martedì 10 ottobre 2023
La politica monetaria della Bce pesa sulle rate mensili e dopo il rialzo di settembre sono attesi nuovi aumenti. Il credito al consumo al 10,63%, prestiti a famiglie e imprese in calo
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Il costo del denaro sale ancora e mette in forti difficoltà le famiglie indebitate che si ritrovano con rate sempre più corpose. Il rapporto “Banche e moneta” di Bankitalia diffuso stamattina conferma un nuovo aumento dei tassi di interesse. Per i mutui erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni (comprensivi delle spese accessorie: il tasso annuale effettivo globale, Taeg) si sono collocati al 4,67 per cento, in lieve rialzo rispetto al 4,58 di luglio. La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 27 per cento (come nel mese precedente), precisa via Nazionale.

Se si guarda invece aI Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo, questo si è collocato al 10,63 per cento (10,48 nel mese precedente). Lieve arretramento, invece, per i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie che sono stati pari al 5,01 per cento (5,09 nel mese precedente).

A fronte di tassi così elevati si registra un'ovvia contrazione del mercato: i prestiti al settore privato sono diminuiti del 3,4 per cento in 12 mesi, quelli alle famiglie dello 0,6%, quelli alle società non finanziarie del 6,2%. Per quanto riguarda i tassi le percentuali potrebbero subire altri ritocchi nei prossimi mesi. A settembre Bce ha dato una nuova stretta al costo del denaro che non è stata ancora recepita dalla banche.

Resconto dell'Abi sul secondo trimestre. Qualche giorno fa è stata l'Abi a fare il punto sui mutui pagati dagli italiani nel secondo trimestre del 2023. Il tasso medio applicato alle famiglie sui nuovi mutui a tasso fisso per l'acquisto di abitazioni e' risultato del 4,32%, con minime differenze tra le singole aree territoriali. In particolare, il tasso piu' elevato si e' registrato nel Nord-Est con il 4,40%, seguito dal 4,35% nelle Isole, 4,31% nel Nord-Ovest, 4,30% nel Sud. Il livello piu' basso si e' riscontrato nel Centro con il 4,27%. I tassi sui nuovi mutui a tasso variabile sono risultati un po' piu' alti di quelli a tasso fisso: 4,76% a livello nazionale, rispetto al 4,32% del fisso. Nelle singole aree territoriali i tassi variabili sono stati: 4,80% nel Nord-Ovest; 4,75% nel Nord-Est, 4,71% nel Centro e 4,86% nelle Isole%. Il livello piu' basso dei mutui a tasso variabile si e' riscontrato nel Sud con il 4,66%.Sempre nel secondo trimestre 2023, i tassi praticati alle imprese sui nuovi prestiti connessi ad esigenze di investimento sono risultati mediamente del 5,26% a livello nazionale, 5,21% nel Nord-Ovest, 4,99% nel Nord-Est, 5,33% nel Centro, 5,98% nel Sud e Isole; il maggior livello dei tassi nel Mezzogiorno riflette la maggiore rischiosita' dei prestiti alle imprese: a giugno 2023 il rapporto sofferenze lorde su impieghi alle imprese e' stato, infatti, piu' elevato nel Mezzogiorno (3,4% rispetto al 2,0% del totale Italia, 1,5% nel Nord e 2,7% nel Centro).

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