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Reuters
A pochi giorni dalla vittoria della sua lista per il nuovo cda di Generali, Mediobanca, sotto scalata di Mps, prova a sparigliare le carte del risiko bancario in corso. L’istituto guidato dall’ad Alberto Nagel ha infatti lanciato un'offerta pubblica di scambio volontario da 6,3 miliardi di euro per il 100% di Banca Generali, da pagare interamente con azioni di Generali Assicurazioni, di cui Piazzetta Cuccia è il primo socio con circa il 13% del capitale sociale. Il rapporto di concambio è fissato in 1,70 azioni Generali per ogni azione Mediobanca ex dividendo.
L'offerta comporta un prezzo implicito di offerta pari a 54,17 euro per azione con un premio pari all'11,4% rispetto ai prezzi dello scorso 25 aprile, del 9,3% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi dell'ultimo mese, del 6,5% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi degli ultimi 3 mesi.
Con questa operazione, negli obiettivi di Mediobanca, si punta ad avere attivi in gestione per 210 miliardi, ricavi per 2 miliardi, capacità di crescita per oltre 15 miliardi annui, portando così la stessa Mediobanca ad accelerare verso il raggiungimento dei target del piano One Brand-One Culture che al 2026 prevede il superamento dei 4 miliardi di euro di ricavi, un Eps di oltre 1,8 euro per azione e un monte dividendi complessivo in tre anni di circa 4 miliardi. L'operazione dovrà essere approvata dall'assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia prevista per il prossimo 16 giugno.
Mediobanca ipotizza sinergie per 300 milioni di euro, provenienti per il 50% da risparmi sui costi. L'Ops è subordinata al raggiungimento della soglia del 50% del capitale più un'azione e alle relative autorizzazioni fra cui quella dell'Antitrust (prevista entro settembre) e dovrebbe arrivare sul mercato a settembre, per concludersi a ottobre. La nascita della nuova società arriverebbe a contare su una rete complessiva di oltre 500 uffici (200 quelli di Mediobanca e 300 quelli di Banca Generali) presente su tutto il territorio nazionale con circa 3.500 private banker, raggiungendo da subito 4,4 miliardi di euro di ricavi (dai 3,7 miliardi previsti a giugno 2025, quando il gruppo chiude il bilancio 2024-2025) e 1,5 miliardi di utili (dai 1,3 miliardi previsti nel a fine giugno 2025).
"Generali è un fantastico investimento – ha sottolineato oggi Nagel durante una call con gli azionisti -. Abbiamo cercato questa opportunità per anni, in questo momento molte stelle si sono allineate. Siamo diventati più grandi in termini di wealth management rispetto a 5 anni fa, quando abbiamo iniziato a guardare a questa operazione. Abbiamo deciso che fosse il momento giusto di creare una grande riallocazione di capitale da insurance a wealth management".
Giovedì scorso, durante l’assemblea dei soci di Generali assicurazioni, la lista di Mediobanca si è aggiudicata 10 seggi su tredici del nuovo cda, con la conferma dell’ad Philippe Donnet e del presidente Andrea Sironi, rispetto ai tre seggi della lista di minoranza di Caltagirone. Un voto che si intreccia con la scalata di Mps a Mediobanca, che nei giorni scorsi ha visto il sì dei soci di Mps, tra cui Caltagirone e Delfin con il 7,8 e il 19,8%. Se andasse in porto l’offerta sul “salotto buono della finanza”, ovvero proprio Mediobanca, il controllo del Monte si estenderebbe infatti alle Generali, mutando i pesi dei soci attuali della compagnia del Leone. L’operazione lanciata ora da Mediobanca su Banca Generali cambia ancora le carte in tavolo. Se l’ops andrà in porto, i primi singoli azionisti di Generali saranno Delfin e Caltagirone.
La portata strategica dell'operazione - evidenzia Gabriel Debach, market analyst di eToro - "va oltre i numeri. Mediobanca, cedendo la sua storica partecipazione in Generali, trasforma il rapporto con il Leone di Trieste da finanziario a industriale, liberandosi dell'asset più ambito dagli scalatori e concentrando il capitale sul core business del wealth management. L'assemblea degli azionisti di Mediobanca, chiamata a esprimersi il 16 giugno, sarà il prossimo snodo cruciale". "La mossa di Piazzetta Cuccia è - sottolinea l'analista - una risposta diretta alla scalata ostile di Mps, sostenuta da Caltagirone e Delfin, che aveva puntato su Mediobanca proprio per la sua quota in Generali. Privando la banca senese di questa motivazione, l'Ops rischia di depotenziare l'interesse di Mps e di indebolire la strategia di Caltagirone di rafforzare la presa su Generali, dopo che la sua lista ha ottenuto solo tre consiglieri nel nuovo cda della compagnia triestina, contro i dieci della lista Mediobanca. Con questa mossa, Mediobanca dimostra di saper giocare d'anticipo, ridefinendo le regole del gioco e costringendo gli avversari a rivedere strategie e alleanze".
"Nel frattempo, il risiko si infiamma anche su altri fronti: dovrebbe partire in settimana l'offerta di UniCredit su Banco Bpm, mentre si attendono risposte dal governo in merito al golden power" e quindi, conclude Debach "la partita resta apertissima".