martedì 4 dicembre 2018
Il lavoratore che percepisce l’indennità di malattia e vuole spostarsi fuori dall'Italia deve farsi autorizzare dall’Istituto se vuole conservarla
Farsi curare all'estero
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Serve il nulla-osta dell’Inps per farsi curare all’estero. Il lavoratore che percepisce l’indennità di malattia e vuole spostarsi fuori Italia per farsi curare, infatti, deve farsi autorizzare dall’Inps se vuole conservare l’indennità economica percepita. Lo spiega lo stesso ente di previdenza nel messaggio n. 4271/2018.

La novità è l’aggiornamento di una procedura già in uso per i casi di trasferimento all’estero, in Paesi sia europei sia extraeuropei di lavoratori durante l’assenza dal lavoro per malattia. Finora per conservare il diritto alla relativa indennità di malattia il lavoratore doveva munirsi di una specifica autorizzazione rilasciata, secondo i casi, dall’Asl oppure dallo stesso Inps. Per adeguarsi alla normativa Ue, l’Inps riqualifica questo provvedimento di autorizzazione come valutazione medico legale avente la finalità di escludere eventuali rischi di aggravamento del paziente, derivanti dal trasferimento all’estero, da cui potrebbe derivare un maggiore costo per l’indennità di malattia a carico Inps. In base alle nuove regole, qualora il paziente effettui comunque il trasferimento nonostante parere negativo dell’Inps (cosa che evidentemente non può essergli vietata in alcun modo) l’indennità verrà sospesa. La novità, spiega l’Inps, riguarda soltanto il caso di provvedimenti di autorizzazione rilasciati dall’Inps e non anche eventuali autorizzazioni rilasciate dalle Asl relative alla copertura delle prestazioni sanitarie erogabili in convenzione all’estero.

D’ora in avanti, pertanto, ai fini del riconoscimento dell’indennità di malattia, il lavoratore che intende andare in altro Paese dell'Unione Europea deve procedere con una preventiva comunicazione alla sede territoriale Inps di competenza per le necessarie valutazioni medico-legali. L’Inps, nei limiti delle disponibilità organizzative, procederà a convocare il prima possibile il lavoratore a visita di controllo ambulatoriale, sia al fine di accertare l’effettivo stato d’incapacità al lavoro e sia per verificare che non vi siano rischi di aggravamento in conseguenza del trasferimento verso l’estero. Al termine della visita è previsto il rilascio al lavoratore di un apposito verbale valutativo; il lavoratore dovrà fornire un indirizzo di reperibilità all’estero per eventuali possibili controlli medico legali.


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