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Ansa
La settimana dei mercati si è aperta oggi con i timori legati alla nuova escalation sul fronte mediorientale: le principali Borse europee hanno chiuso in rosso, limando però nel finale le perdite. I bombardamenti degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani nel weekend hanno spinto Teheran a minacciare la chiusura dello stretto di Hormuz, dal quale passa il 30% del petrolio e il 20% del gas mondiale.
Le Borse asiatiche hanno chiuso miste: Tokyo ha chiuso poco sotto la parità a -0,01%, con 38.401 punti. Le piazze cinesi, invece, hanno concluso la seduta in positivo: Shanghai ha guadagnato lo 0,65%, Hong Kong ha fatto segnare +0,67%. Per quanto riguarda le Borse europee, soprattutto nella prima parte della giornata i mercati sembravano aver scommesso su una bassa possibilità di escalation. Il nervosismo è via via aumentato, anche se i cali si sono ridotti nel finale dopo l’apertura della vicepresidente della Fed Michelle Bowman a un taglio dei tassi a luglio.
Milano cede lo 0,85%, Parigi lo 0,64%, Francoforte lo 0,17%, Londra lo 0,2%, Francoforte lo 0,15% e Madrid (+0,05%) gira in positivo. Bene a New York il Dow Jones (+0,26%) e il Nasdaq (+0,58%).
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude in calo attestandosi a 100 punti base, rispetto ai 102 dell'apertura. Il rendimento del titolo decennale italiano si attesta al 3,52%.
I prezzi del petrolio sono scesi dell'1%, dopo aver raggiunto i massimi da cinque mesi, mentre i mercati cercavano di valutare l’impatto sul transito di petrolio e gas attraverso lo Stretto di Hormuz. I futures sul Brent sono scesi di 70 centesimi, ovvero dello 0,9%, attestandosi a 76,31 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è calato di 76 centesimi, pari all'1%, a 73,09 dollari. All'inizio della sessione, sia il Brent che il WTI avevano toccato i massimi da cinque mesi rispettivamente a 81,40 e 78,40 dollari, per poi oscillare tra territorio positivo e negativo durante la sessione di scambi europea. Resta invece in rialzo il future sul gas con il Ttf che sale dello 0,54% a 41,15 euro al megawattora.