martedì 9 giugno 2020
Quasi 16 milioni solo negli Usa. Anomalo il caso Italia: disoccupazione in calo perché è boom di inattivi
Allarme Ocse: ad aprile 18,4 milioni di disoccupati in più
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Aumento record della disoccupazione nell'area Ocse ad aprile con gli Stati Uniti che fanno la parte del leone. L'incremento di 2,9 punti percentuali all'8,4%, contro il 5,5% di marzo, rileva l'organizzazione parigina, è "senza precedenti" e riflette l'impatto delle misure di contenimento imposte per contrastare l'epidemia di coronavirus. In cifre assolute, i disoccupati aumentano di 18,4 miioni a 55 milioni, con gli Stati Uniti che da soli registrano 15,9 milioni di senza lavoro in più. Secondo l'Ocse le statistiche sulla disoccupazione non colgono in pieno l'impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro. Emblematico a questo proposito il caso italiano dove si registra addirittura un calo di 1,7 punti percentuali del tasso di disoccupazione ad aprile "riflette principalmente l'incremento delle persone in età lavorativa classificate come inattive". Il tasso di disoccupazione dell'Italia è sceso dall'8% di marzo al 6,3% di aprile.

Nel dettaglio, il tasso di disoccupazione nell'area è cresciuto più velocemente tra le donne, con un balzo di 3,3 punti percentuali al 9,1%, contro l'aumento di 2,6 punti al 7,9% registrato tra gli uomini. Anche i giovani tra 15 e 24 anni sono stati fortemente colpiti: l'incremento, nel loro caso è di 5,5 punti percentuali al 17,6%, contro i 2,7 punti in più rilevati tra chi ha più di 25 anni. Forti sono le differenze tra i vari paesi dell'area. Nell'Eurozona il tasso di disoccupazione passa dal 7,1% di marzo al 7,3%, mentre in Giappone sale dal 2,5 al 2,6%. Più pesanti sono invece i dati di Canada (13% da 7,8%), Colombia (19,9% da 12,2%) e Usa dove il tasso di senza lavoro ha toccato il massimo storico del 14,7% dal 4,4% precedente. I primi dati di maggio mostrano che il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere in Canada (+0,7 punti percentuali al 13,7%), ma è sceso di 1,4 punti percentuali al 13,3% negli Usa. In Germania i dati amministrativi rilevano un incremento di 0,5 punti percentuali, mentre il Belgio segna una sostanziale stabilità e la Norvegia vede il tasso scendere sebbene rimanga ancora di 5 punti percentuali più alto rispetto a febbraio.

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