venerdì 27 ottobre 2017
La seconda giornata dei lavori a Cagliari: costituiti tre gruppi di lavoro in 90 tavoli. Le parole del cardinale Turkson, padre Occhetta, Bruni e Becchetti
Settimana sociale dei cattolici Italiani: Buone pratiche - Cantina di Dolianova (Cristian Gennari/Sicilia)

Settimana sociale dei cattolici Italiani: Buone pratiche - Cantina di Dolianova (Cristian Gennari/Sicilia)

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Forma e metodo sono il primo contenuto. E così il messaggio centrale della seconda giornata della 48ª Settimana sociale in corso a Cagliari è il modo in cui nella tarda mattinata di oggi i circa 900 delegati diocesani hanno affrontato il tema delle “buone pratiche”.

Il metodo sinodale

Tre gruppi di lavoro suddivisi in 90 tavoli (con altrettanti coordinatori) e ognuno con almeno dieci persone sedute attorno, per coinvolgere così tutti i mille delegati delle diocesi presenti. È la sinodalità tradotta nei fatti, divenendo un contenuto e proponendosi come metodo replicabile in ogni altro contesto ecclesiale, dalla diocesi alla parrocchia. La platea diventa protagonista, confermando nei fatti la teoria di un approccio che vede partire dal basso le proposte.

Una grande semina

Le aree in cui sono stati suddivisi i partecipanti avevano confini ben precisi: “Giovani, scuola, formazione, lavoro”; “Creare nuove opportunità di lavoro e di impresa”; “Il senso del lavoro umano e le sfide dell’innovazione”. Una grande semina, nella concreta speranza che il confronto fra tavoli misti - formati da laici e religiosi, studenti e insegnanti, imprenditori e dipendenti d’azienda - possa dare col tempo i suoi frutti. Per due ore e mezza la concentrazione è stata massima.

Luigino Bruni, il Qohelet e la competizione

Dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, membro del Comitato scientifico delle Settimane, la mattina era cominciata con la riflessione biblica affidata all’economista Luigino Bruni, che aveva preso le mosse dal libro del Qohelet. Alla stoltezza di chi sta a braccia conserte, aveva detto Bruni, «Qohelet vede anche uomini che si affannano in una competizione che non è l’anima dello sviluppo ma solo il risultato dell’invidia sociale, un gioco dove tutti perdono». La via saggia è lasciare libera una mano perché il suo palmo possa essere riempito dalla calma, dal riposo, dalla “consolazione”.

Lavorando, l’uomo crea insieme a Dio

La dignità del lavoro, e il suo significato profondo, sono stati al centro del successivo dialogo tra il gesuita padre Francesco Occhetta, membro del Comitato scientifico delle Settimane, e il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. «Dio ha creato gli alberi, ma non i mobili». Quella è competenza che spetta all’uomo e al suo ingegno, è la metafora che Turkson ha affidato ai delegati. Il cardinale ghanese ha smentito un luogo comune, una credenza tanto superata quanto dura a morire: quella che vuole il lavoro come una condanna per l’uomo scacciato dal Giardino terrestre. «Il lavoro appartiene non alla storia successiva alla cacciata, ma a quella precedente. Dio affida il Giardino alla cura dell’uomo. Se quindi non lavora – conclude Turkson – l’uomo non realizza la pienezza della propria natura. Mediante il lavoro, l’uomo realizza invece la propria dignità ed è co-creatore con Dio. Che ha creato gli alberi, ma non i mobili».

Le 542 “buone pratiche”

Subito dopo l’economista Leonardo Becchetti, membro del Comitato scientifico, ha presentato 542 «buone pratiche» aziendali, amministrative e formative per un totale di 402 imprese «realmente sostenibili», soprattutto a sud, scovate dai “Cercatori di LavOro”. Becchetti immagina un’Italia a tre polmoni: manifatture di successo, sociosanitario di qualità, cooperazione. Nel pomeriggio, i delegati si sono recati in visita a 17 “buone pratiche” nel sud della Sardegna. Aziende di varia natura, cooperative, dal manifatturiero all’agricolo ai servizi.

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