mercoledì 15 settembre 2021
Dal nucleare alle rinnovabili: nel conto finale di luce e gas c’è di tutto
Bollette, ecco perché ci costano così tanto

Ansa

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Se il governo ha spazio per intervenire contro gli aumenti di luce e gas è perché il costo della materia prima – le cui quotazioni sono fuori controllo – è soltanto una parte del conto finale della bolletta. Negli anni il prezzo dell’elettricità e del metano è stato gonfiato per legge con l’inserimento di spese diverse addebitate, per scelta politica, ai consumatori. Sta al legislatore decidere se queste spese possono essere ridotte o finanziate in altro modo.

La famiglia italiana tipo – quella su cui si basano le stime dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) – non è passata al mercato libero e ha un contatore elettrico impostato su 3 kW di potenza. In 12 mesi consuma 2.700 kWh di energia elettrica e 1.400 metri cubi di metano. Spende circa 532 euro all’anno per l’elettricità e 1.330 euro per il gas naturale.

Nella sua bolletta elettrica la “materia energia”, che copre il costo dell’acquisto dell’elettricità e le spese commerciali del distributore, rappresenta il 59,2% della spesa.

La seconda voce della bolletta (17,5% del totale) sono le spese di “trasporto e gestione del contatore”. Il contatore ha un prezzo fisso di 20,52 euro all’anno, a cui si aggiungono altri 21,24 euro per ogni kW di potenza impegnata. La famiglia tipo quindi spende quindi 84,24 euro all’anno solo per avere il contatore elettrico.

Le spese per la gestione del contatore e il trasporto dell’energia elettrica includono anche una quota irrisoria per ogni kWh consumato: 0,00889 centesimi,che per un consumo di 2.700 kWh all’anno significano 2 euro al mese.

Questa spesa è comunque un costo ancora legato strettamente al servizio di fornitura dell’energia elettrica. Lo stesso non si potrebbe dire per gli “oneri di sistema”, che rappresentano il 10,7% del costo della bolletta elettrica, dopo il taglio d’urgenza del 40% introdotto dal governo a luglio (prima gli oneri di sistema facevano più del 20% della bolletta).

Lo Stato nel 2020 ha incassato quasi 15 miliardi da questa voce di spesa per i consumatori. Con gli oneri di sistema dell’elettricità i consumatori e le imprese finanziano principalmente gli incentivi per le rinnovabili (8,7 miliardi) e le agevolazioni per le imprese a forte consumo energetico (1,7 miliardi).

Gli altri 4 miliardi se ne vanno in spese diverse: principalmente contributi per l’efficienza energetica (come gli sconti per chi cambia elettrodomestici o lampadine), la gestione dello smantellamento delle centrali nucleari, il regime tariffario agevolato per le ferrovie, il bonus sociale per le famiglie bisognose. Tutte spese che vanno finanziate, ma non necessariamente addebitandole ai consumatori. Infine ci sono le imposte, che valgono il 12,6% della bolletta: l’accisa da 0,0227 euro a kWh (per i consumi che eccedono i 150 kWh mensili) e l’Iva al 10%, che si applica anche sull’accisa.


Le attuali tariffe dell’energia in Italia

84,76
I centesimi di euro di costo per un metro cubo di gas consumato da clienti domestici

22,89
I centesimi di euro per un Kwh di elettricità consumato da un utente tipo

1.862euro
La spesa complessiva media annua per gas (1.330 euro) ed elettricità (532)

Per la bolletta del gas la situazione è diversa. Qui il costo della materia prima, a cui si aggiungono i costi commerciali stabiliti dall’Arera e che ha una quota fissa da 62,74 euro all’anno, vale il 43,5% della spesa complessiva della famiglia tipo. Cioè meno della metà. Le imposte sono particolarmente pesanti: fanno il 35,6% del prezzo. L’accisa di base sale al crescere dei consumi: parte da 4,40 centesimi a metro cubo, sale a 17,50 centesimi dopo i primi 120 metri cubi consumati, scende a 17 centesimi da 480 a 1.560 metri cubi per poi risalire a 18,60 centesimi oltre quella soglia.

All’accisa di base si sommano le accise regionali, che vanno da 0,5 a oltre 3 centesimi a metro cubo. L’Iva, che si applica sul prezzo intero, è al 10% sui primi 480 metri cubi annui consumati e poi sale al 22%. Nel caso del gas le imposte sono più costose delle spese per il “trasporto e gestione del contatore”, che hanno una quota fissa da 58 a 85 euro a seconda della Regione e una variabile in base al consumo ma, tutto sommato, fanno “solo” il 16,2% della bolletta. Anche gli oneri di sistema sono più contenuti, rispetto a quelli dell’elettricità: sono il 4,7% del costo del gas e la quota fissa è negativa (26,13 euro all’anno).

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