lunedì 16 dicembre 2013
Nel Sud l'aumento più marcato delle persone che vivono in severa deprivazione.
Eurozona, Draghi: ripresa fragile
Scuola non a misura di disabili
COMMENTA E CONDIVIDI

Quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno (48%) è a rischio di povertà ed esclusione: per tutti gli indicatori i valori sono tripli rispetto a quelli osservati nel Nord. Lo rileva l'Istat nel Report su reddito e condizioni di vita del 2012. "L'aumento della severa deprivazione - prosegue l'Istituto nazionale di statistica- significativo in tutte le aree, risulta più marcato nel Mezzogiorno, da 19,7 a 25,2% (+5,5 punti percentuali) rispetto al Nord, dove passa da 6,3% all'8,3% (+2 punti), e al Centro, da 7,4 a 10,1% (+2,6 punti percentuali)". Le diverse situazioni di difficoltà economica coinvolgono più frequentemente gli individui in famiglie con cinque o più componenti (il 28,7% è a rischio di povertà e il 23,5% è severamente deprivato mentre la bassa intensità lavorativa è più diffusa tra le famiglie di uno o due componenti) e in famiglie monoreddito (per tutti e tre gli indicatori i valori sono più che doppi rispetto a quelli osservati tra i componenti delle famiglie con due o più percettori). Nel 2012 la severa deprivazione aumenta di più fra le persone che hanno come entrata familiare principale un reddito da lavoro autonomo (la quota sale al 12,6% dal 7,1% dell'anno precedente) rispetto a quelle con un reddito prevalentemente da lavoro dipendente (dal 10,7 al 13,7%). Per la prima tipologia di famiglie ad aumentare è soprattutto l'incapacità a sostenere spese impreviste (dal 30% al 35,7%), a fare in un anno una settimana di ferie lontano da casa (dal 38% al 43,7%), a riscaldare adeguatamente l'abitazione (dal 12,8% al 17,7%).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: