Vacanze a casa: arriva anche in Italia la Staycation
di Cinzia Arena
Secondo l'indagine di YouGov il 25% degli italiani non viaggerà. Allarme di Assobalneari sul calo delle presenze. Le associazioni dei consumatori: lacrime di coccodrillo

Trascorrere le vacanze a casa è la nuova tendenza dell’estate? Sembrerebbe di sì. Per motivi economici o di salute, per evitare la ressa nelle località di mare o di montagna, o semplicemente per riposarsi gli italiani che decidono di non muoversi sono in aumento. Ecco che prende piede il fenomeno della Staycation: nato negli Stati Uniti e diffusosi durante la pandemia. La decisione di trascorrere le ferie ‘a casa propria’ quest’anno coinvolge il 25% della popolazione italiana che decide consapevolmente di non partire per vivere una vacanza no-stress a km zero. Riscoprire ed esplorare le attrazioni locali, dai monumenti ai museri, o semplicemente creare un ambiente rilassante a casa insieme a familiari ed amici. A dirlo un rapporto (il nuovo Behavior Change Report) di YouGov – un' indagine che offre un’analisi delle preferenze d’acquisto dei consumatori italiani – mostrano una maggiore attenzione alle spese destinate alle vacanze: il 58% dei consumatori prevede, infatti, di restare in Italia per l’estate 2025 (rispetto al 42% della media europea), scelta guidata per lo più da una grande attenzione all'aspetto economico. Passata l'euforia post-Covid insomma la scelta della vacanza è legata al costo. L’80% degli italiani prevede di spendere al massimo quanto lo scorso anno, con un significativo 38% che dichiara che risparmierà e ulteriore 7% che non destinerà nessun budget per viaggiare. Il rapporto qualità-prezzo è, non a caso, il fattore maggiormente determinante nella scelta delle destinazioni di viaggio per il 58,6% degli italiani, seguito dalle bellezze naturali (39,9%), dal clima (38,8%), dai siti culturali (33,9%) e dai trasporti disponibili (25,3%).
L'allarme di Assobalneari: spiagge deserte durante i giorni feriali. A lanciare l’allarme sul calo di presenze, con ombrelloni e lettini chiusi nei giorni feriali, sono i titolari degli stabilimenti balneari. Secondo gli operatori del settore, la stagione 2025 starebbe registrando una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi. E i servizi quali i bar, i ristoranti e il noleggio delle attrezzature subiscono anch'essi una sensibile riduzione. L'unica giornata che registra discreti dati d'afflusso è la domenica, dove però si concentrerebbe un turismo "mordi e fuggi" che non riesce a sostenere economicamente il settore. Colpa di “una condizione economica molto critica” secondo il presidente di Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, Fabrizio Licordari: “Il caro vita colpisce direttamente il potere d’acquisto delle famiglie. Anche in presenza di due stipendi, molte faticano ad arrivare a fine mese. In queste condizioni, è naturale che le prime spese a essere ridotte siano quelle per svago, divertimento e vacanze”.
Le associazioni dei consumatori: prezzi esorbitanti. Nessun accenno da parte di Assobalneari ai prezzi fuori controllo che i consumatori segnalano da anni in diverse località turistiche.Di "lacrime di coccodrillo" e di “legge del contrappasso” parlano le associazioni dei consumatori. In base ai dati dell'Istat, dal 2019 ad oggi le tariffe dei servizi quali lidi e piscine sono aumentate complessivamente del 32,7%, rendendo una giornata al mare sempre più un salasso per le famiglie, al punto che molte, rinunciano del tutto scegliendo ad esempio la montagna. Lasciando stare le spiagge vip, dove i prezzi raggiungono cifre stratosferiche, secondo Assoutenti anche i servizi per le famiglie sono diventati un lusso per pochi. "Dal Covid in poi i prezzi praticati dai lidi italiani per i servizi offerti ai bagnanti sono saliti costantemente, al punto che per trascorrere una giornata in spiaggia, affittando un ombrellone e due lettini la spesa media supera oramai i 32 euro, che arrivano a 90 euro a Gallipoli e toccano i 120 euro in alcune località della Sardegna. Ad aumentare sono stati anche i prezzi di consumazioni e servizi accessori presso gli stabilimenti (parcheggi, noleggio di pedalò, kayak, ecc.), e la conseguenza naturale di tale stato di cose è stato un progressivo allontanamento dei cittadini dai lidi.
Vacanze più care del 30% rispetto all'era pre-Covid. In generale Le vacanze estive costano in media il 30% in più rispetto all'era pre-Covid secondo il Codacons, che sulla base degli ultimi dati Istat ha messo a confronto le tariffe odierne del comparto turistico con quelle in vigore nell'estate del 2019. A subire i rincari più pesanti è il comparto del trasporto aereo con i voli nazionali in aumento dell’81,5% e quelli europei del 61%.
Santanché: nessuna crisi del turismo, Italia al top. Parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante secondo la ministra del turismo Daniela Santanché. “I primi due mesi estivi hanno visto l'Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione online travel agencies che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor di primissimo livello come Grecia e Spagna, dall'altro".
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