
Oltre l’85% delle famiglie italiane è ormai sul mercato libero del gas. Eppure, in termini di convenienza, nel 2024 il prezzo del gas è stato più conveniente per i clienti domestici nel servizio di maggior tutela. Una “beffa”, ancora peggiore se si considera che sul mercato libero si trovano ormai anche 8 milioni di clienti “vulnerabili”, persone che hanno compiuto 75 anni o che sono in condizioni economiche svantaggiate, contro i 3 milioni ancora in regime di tutela. È questo uno degli aspetti contradditori che si colgono dalla Relazione al Parlamento dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), relazione presentata ieri dal presidente dell’organismo, Stefano Besseghini. È il «fallimento» del mercato libero? Presto per dirlo, certo è che, in generale, nel confronto internazionale con i principali Paesi dell'area euro il prezzo medio del gas naturale (comprensivo di imposte e oneri) per i consumatori domestici in Italia ha registrato nel 2024 un aumento significativo (+15,1%) raggiungendo i 13,1 centesimi di euro/kWh. E sul mercato libero, rispetto a quello tutelato, come detto è andata anche peggio.
Contrariamente a quanto accaduto nel 2023, i consumatori italiani hanno pagato tariffe superiori del 5,3% rispetto alla media dell'Area euro (-8,3% nel 2023). I prezzi più alti sono stati raggiunti nei Paesi Bassi (16,8 centesimi di euro/kWh) e in Portogallo (14,8), mentre quelli più bassi in Ungheria (2,88) e Croazia (4,62). Lo rileva la relazione annuale Arera 2024. L'aumento è sostanzialmente riconducibile a due fattori: la crescita dei costi di rete (passati da 2,6 centesimi di euro/kWh nel 2023 a 3,0 nel 2024) e, soprattutto, quella della componente fiscale (passata da 0 a 3,2 centesimi di euro/kWh). Nel 2024, infatti, sono esauriti gli effetti degli interventi governativi che avevano stabilito la riduzione dell'Iv al 5% e l'azzeramento temporaneo degli oneri di sistema che aveva, di fatto, annullato l'impatto di questi ultimi sul prezzo del gas.
«Se la valutazione delle ragioni della scelta di un vulnerabile di stare sul mercato libero può essere ampia, certamente è da segnalare l'atipicità dei clienti destinatari di bonus che si trovano sul mercato libero – ha sottolineato Besseghini –. Poiché è stabilmente vero che pur con intensità variabili il mercato libero ha sempre espresso costi superiori rispetto a quello di tutela, tali clienti si trovano con un bonus che in parte viene eroso dai maggiori costi della fornitura». I clienti non vulnerabili che non hanno scelto il mercato libero saranno serviti fino a marzo 2027 dal servizio a tutele graduali, data in cui transiteranno automaticamente sul mercato libero». Che ci sia ancora una certa “confusione” sul mercato lo dimostrano gli oltre 2 milioni di euro di indennizzi riconosciuti agli utenti italiani di luce e gas nel 2024. I reclami scritti aumentano in particolare proprio per il mercato del gas (+19,5%), con l’83,3% dei reclami proveniente da clienti domestici nel mercato libero.
L’Arera ha evidenziato nella sua relazione anche che a partire dal 1° luglio la bolletta di luce e gas cambierà volto, come già annunciato. «La nuova bolletta nasce per migliorare il rapporto del cittadino con il mercato dell’energia, rendendo più semplice l’accesso ai dati sui consumi, alle condizioni economiche sottoscritte e all’evoluzione dei propri comportamenti energetici», ha spiegato Besseghini, secondo cui la bolletta «deve parlare in modo comprensibile a tutti». Il cuore innovativo del documento è lo “scontrino dell’energia”, una rappresentazione sintetica ma efficace della composizione del costo totale, secondo la semplice formula “quantità per prezzo”: ogni utente potrà comprendere a colpo d'occhio da quali componenti è formata la propria spesa energetica, distinguendo tra le parti legate ai consumi effettivi, le quote fisse e, per l’energia elettrica, la quota potenza”. Viene inoltre introdotto il “box offerta”, ovvero «uno spazio dedicato a riepilogare con precisione e chiarezza le condizioni economiche applicate».
Dalla relazione dell’Arera si evince ancora che nel 2024 sono stati ampi i divari tra i Paesi europei riguardo al prezzo dell’energia elettrica, diminuito in Italia dell’8%. Le famiglie italiane pagano però ancora il prezzo più alto (35,70 centestimi di euro/kWh) dopo quelle tedesche (41,13). I prezzi finali pagati dalle famiglie italiane, infatti, continuano a essere penalizzati dalle componenti di oneri, imposte e tasse il cui incremento del 28% ha annullato le riduzioni registrate dalla componente energia e dai costi di rete. Nel confronto internazionale, la componente fiscale italiana risulta essere la più elevata, superiore a quella della Francia (+51%), della Spagna (+36%), e della media dell'Area euro (+18%). Altro dato significativo: oltre la metà degli italiani (54,8%) preferisce il prezzo fisso della luce in bolletta.
Infine, dalla relazione Arera si rileva che nel 2023 la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata pari a circa 29,3 milioni di tonnellate, in lieve aumento dello 0,7% rispetto al dato 2022. Nota positiva: si conferma il trend di crescita della raccolta differenziata, che aumenta più di un punto percentuale rispetto al 2022, passando dal 65,2% al 66,6% (in termini quantitativi quasi 19,5 milioni di tonnellate di rifiuti differenziati). Per quanto riguarda l’acqua, nel 2024, la spesa media sostenuta da una famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 metri cubi, risulta a livello nazionale pari a 365 euro/anno (2,43 euro per metro cubo consumato).