lunedì 28 febbraio 2022
Primi effetti delle sanzioni occidentali. La banca centrale rialza i tassi, code agli sportelli per ritirare contati. Aprono in calo le borse europee
Borsa di Mosca chiusa per il crollo del rublo

Borsa di Mosca chiusa per il crollo del rublo - Ansa

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Mentre gli occhi sono puntati sul negoziato al confine tra Ucraina e Bielorussia, il sistema finanziario russo è praticamente paralizzato dopo le ultime mosse occidentali (come quella della Bce contro le filiali della Sberbank) in attesa della diffusione dell'elenco ufficiale delle banche che saranno sospese dal sistema Swift. La Borsa di Mosca è stata costretta a chiudere subito dopo l’avvio delle contrattazioni per il crollo del rublo e la decisione della Banca Centrale decide di aumentare il tasso d’interesse dal 9,5% al 20%. La valuta russa è scesa bruscamente raggiungendo il record di 109 dollari - rispetto agli 83,5 di mercoledì, il giorno prima dell'invasione dell'Ucraina - e 119 euro, rispetto ai 93,5. Il rublo era già fortemente diminuito rispetto alle principali valute mondiali e molti russi si sono accodati durante il week-end agli sportelli automatici durante il fine settimana, sperando di ritirare i risparmi e cambiarli con valuta estera prima che i tassi crollassero ulteriormente. Bisognerà aspettare il pomeriggio per conoscere le ulteriori misure che la banca centrale adotterà per contrastare le sanzioni occidentali. Stamane l'istituto ha deciso di sospendere temporaneamente gli ordini di vendita di titoli da parte di stranieri, e nel pomeriggio è atteso l'intervento del Governatore. Decisioni che arrivano dopo che l'agenzia di rating S&P Global ha tolto la tripla B al debito sovrano russo declassandolo in maniera significativa.

L'inasprimento delle sanzioni per l'invasione dell'Ucraina mette sottopressione i mercati, con un nuovo balzo di petrolio e gas. Dopo una chiusura contrastata in Asia, in Europa le contrattazioni sono partite in forte calo con Milano che ha toccato anche -3%. In caduta libera anche gli altri listini del Vecchio continente con lo Stoxx 600 che lascia sul terreno il 2,4%. A pagare il conto sono principalmente le banche, molte delle quali sono esposte in Russia e con l'esclusione di Mosca dal circuito di pagamento Swift.In flessione anche l'energia con il petrolio Wti che cresce di oltre il 4% a 95,89 dollari e il Brent a 102 dollari. Balzo anche per il gas. Il prezzo ad Amsterdam, dopo un rialzo iniziato del 33%, ha ritracciato a 109 euro al Mwh. Intanto alcuni importatori hanno sospeso gli acquisti dalla Russia a causa delle nuove sanzioni. Gli investitori scommettono sull'ipotesi che le banche centrali, tra cui la Fed, decideranno di rallentare la politica aggressione sul fronte dei tassi d'interesse. C'è ora attesa per Wall Street dove i future sono in netto calo e si preannuncia un avvio di seduta in flessione.

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