lunedì 28 aprile 2025
La mossa dell'istituto guidato da Alberto Nagel, a pochi giorni dalla vittoria nel cda di Generali, spariglia il risiko bancario in corso, compresa l'offerta di Mps sulla stessa Mediobanca
Da Mediobanca offerta da 6,3 miliardi per Banca Generali

Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

A pochi giorni dalla vittoria della sua lista per il nuovo cda di Generali, Mediobanca, sotto scalata di Mps, prova a sparigliare le carte del risiko bancario in corso. L’istituto guidato dall’ad Alberto Nagel ha infatti lanciato un'offerta pubblica di scambio volontario da 6,3 miliardi di euro per il 100% di Banca Generali, da pagare interamente con azioni di Generali Assicurazioni, di cui Piazzetta Cuccia è il primo socio con circa il 13% del capitale sociale. Il rapporto di concambio è fissato in 1,70 azioni Generali per ogni azione Mediobanca ex dividendo.

L'offerta comporta un prezzo implicito di offerta pari a 54,17 euro per azione con un premio pari all'11,4% rispetto ai prezzi dello scorso 25 aprile, del 9,3% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi dell'ultimo mese, del 6,5% sulla base del prezzo medio ponderato per i volumi degli ultimi 3 mesi.

Con questa operazione, negli obiettivi di Mediobanca, si punta ad avere attivi in gestione per 210 miliardi, ricavi per 2 miliardi, capacità di crescita per oltre 15 miliardi annui, portando così la stessa Mediobanca ad accelerare verso il raggiungimento dei target del piano One Brand-One Culture che al 2026 prevede il superamento dei 4 miliardi di euro di ricavi, un Eps di oltre 1,8 euro per azione e un monte dividendi complessivo in tre anni di circa 4 miliardi. L'operazione dovrà essere approvata dall'assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia prevista per il prossimo 16 giugno.

Mediobanca ipotizza sinergie per 300 milioni di euro, provenienti per il 50% da risparmi sui costi. L'Ops è subordinata al raggiungimento della soglia del 50% del capitale più un'azione e alle relative autorizzazioni fra cui quella dell'Antitrust (prevista entro settembre) e dovrebbe arrivare sul mercato a settembre, per concludersi a ottobre. La nascita della nuova società arriverebbe a contare su una rete complessiva di oltre 500 uffici (200 quelli di Mediobanca e 300 quelli di Banca Generali) presente su tutto il territorio nazionale con circa 3.500 private banker, raggiungendo da subito 4,4 miliardi di euro di ricavi (dai 3,7 miliardi previsti a giugno 2025, quando il gruppo chiude il bilancio 2024-2025) e 1,5 miliardi di utili (dai 1,3 miliardi previsti nel a fine giugno 2025).

"Generali è un fantastico investimento – ha sottolineato oggi Nagel durante una call con gli azionisti -. Abbiamo cercato questa opportunità per anni, in questo momento molte stelle si sono allineate. Siamo diventati più grandi in termini di wealth management rispetto a 5 anni fa, quando abbiamo iniziato a guardare a questa operazione. Abbiamo deciso che fosse il momento giusto di creare una grande riallocazione di capitale da insurance a wealth management".

Giovedì scorso, durante l’assemblea dei soci di Generali assicurazioni, la lista di Mediobanca si è aggiudicata 10 seggi su tredici del nuovo cda, con la conferma dell’ad Philippe Donnet e del presidente Andrea Sironi, rispetto ai tre seggi della lista di minoranza di Caltagirone. Un voto che si intreccia con la scalata di Mps a Mediobanca, che nei giorni scorsi ha visto il sì dei soci di Mps, tra cui Caltagirone e Delfin con il 7,8 e il 19,8%. Se andasse in porto l’offerta sul “salotto buono della finanza”, ovvero proprio Mediobanca, il controllo del Monte si estenderebbe infatti alle Generali, mutando i pesi dei soci attuali della compagnia del Leone. L’operazione lanciata ora da Mediobanca su Banca Generali cambia ancora le carte in tavolo. Se l’ops andrà in porto, i primi singoli azionisti di Generali saranno Delfin e Caltagirone.

La portata strategica dell'operazione - evidenzia Gabriel Debach, market analyst di eToro - "va oltre i numeri. Mediobanca, cedendo la sua storica partecipazione in Generali, trasforma il rapporto con il Leone di Trieste da finanziario a industriale, liberandosi dell'asset più ambito dagli scalatori e concentrando il capitale sul core business del wealth management. L'assemblea degli azionisti di Mediobanca, chiamata a esprimersi il 16 giugno, sarà il prossimo snodo cruciale". "La mossa di Piazzetta Cuccia è - sottolinea l'analista - una risposta diretta alla scalata ostile di Mps, sostenuta da Caltagirone e Delfin, che aveva puntato su Mediobanca proprio per la sua quota in Generali. Privando la banca senese di questa motivazione, l'Ops rischia di depotenziare l'interesse di Mps e di indebolire la strategia di Caltagirone di rafforzare la presa su Generali, dopo che la sua lista ha ottenuto solo tre consiglieri nel nuovo cda della compagnia triestina, contro i dieci della lista Mediobanca. Con questa mossa, Mediobanca dimostra di saper giocare d'anticipo, ridefinendo le regole del gioco e costringendo gli avversari a rivedere strategie e alleanze".

"Nel frattempo, il risiko si infiamma anche su altri fronti: dovrebbe partire in settimana l'offerta di UniCredit su Banco Bpm, mentre si attendono risposte dal governo in merito al golden power" e quindi, conclude Debach "la partita resta apertissima".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: