venerdì 8 marzo 2024
Circa 4.500 medici e 10mila infermieri a livello nazionale e non tutte le borse nella specialità di Medicina d'urgenza sono assegnate per scarsa attrattività della professione
La sanità è alla continua ricerca di personale

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«Mancano circa 4.500 medici e 10mila infermieri a livello nazionale e non tutte le borse nella specialità di Medicina d'urgenza sono assegnate per scarsa attrattività della professione». Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci in audizione in commissione Affari sociali alla Camera. Contro la carenza di personale, ha spiegato il ministro, vari interventi normativi sono stati adottati nel 2023 e sono state emanate norme contro le aggressioni al personale. Per arginare i medici a gettone, «questi si prevedono nei soli casi di necessità e urgenza laddove non sia reperibile personale e si prevede l'impossibilità di essere poi riammessi in servizio e si sta lavorando a delle linee guida per il settore». Un'indagine dell'Autorità anticorruzione, «rileva come nel periodo 2019-2022 vi sia stata un'esplosione del fenomeno a causa della pandemia con un incremento del 174% pari a 30 milioni di euro di spesa». A oggi il tetto di spesa per il personale sanitario «è ancora parametrato alla spesa storica: particolare attenzione si sta dedicando a nuovi strumenti che consentano di fare fronte al fabbisogno di personale pur contenendo la spesa pubblica».

Contrastare la carenza degli infermieri valorizzandone il ruolo e rivedendone le mansioni, così da rendere più attrattiva la professione all'interno del Servizio sanitario nazionale. E puntare sui medici specializzandi per far fronte alla penuria di camici bianchi attesa nei prossimi anni. «L'arrivo dei professionisti indiani - spiega il ministro - è un argomento portato all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni. In Italia gli infermieri sono il vero problema per quanto riguarda le carenze di personale. Siamo tra gli ultimi in Europa per il loro numero rispetto agli abitanti, quindi nell'immediato è indispensabile far giungere personale dall'estero». In prospettiva, invece, «è importante che la professione torni a essere appetibile. Ed è anche necessario modificare il percorso formativo. Adesso tutti gli infermieri hanno la laurea triennale e a volte anche la specialistica biennale. Bisognerebbe dare loro delle mansioni in più rispetto a quelle svolte oggi. Chi ha studiato cinque anni deve avere mansioni all'altezza dei sacrifici che ha fatto».

Quanto ai medici, «il problema è diverso - ribadisce Schillaci - perché mancano in misura minore rispetto agli infermieri. Ci saranno però grandi difficoltà nei prossimi 3-4 anni, a causa della gobba pensionistica». «Se in passato ci fosse stato un maggiore accesso a Medicina - osserva il ministro - oggi avremmo avuto meno carenze. Comunque, i posti per Medicina all'Università sono destinati a crescere. Ma mi fa riflettere che il pubblico non trova professionisti e le cooperative sì». Guardando avanti «la situazione è complessa - ammette Schillaci - ma abbiamo tanti specializzandi. Sarà importante il loro supporto nel futuro prossimo, per far fronte alle carenze. Dobbiamo far entrare questi giovani nel pubblico, cosa che magari, grazie alle soddisfazioni che dà il lavoro nel sistema sanitario nazionale, li fidelizza e poi li farà restare anche da specializzati».

Mentre il Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza sottolinea il suo potenziale innovativo per un sistema sanitario italiano più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini e nel 2024 è previsto il lancio del Portale nazionale che non erogherà servizi di telemedicina, ma monitorerà la diffusione della telemedicina nelle attività di assistenza sanitaria erogate su tutto il territorio nazionale.

La sanità pubblica è donna (70%), ma solo una su quattro è ai vertici

La sanità pubblica in Italia si "regge" sulle donne. Secondo i dati del ministero della Salute, Annuario statistico del Ssn-Sistema sanitario nazionale, «le donne che operano stabilmente nelle strutture del Ssn, al 31 dicembre 2022, rappresentano il 70% degli oltre 625mila professionisti. Negli ultimi dieci anni la presenza femminile nelle strutture del Ssn si è sempre più affermata, con un aumento di quasi cinque punti percentuali, anche nel periodo pre-pandemico, in cui si è registrata una notevole contrazione del personale dipendente totale del Ssn», sottolinea il ministero sul proprio sito in occasione dell'8 marzo la Giornata internazionale della donna. Ma ai vertici di ospedali e Asl solo una su quattro è donna. «La percentuale di donne medico titolare di un incarico di direttore di struttura rimane inferiore a quella degli uomini e invariata nel tempo - evidenzia il report - solo l'8,3% delle donne medico hanno un incarico di struttura nel 2022, mentre per gli uomini il valore sale al 20,6%; in altri termini l'80% degli incarichi è ricoperto da uomini e solo il restante 20% da donne».

«Al 31 dicembre 2022 le donne medico del Ssn sono oltre 53mila e hanno superato il numero di medici uomini, rappresentando oltre il 52% del totale dei medici - prosegue il report -. I dati relativi al numero di assunzioni confermano la maggiore immissione nel sistema di medici donna: nel corso del 2022 le donne assunte sono state circa 46mila unità pari al 68,1% del totale degli assunti. Tra i medici il 58,3% degli assunti sono donne, nel personale infermieristico tale percentuale è pari al 76,2%».

«La presenza femminile è maggiormente concentrata nell'area funzionale dei servizi e dell'area funzionale di medicina. Per quanto riguarda l'area della chirurgia, si evidenzia nel corso degli ultimi anni un incremento della presenza femminile, che passa dal 28,4% al 35,6% - si legge nel report -. Anche per i medici di medicina generale si registra un trend crescente della presenza femminile: nel 2023 dei 37.991 medici di medicina generale il 42,3% è donna. Anche nel 2023 si conferma la maggior presenza di pediatri di libera scelta donna (69,9% del totale dei pediatri di libera scelta)».

Tante opportunità grazie alla tecnologia

Ia-Intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie, stampanti 3D, robotica e realtà aumentata. Sono alcuni dei progressi tecnologici degli ultimi anni che, in modo sempre più deciso, stanno entrando anche nell’ambito della medicina e della salute che, proprio grazie all’innovazione, potrebbe diventare sempre più efficiente.

«Dobbiamo – precisa Silvia Movio, director di Hunters – fare una prima premessa che è molto importante: la tecnologia, in qualunque sua forma, non sostituirà mai il preziosissimo e fondamentale lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari, ma l’automazione e la possibilità di elaborare e interpretare una grande quantità di dati potranno sicuramente migliorare la diagnosi e il trattamento di numerosissime patologie. Questa rivoluzione si traduce, ovviamente, nella necessità per le strutture pubbliche e private di trovare competenze sempre più specifiche. Nei prossimi mesi, infatti, cresceranno dell’8% le opportunità per medici radiologi, oftalmologi e medici impiegati nella telemedicina».

Gli algoritmi stanno cambiando radicalmente anche il modo di fare diagnosi, sono fondamentali nella fase di interpretazione delle immagini e aiutano ad analizzare enormi quantità di dati per fornire una visione completa e sempre più accurata del quadro clinico dei pazienti, portando a diagnosi sempre più accurate, tempestive e precise. L'Ia non solo identifica i rischi di malattie, ma aiuta anche a personalizzare le strategie preventive. Basandosi su variabili come l'età, il genere, la storia clinica e lo stile di vita di un individuo, l'Ia può suggerire piani di intervento preventivo su misura. Questo approccio personalizzato è fondamentale, poiché ciò che funziona per una persona potrebbe non essere efficace per un'altra.

«Nei prossimi anni – aggiunge Movio – le competenze, anche in ambito tecnologico, per medici, infermieri e operatori sanitari saranno sempre più centrali. I medici del futuro saranno chiamati a interagire sempre di più anche con le macchine per fornire ai pazienti un supporto sempre più accurato e preciso».

Non parliamo quindi di nuove professionalità, ma di reinvenzione del mestiere del medico. Per esempio, tecnologie basate sull’Ia controllano già oggi le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (Tomografia Computerizzata o Risonanza Magnetica), standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti. Differenti specializzazioni mediche si distinguono già per un alto impatto dell’Ia nei processi di indagine ed analisi. La maggior parte di queste applicazioni infatti riguarda la radiologia: molto avanzate sono le applicazioni dell’Ia alla mammografia, per lo screening oncologico, ma ce ne sono anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico a supporto degli esami endoscopici. Interessanti anche le prospettive per i medici impiegati nella telemedicina, sempre più centrale nella sanità del futuro.

Intanto Cerba HealthCare Italia continua a crescere e offre sempre più opportunità di lavoro. Il gruppo, attivo nell’ambito della diagnostica e nelle analisi cliniche di laboratorio, presente in 16 regioni con più di 400 strutture tra poliambulatori, laboratori analisi e punti prelievo, nel 2024 offrirà opportunità di carriera a 53 figure da inserire, in ambito sanitario e corporate, su gran parte del territorio nazionale. Le posizioni aperte in ambito sanitario:

  • Otto tecnici di laboratorio tra Campania, Sardegna, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino: lavoreranno negli Hub e nelle strutture specializzate, fra le altre cose, in biochimica clinica, tossicologia, ematologia, microbiologia, virologia, anatomia patologica, genetica molecolare e citogenetica;
  • Cinque biologi tra Veneto, Basilicata, Lombardia, Campania, Lazio;
  • 13 infermieri tra Puglia, Molise, Campania, Abruzzo, Lazio, Veneto;
  • Cinque operatori Call center tra Campania, Lombardia;
  • 12/ addetti front-office/segreteria tra Liguria, Lazio, Lombardia, Campania, Veneto, Molise
  • Un medico anatomopatologo in Puglia.

Le posizioni aperte in ambito organizzativo e corporate tra Roma e Milano:

  • Un treasury specialist;
  • Due accounting coordinator;
  • Un business controller;
  • Un It system administrator specialist;
  • Un data analyst;
  • Un It analyst;
  • Un Lis specialist;
  • Un legal counsel.

Per maggiori informazioni: www.cerbahealthcare.it.

Ma si continua a risparmiare sul personale

La spesa sanitaria aumenta, ma si continua a risparmiare sul personale. A confermarlo è il Conto economico relativo al 2021 pubblicato dal ministero della Salute: a fronte di un finanziamento del Ssn aumentato, tra il 2010 ed il 2021, del 19,9%, il costo del personale è cresciuto solo del 2,77%. Ma c’è un altro dato che, sebbene in modo indiretto, è legato all’evidente intenzione di disinvestire sul personale sanitario: la formazione continua, la cui spesa nel 2021 è diminuita del 7,72% rispetto al 2019 e del 23,72% rispetto al 2010. A fronte di tali tagli, però, assistiamo all’aumento notevole di altri capitoli di spesa, a cominciare dalla voce relativa a consulenze, collaborazioni e lavoro interinale sanitari, per i quali nel 2021 si è speso oltre 900 milioni di euro in più rispetto al 2019, registrando un aumento del 79,28%. Se non bastasse, uno studio realizzato da AstraRicerche in collaborazione con Novartis Italia, ha rivelato come il 35% degli italiani è sempre più preoccupato per il futuro della propria salute. Tra le fonti di maggiore preoccupazione l’invecchiamento e le malattie legate all’età.

Per risollevare lo scenario, è essenziale invertire la tendenza e rilanciare l’offerta sanitaria tornando a investire realmente sul personale sanitario. Nell’era della sanità 4.0 fatta di innovazione, il mondo della fisioterapia è tra i primi che, per stare al passo ha accolto l’avvento delle nuove tecnologie, soprattutto per quanto riguarda la formazione: modificando gli strumenti a disposizione per tutto ciò che può essere un aiuto da applicare nella quotidianità della professione. Proprio nell’ottica di coinvolgere le nuove generazioni e prendere in carico la formazione dei futuri fisioterapisti del domani, Niccolò Ramponi, Valerio Barbari, Stefano Diprè, Giandomenico Campardo e Paolo Torneri, i fondatori di FisioScience, hanno creato un canale di divulgazione scientifica di nozioni e pratiche per fisioterapisti e studenti. Solo lo scorso anno la piattaforma ha gestito la quota record di quasi 3mila professionisti formati e oltre un milione di fatturato.

L'eccellenza dei dispositivi medici

Cresce l’esportazione di dispositivi medici (+3,5%) e aumenta la domanda pubblica di tecnologie mediche (+6,7%) a testimonianza di una maggiore richiesta di salute da parte di una delle popolazioni più longeve del mondo. Ma gli effetti del payback e della mancanza di una politica industriale a supporto del settore iniziano a manifestarsi chiaramente. Infatti, il nostro Paese risulta poco attrattivo per le imprese: calano gli investimenti in ricerca e sviluppo del 30,1%, sebbene siano presenti sul territorio 4.641 aziende e 117.607 dipendenti, oltre a una filiera della salute fatta di eccellenze sia in termini di strutture sanitarie che di professionisti altamente qualificati. Una situazione paradossale che rischia di impoverire il territorio, abbassando il livello di assistenza per i pazienti e portando all’estero molte imprese (nel 2028, sette aziende su dieci prevedono di rivolgersi a mercati esteri) a causa di una mancanza di governance e di una politica industriale poco lungimirante. Per Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici, «è tempo di agire: occorre ricomprendere il superamento del payback, il prelievo dello 0,75% e le politiche industriali in un unico grande disegno strategico che bilanci la sostenibilità economica con lo sviluppo delle imprese nel Paese».


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