giovedì 10 settembre 2009
Il rendimento "lordo" del Bot trimestrali si è fermato a 0,386%. Ma una volta pagate le tasse e le commissioni bancarie non rimane nemmeno quel piccolo guadagno. E il rischio concreto è che il rendimento "lordo" si trasformi in perdita "netta". Una volta fatti i conti, considerando il prelievo fiscale del 12,5% e le commissioni applicate dalle banche, il guadagno si assottiglia fino a diventare negativo, scendendo a -0,08%. Sottozero. 
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Il rendimento "lordo" del Bot trimestrali si è fermato a 0,386%. Ma una volta pagate le tasse e le commissioni bancarie non rimane nemmeno quel piccolo guadagno. E il rischio concreto è che il rendimento "lordo" si trasformi in perdita "netta". Una volta fatti i conti, considerando il prelievo fiscale del 12,5% e le commissioni applicate dalle banche, il guadagno si assottiglia fino a diventare negativo, scendendo a -0,08%. Sottozero. È il paradosso del rendimento dei Bot che, dopo le riduzioni previste negli ultimi due mesi, segna nuovi cali. Chi ha sottoscritto i titoli trimestrali più che mettere a segno un piccolo guadagno - secondo i calcoli dei rendimenti netti fatti dall'Assiom, l'associazione degli operatori di mercato - potrebbe registrare una piccola perdita, con l'effetto di aver "prestato" soldi allo Stato per tre mesi aggiungendo anche una piccola posta di spese.L'asta che rischia di penalizzare i Bot-people ha assegnato Bot trimestrali ed annuali, con due nuovi minimi storici nei rendimenti lordi. I Bot a tre mesi hanno lasciato sul terreno poco più di un decimo di punto scendendo dallo 0,492% di metà luglio allo 0,386%, il valore più basso registrato da una emissione di titoli pubblici del Tesoro italiano. Record negativo anche per i Bot annuali. I titoli annuali, che ad agosto avevano appena rialzato la testa, perdono 0,210 punti, con un rendimento che passa dallo 0,951 ferragostano allo 0,741 di adesso.Ma il rendimento lordo non è il vero guadagno dell'investitore. Vanno considerate anche le tasse da pagare - il 12,5% - e le commissioni richieste dalle banche per effettuare l'operazione. Il beneficio così si riduce, con la possibilità, che fino ad oggi era rimasta teorica, di trasformare il guadagno in perdita. È quel che è accaduto per i titoli trimestrali. Il calcolo del guadagno effettivo, calcolato dall'Assiom, parte dal rendimento dello 0,386 unito al prezzo di aggiudicazione di poco sotto alla pari (a 99,9): applicando la ritenuta fiscale del 12,5% il rendimento scende a 0,32%. Se a questo si tolgono anche le commissioni massime possibili si cala ancora a -0,08%. In pratica si paga per investire. Per un impegno di 10.000 euro, l'ipotetico guadagno lordo annuo è di 38,2 euro e si trasforma al netto in una maggiore spesa (o perdita) di 8 euro l'anno. Non scendono sotto zero, ma certo garantiscono un ritorno quasi nullo i titoli annuali. Se si applica il prelievo fiscale al rendimento lordo di 0,741% e si considera il prezzo di aggiudicazione di 99,254, il risultato netto si ferma allo 0,65%. Tolte le commissioni bancarie si scende ancora allo 0,35%, ma si rimane comunque sopra lo zero. Per 10.000 euro investiti c'è un "ritorno" lordo di 74,1 euro che si riduce ad un netto di 35 euro.
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