giovedì 10 ottobre 2019
La prima agenzia in Europa per la gestione del rischio sul lavoro impegnata in una campagna di sensibilizzazione. Confronto con gli investitori l'11 ottobre a Roma
La sicurezza passa anche dalla raccolta fondi
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«Con i valori che portiamo, cioè la protezione della vita a ogni costo, abbiamo pensato che fosse indispensabile dare la possibilità al maggior numero possibile di persone di poter diventare parte di Kelony. La nostra filosofia d’azione sintetizzata nel nostro motto - Life First! – non poteva che trovare un interlocutore più adeguato del “crowd”, cioè tutti noi. Abbiamo tutti qualcosa da proteggere». Lo dice con orgoglio Angela Pietrantoni, general manager della prima agenzia in Europa per la gestione del rischio sul lavoro. Con la raccolta di capitali in modalità equity crowdfunding - sulla piattaforma Crowdfundme, si concluderà a fine ottobre, punta a un obiettivo di 250mila euro - oltre alla diffusione dei propri valori, Kelony intende imprimere una forte accelerazione alla crescita in modo da poter diffondere a più vasto raggio gli strumenti per l’innalzamento della tutela delle persone e delle aziende nelle quali le persone lavorano. L'agenzia è nata e cresciuta in Italia (alla fine del 2017). È presente in 12 sedi europee, di cui cinque italiane (Milano, Genova, Parma, Torino, Roma, Bruxelles, Parigi, Cracovia, Londra, Monte Carlo, Ginevra e Pristina) e si fa portatrice internazionale della filosofia Life First!, basata sulla protezione delle persone, ovunque esse lavorino o si trovino, quindi delle aziende e di ogni aspetto della vita professionale e sociale, a partire dalla sicurezza digitale. Rappresenta un'innovazione epocale, dal momento che ha cambiato radicalmente l’approccio alla sicurezza: sia sotto l’aspetto dell'analisi, sostituendo alla classica "valutazione del rischio” una vera e propria quantificazione poliedrica di solidità delle imprese dinanzi ai rischi, secondo i presupposti della “Cindynics” (Scienza del rischio), sia sotto quello della protezione, con la nuova disciplina della Risk Neutralisation, che consiste nell'attuare le strategie di difesa più efficaci composte da protocolli, tecniche e algoritmi. Inoltre, grazie al forte grado di tutela che garantisce presso le aziende che protegge, ha finora ottenuto un buon attestato di fiducia da parte del mercato, raggiungendo un Ebitda del 21% e una crescita annua del fatturato del 468,5%.

«Svilupparci significa diffondere il nostro metodo e salvare vite, ma anche dare la possibilità a ognuno di essere partecipe della propria tutela - spiega il presidente Genséric Cantournet. Tutti i nostri investitori, inclusi quelli che investono il chip minimo di 250 euro, avranno la piena visibilità sulla nostra crescita, riceveranno informazioni puntuali, ma soprattutto faranno parte di noi e saranno protagonisti nel rendere il mondo un luogo più sicuro. Infine, dal punto di vista del rendimento significa investire facendo la cosa giusta su un investimento ad alto potenziale. Abbiamo deciso di confrontarci con il pubblico degli investitori per raccontare chi siamo e quali sono i nostri obiettivi racchiusi nei nostri valori. Il prossimo appuntamento è a Roma, l’11 di ottobre, alle ore 11, e si svolge nella prestigiosa sede della Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva».

L’esigenza sociale di sicurezza è in grande aumento. Il mondo è cambiato, è sempre più indeterminato e complesso. In questo contesto è sempre più difficile scegliere e le scelte che si fanno comportano grandi responsabilità. Chiunque di noi sta sperimentando che si fanno scelte in balia di molteplici informazioni, troppe, senza la possibilità di verificarle o validarle a causa sia della velocità richiesta dal mondo odierno sia dalle mille specializzazioni di cui ci sarebbe bisogno per fare una scelta consapevole. Questo comporta
grandi rischi ai quali siamo tutti sottoposti: le persone, le aziende, lo sviluppo sociale e il grado di civilizzazione della società stessa. Questi rischi non sono attualmente controbilanciati da un pensiero forte in grado di abbatterli e quello che è peggio si usano strumenti vecchi come per esempio il calcolo delle probabilità. «Da quando esiste l’umanità il rischio è stato gestito tramite gli oracoli, le profezie e il fato. Solo dal 1654, dalla corrispondenza tra Pascal e Fermat, nasce il calcolo della probabilità, oggi ancora utilizzato nelle metodologie classiche dal risk assessment alla risk analysis. Ora, ditemi voi se nell’era digitale si possono avere ancora strumenti e tecniche basati su un calcolo nato oltre 400 anni fa - afferma Cantournet -. Sì perché negli ultimi 2mila anni di vita dell’uomo, solo gli ultimi 30 anni, quelli della digitalizzazione, stanno pesando di più in termini di rischi di quanto non abbiano prodotto tutti gli anni precedenti. Stanno portando anche novità e opportunità ovviamente, a patto di occuparsi con grande determinazione di neutralizzazione dei rischi. Noi di Kelony abbiamo voltato pagina, abbiamo messo a punto un metodo totalmente avveniristico, in linea con i rischi del giorno d’oggi e in continuo divenire. Ispirandoci alla Scienza del rischio, abbiamo attirato intorno a noi le migliori competenze internazionali e interdisciplinari e abbiamo sviluppato un Protocollo Veva e diversi algoritmi in grado di abbattere i rischi».

In pratica l'agenzia misura questa distanza ed elabora le strategie di abbattimento del rischio grazie al Protocollo e ad algoritmi a logica quantistica. In particolare esistono rischi che non hanno ancora un nome e che Kelony è in grado di intercettare. Questi sono i rischi Apex e i rischi Intercorrelati, che sono anche in grado di far chiudere un’Azienda. In particolare i Rischi Apex, sono quelli all’origine di una catena deleteria di eventi, e i rischi Intercorrelati sono la possibile propagazione dei rischi Apex. «Per esempio - precisa la general manager - nei disastri dei Boeing 737 Max che si schiantarono, a marzo e ottobre scorso, causando la morte di 346 persone, tra i quali anche italiani, un rischio Apex è la errata configurazione di un software antistallo chiamato Mcas. Un rischio Intercorrelato è di aver trascurato l’addestramento dei piloti
alla nuova configurazione del software. E purtroppo di esempi ne potremmo fare molti altri, dal Ponte Morandi a Genova lo scorso anno o l’incendio nello stabilimento chimico di Rouen, dove i danni riguardano la salute pubblica in primis a causa dell’esposizione delle persone alla trasformazione di 5.253 tonnellate di prodotti chimici andate in fumo (contatto cutaneo, inalazione, ingestione), ma anche danni ambientali e di reputazione per l’azienda».

Le imprese più solide, quelle che si rivolgono all'agenzia per aumentare il livello di tenuta nei confronti dei rischi, sono anche quelle che dopo un certo percorso ricevono la qualifica di eccellenza Kelony-Assured che le aiuta a distinguerle dal resto del mercato. I piani formativi proposti ai propri clienti coprono l’insieme delle tematiche d’interesse e vengono personalizzati a seconda dei bisogni e delle modalità per mettere in protezione la specifica realtà, a seconda anche dei processi da mettere in sicurezza. La formazione fa parte della strategia di difesa elaborata dall'agenzia. A partire dal principio che l’uomo è l’elemento che distingue l’efficacia di un processo e della sua messa in sicurezza. «Ci comportiamo come l’olio negli ingranaggi di un meccanismo di precisione - sostiene il presidente -. L’uomo è da proteggere e da rendere consapevole che per proteggere occorre cambiare strategia. I nostri interventi sono tutti profondamente innovativi e impegnano persone aperte di pensiero e desiderose di trasformare la tutela in un obiettivo reale ed efficace. Non a caso abbiamo chiamato i migliori al mondo, perché la lotta al rischio non ammette approssimazioni. Le strategie elaborate sono infatti l’alleanza tra le migliori competenze e la potenza algoritmica. Ma c’è sempre l’uomo al centro, l’uomo è la soluzione».

Kelony, nello stesso modo in cui rileva nuovi pericoli, sviluppa nuovi interventi per l’abbattimento del rischio al fine di incrementare il livello di tutela e di solidità e contemporaneamente rafforza il grado di civilizzazione dell’azienda e dell’intera comunità di persone. Per questo, basandosi sulla Cindynics, la Scienza del rischio, ha elaborato un inedito Protocollo con una visione basata sull’olismo e sulle capacità di guardare nella giusta direzione allo scopo di neutralizzare il rischio. «A oggi - conclude la general manager - non esistono sul mercato professionalità di Cindynics, i kelonyani attivi sono stati formati da noi. Il successo della raccolta di capitale ci permetterà di rafforzare il nostro Centro di ricerca e iniziare collaborazioni con Università anche tramite la promozione di borse di studio che abbiamo deciso di finanziare al fine di formare tanti giovani sulla Scienza del rischio».

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