giovedì 4 settembre 2014
Coldiretti: 1.100 imprese e cooperative danno opportunità a detenuti, disabili e rifugiati. Parolin: «Servono nuovi stili di vita»
Braccia restituite all’agricoltura di Paolo Viana
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«È necessario anteporre al profitto la persona umana, che deve sempre essere posta al centro di ogni attività e mai ridotta a un mezzo, perché è stata creata a immagine e somiglianza di Dio». Lo ha ribadito il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin incontrando ieri i consiglieri ecclesiastici della Coldiretti riuniti a Roma nel XXXVIII Convegno Nazionale per uno scambio di esperienze e per uno studio sul tema: "La fraternità, come percorso profetico per un’economia dal volto umano". Il porporato veneto nel suo saluto ha innanzitutto trasmesso «il saluto e la benedizione» di Papa Francesco ai partecipanti che sono stati anche incoraggiati dal pontefice «a proseguire con generosità» nel lavoro «in favore dell’animazione cristiana di un settore così significativo del sistema lavorativo italiano». Un settore, quello dell’agricoltura, che come spiegato nel corso del convegno, registra, in controtendenza rispetto agli altri comparti, una crescita record delle assunzioni. E che conta almeno mille e cento imprese e cooperative che praticano l’agricoltura sociale nella quale gravitano centinaia di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti.L’agricoltura – osserva la Coldiretti – è diventata così terra di frontiera anche per l’integrazione di giovani e anziani, ed è chiamata a svolgere un ruolo attivo per il bene comune in una società a forte rischio di disgregazione. Lungo la penisola infatti sono nate esperienze molto diversificate di agricoltura sociale che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza all’agricoltura terapeutica, con disabili fisici e psichici di diversa gravità ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata) e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (come gli orti urbani per gli anziani). «L’agricoltura sociale – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – è la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale».Nel suo intervento al convegno, il cardinale Parolin ha anche ribadito la «grande vicinanza» che storicamente ha caratterizzato, reciprocamente, i rapporti tra la Santa Sede e la Coldiretti. Una «grande vicinanza» che è stata evocata, nei saluti rivolti al Segretario di Stato, dall’Assistente ecclesiastico nazionale don Paolo Bonetti e dal presidente Moncalvo. Il più stretto collaboratore del Papa dopo aver ribadito la necessità di «anteporre al profitto la persona umana», ha quindi ricordato che «una sana concezione dell’ambiente, mentre da una parte richiede di non ridurre la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento, dall’altra esige di non assolutizzarla, sovrapponendola così alla persona umana». E facendo riferimento alla Dottrina Sociale della Chiesa ha ribadito che «la cultura cristiana ha sempre riconosciuto nelle creature che circondano l’uomo altrettanti doni di Dio da coltivare e custodire con senso di gratitudine verso il Creatore». In questo quadro il cardinale Parolin ha ricordato che «il campo apostolico» posto davanti alla Federazione dei coltivatori diretti «è vasto, con nuove realtà e nuove sfide». E «voi – ha detto rivolgendosi ai consiglieri ecclesiastici – potrete svolgere una significativa missione, incoraggiando la ricerca di nuovi stili di vita più fraterni e più solidali per il bene di tutti gli uomini e dello stesso creato».
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