano (+70%) e Firenze (+36,7%). Ad Arezzo sono aumentate del 2%. In questo caso il prezzo dell'oro potrebbe aver giocato un ruolo importante nella determinazione del risultato. Anche gli altri due distretti orafi nazionali mostrano segnali positivi, più evidenti in quello valenzano (+9,4%) che in quello di Vicenza (+2,7%). In particolare il polo milanese è diventato il terzo polo nazionale, sopravanzando, seppur di poco, il volume delle vendite estere della provincia di Alessandria. Sono in fase di applicazione anche minori oneri e barriere all'esportazione per le 9mila imprese italiane del settore orafo, che occupano 34mila persone. In Italia sono presenti tre poli orafi, sedi di altrettanti importati distretti: Valenza (Alessandria), Arezzo e Vicenza. In queste tre province si concentra il 31,5% delle unità locali e il 55% degli addetti italiani alla fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e lavorazione delle pietre preziose. Ai tre distretti orafi è attribuibile circa il 75% dell'export italiano del comparto. Dal 15 dicembre, grazie all'adesione del nostro Paese alla Convenzione di Vienna, la delicata fase di controllo e di marchiatura degli oggetti in metalli preziosi è effettuata direttamente in Italia dai tre Uffici del saggio situati presso le Camere di commercio dei distretti del settore: Alessandria-Asti, Arezzo-Siena e Vicenza. Questo consente alle imprese una più agevole presenza sui mercati esteri, permette di sviluppare nuovi canali distributivi rivolti direttamente al retail e di mettere in campo azioni promozionali della gioielleria made in Italy. La Convenzione di Vienna, sottoscritta dall'Italia con la legge 15 maggio 2023, n. 55, prevede che un "marchio comune di controllo" venga apposto da enti di controllo indipendenti (Uffici del saggio), dopo avere verificato la corrispondenza dei prodotti a precisi standard tecnici. Poiché tale marchio certifica la conformità degli oggetti che lo recano, gli Stati aderenti ne consentono la libera immissione sul proprio mercato senza richiedere ulteriori controlli o marchiature. Il marchio italiano identificativo dei tre Uffici del saggio è stato individuato nell'Italia Turrita. La marchiatura congiunta dell'Italia Turrita e della Convenzione di Vienna consente alle imprese esportatrici italiane di entrare senza barriere sia nel mercato europeo, sia in quello dei 21 Paesi aderenti alla Convenzione (Austria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Ungheria). Le tre Camere, con i rispettivi laboratori, hanno lavorato per uniformare le procedure di marchiatura e i relativi sistemi tariffari e diventare così i punti privilegiati di riferimento per le imprese esportatrici di tutto il territorio nazionale. Inoltre bisogna anche tener conto della tecnologia e dell'innovazione, senza dimenticare la sostenibilità. Dal processo creativo alla lavorazione, dalla logistica fino ai servizi di comunicazione e vendita. Gioielli tracciati lungo tutta la catena di fornitura. Oppure passerelle virtuali, realtà aumentata, stampa 3D. Insomma anche la tradizione artigianale e la creatività incontrano il digitale.

La difficoltà ad attrarre talenti e la formazione

Gli eccellenti dati di andamento sono però a rischio per l’incapacità delle imprese del settore di far fronte alle richieste dei mercati a causa dell’impossibilità di reperire manodopera specializzata. La gioielleria lancia un programma per avvicinare ancora di più i giovani alle professioni di un comparto di eccellenza del made in Italy, che nel 2022 ha raggiunto i suoi record in termini di fatturato ed export, ma che rischia un depauperamento a causa della difficoltà nell’attrarre e nel trovare nuovi occupati: circa 3mila per i prossimi cinque anni. Le indagini congiunturali su un campione di aziende indicano il persistere di un sentiment positivo sia per il fatturato che di occupati, in quanto il 36% delle imprese intervistate ritiene che incrementerà il numero dei propri dipendenti. In ragione di questi dati e anche degli importanti investimenti in ulteriori nuovi siti produttivi in Italia da parte di tutti i principali marchi internazionali della gioielleria, le previsioni in termini occupazionali sono pertanto positive. In aggiunta, oltre il 50% degli occupati tra meno di dieci anni sarà in età pensionabile, mentre solo il 13% degli occupati ha un’età inferiore ai 30 anni. Quindi è rilevante il problema del “reclut amento” di nuovi occupati. Le scuole a indirizzo orafe solo in questi ultimi anni si stanno rilanciando. Sono quasi 40 gli istituti (in dieci regioni) che hanno ripreso a formare nell’ambito del comparto del prezioso, ma gli studenti diplomati sono ancora insufficienti rispetto alla richiesta delle aziende. «Di fronte a questi dati - spiega Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi - ognuno deve fare la propria parte: le istituzioni come le imprese. Oltre ovviamente a politiche attive per permettere un’inversione di tendenza del tasso di (scarsa) natalità dell’Italia, le istituzioni devono dare dignità e autorevolezza agli istituti professionali tecnici che continuano a garantire tassi di inserimento nel mondo del lavoro vicini al 100%, ma non sono in grado di attrarre giovani in numero sufficiente per un Paese manifatturiero come l’Italia. Il nostro sistema scolastico esprime un decimo di diplomati tecnici rispetto alla Germania. Occorre inoltre uno sforzo formativo e informativo dei dirigenti scolastici, dei docenti e degli orientatori, a partire dalla scuola secondaria, per acquisire tutti gli elementi e tutte le informazioni utili da trasferire agli studenti valorizzando le tante opportunità in termini professionali e di retribuzione che anche il settore del prezioso può offrire. Abbiamo anche definito i profili professionali più ricercati: orefice, incassatore, incisore, gemmologo, pulitore, esperto in stampa 3D,
esperto in macchine a controllo numerico, designer, digital media specialist.
Attiveremo anche una
piattaforma per favorire il matching tra domanda e offerta». Secondo Daniele Grassucci, fondatore e direttore di Skuola.net, «nel Paese del made in Italy molte famiglie da tempo hanno smesso di scommettere sui mestieri tecnico-pratici, portando a una scarsità di capitale umano che invece è il valore aggiunto e non imitabile dei nostri settori di eccellenza come quello orafo-gioielliero. Una situazione aggravata dall’orientamento “a tranci grossi” che viene svolto in molte scuole medie, che indicano gli
istituti tecnici e professionali agli studenti meno performanti dal punto di vista accademico. Fortunatamente ci sono ancora ragazzi e ragazze - quasi uno studente su tre delle scuole secondarie - che sarebbero interessati a seguire queste strade e, più in generale, a lavorare nel settore». «I giovani rappresentano il futuro della gioielleria - conclude Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group -. Il nostro impegno per lo sviluppo e l’internazionalizzazione del settore non si esprime solo attraverso le opportunità di business generate dai nostri saloni (oltre alle due edizioni annuali di Vicenzaoro a gennaio e settembre, gli eventi ad Arezzo come Oroarezzo e il Summit del Gioiello Italiano, Jgt a Dubai e la recente acquisizione Sije a Singapore), ma anche promuovendo la cultura di settore e attivandoci come piattaforma di informazione, formazione e networking. Dai laboratori al Museo del Gioiello di Vicenza alle attività per famiglie nell’ambito del Vioff (il fuori fiera di Vicenzaoro), fino ai progetti di comunicazione che coinvolgono gli studenti delle scuole superiori e i master di design post diploma».

Le altre iniziative

In tema di promozione della cultura orafa tra i giovani, proseguono le iniziative di Confindustria Federorafi avviate lo scorso anno in collaborazione con Skuola.net e con il supporto di Italian Exhibition Group e Vicenzaoro. È stato lanciato il Vlog dedicato alle testimonianze delle nuove generazioni all’interno di aziende manifatturiere del settore (https://federorafi.skuola.net/). Mentre Confartigianato prevede l'erogazione di borse di studio a favore degli studenti che scelgono percorsi formativi in campo orafo. I giovani disoccupati marchigiani con meno di 36 anni potranno imparare il mestiere nei settori dell'artigianato artistico tipico e tradizionale, grazie alle botteghe-scuola ammesse quest'anno al finanziamento della Regione. I maestri artigiani titolari di botteghe-scuola che hanno vinto il bando regionale sono Arte orafa marchegiani di Jesi; Legatoria Librare di Ancona; Axis abbigliamento di Fermo; All gold oreficeria di Pesaro Urbino; La Congrega tessile di Ancona; Ballando Ballando Factory atelier di costumi per la danza. «Saranno - afferma Gabriele Di Ferdinando, responsabile Artigianato artistico Cna Marche - sei giovani disoccupati che saranno ospitati per otto mesi all'interno dei laboratori botteghe-scuola dove impareranno i segreti e le tecniche dei mestieri artigiani nel tessile e nell'oreficeria. Al termine di questo percorso potranno avviare una attività di artigianato artistico o proseguire il percorso lavoratori all'interno di una attività artigiana. Le botteghe-scuola, finanziate dalla Regione Marche con apposito bando, consentono di favorire il passaggio generazionale nei mestieri dell'artigianato artistico e tradizionale altrimenti a rischio di estinzione. Anche nel 2024 le botteghe scuola marchigiane potranno partecipare al bando della regione per ospitare e formare giovani disoccupati under 36 nei loro laboratori artigiani. Le domande potranno essere presentate dal 1° marzo al 30 aprile e dal 1° settembre al 31 ottobre».




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