Alcolock: tanti dubbi sul sistema che impedisce la guida a chi ha bevuto
Da 40 giorni è teoricamente in vigore il decreto che obbliga chi ha una condanna per stato di ebbrezza al volante a installare in auto il dispositivo che blocca il motore
Mancano dati ufficiali se e come stia funzjonando l’Alcolock, il nuovo dispositivo elettronico che impedisce l’avviamento del veicolo se il conducente ha un tasso alcolemico superiore allo zero. E’ anche vero che il decreto attuativo è stato pubblicato solo il 26 luglio scorso sulla Gazzetta Ufficiale: per i sostenitori, è una svolta per la sicurezza stradale nel nostro Paese. Anche se come spesso accade, le normative sono varate più sull’onda del fenomeno mediatico che analizzando tecnicamente ogni aspetto A partire, dal fatto non indifferente che Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha ancora pubblicato l’elenco degli installatori autorizzati e dei veicoli compatibili con l’Alcolock.
Il sistema funziona come un etilometro integrato nell’auto: il guidatore, prima di avviare il motore, deve soffiare nel dispositivo e solo in presenza di un livello di alcol pari a zero il veicolo si avvia. L’obbligo scatta al termine del periodo di sospensione della patente e durerà due anni per chi è stato sorpreso con un tasso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, e tre anni per chi ha superato la soglia di 1,5. Il costo dell’installazione – tra i 1.500 e i 2.000 euro – sarà a carico dell’automobilista sanzionato. E non si tratta solo di auto private: l’obbligo si estende a tutti i mezzi utilizzati dal conducente, inclusi autobus e autocarri. Il dispositivo dovrà essere tarato annualmente.
Una misura che punta non solo a reprimere, ma anche a rieducare. Consiglio attenzione ai “furbetti”: chi tenterà di aggirare il sistema facendo soffiare altri al proprio posto, o manometterà il dispositivo incorrerà in sanzioni salate, che superano i 600 euro e possono comportare nuove sanzioni sulla patente. il costo dell’installazione non è indifferente: tra 1.500 e 2 mila euro, più le obbligatorie tarature annuali e i boccagli monouso che vanno sostituiti, tutto a carico del trasgressore (questo è corretto). Sul tema, la Federcarrozzieri ha sottolineato le difficoltà dell’installazione su auto vecchie ricordando giustamente che il 22% del parco auto circolante in Italia ha un’età superiore a 19 anni.
E ancora, l’Aiped (Associazione Italiana Periti Estimatori Danni) ha trovato dei ‘buchi’ nel decreto attuativo e ha posto una serie di domande, perché le criticità potrebbero portare a contenziosi legali e ricorsi. Citiamo testualmente la loro nota. «L’articolo 7, comma 5 del decreto attuativo stabilisce che “l’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile”, ma non viene chiarito se il veicolo in questione dopo la rimozione dell’apparecchio, possa circolare liberamente senza ulteriori controlli, il che potrebbe portare a problemi di sicurezza o di omologazione, e a conseguenze legali in caso di sinistro stradale. L’articolo 8 impone poi al conducente di esibire il certificato di taratura con intervallo valido. Tuttavia, non viene specificato chi verifica se la taratura sia corretta: la Polizia Stradale in fase di controllo?». In effeti, Aiped ha ragione ma siamo ancora in attesa della lista degli installatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






