lunedì 26 febbraio 2018
Dallo scorso dicembre Angelo Raffaele Margiotta (nella foto) è il nuovo segretario della Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori, che conta 1,5 milioni di iscritti
«Vogliamo far nascere una lobby del lavoro»
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Dallo scorso dicembre è il nuovo segretario generale della Confsal. Angelo Raffaele Margiotta da Boscoreale (Napoli), 65 anni, con un passato nella scuola e una vita nel sindacato (ex Snals), è alla guida della Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori, che conta 1,5 milioni di iscritti.

In cosa vi sentite diversi dalle altre organizzazioni sindacali?

Non siamo ideologici e vogliamo far nascere una lobby del lavoro: un’alleanza sociale tra chi il lavoro lo svolge, lo organizza e lo produce. Lanceremo le nostre idee in un convegno che si terrà domani a Roma. Vogliamo mettere fine al pellegrinaggio e al progressivo assottigliarsi delle risorse da parte delle lobby di potere, delle consorterie politiche e sociali. Vogliamo partire dalla centralità della persona e promuovere nuovi modelli economici, fiscali e previdenziali che non strangolino il diritto costituzionale al lavoro e all’impresa.

A cosa puntate per realizzare le vostre idee?

Partiremo da una Consulta nazionale per il lavoro che è un luogo di incontro e confronto con tutti gli attori della filiera. Occorre un cambio di paradigma e una visione sistemica che riporti imprese e lavoratori al centro delle politiche per la crescita e lo sviluppo.

Cosa proponete?
In particolare il taglio strutturale del cuneo fiscale, la defiscalizzazione totale per le imprese in crisi, lo sblocco dell’età pensionabile verso l’alto e verso il basso, l’eliminazione dei vincoli per l’anticipo del Tfr e il ripensamento delle dinamiche salariali.

Tutto questo servirà a creare nuova occupazione?

Prima di tutto occorre porre fine alla distribuzione di incentivi a pioggia e favorire l’ingresso dei giovani con progetti di alternanza scuola-lavoro e contratti di apprendistato. Per frenare l’emorragia di posti e la chiusura di 800 aziende ogni giorno, è necessario introdurre lo status di impresa solidale e rendere prioritari gli obblighi verso i lavoratori rispetto a quelli verso il fisco. Lo Stato deve dimostrare solidarietà vera nei confronti dell’imprenditore e dei suoi dipendenti.

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