«Stop alle Big tech Usa nel nuovo mercato Ue dei servizi finanziari»

Pressing della Germania per orientare i negoziati sul FiDA. La decisione potrebbe però provocare la reazione di Washington anche sul fronte dei dazi
September 21, 2025
«Stop alle Big tech Usa nel nuovo mercato Ue dei servizi finanziari»
Le grandi aziende tecnologiche statunitensi rischiano di restare fuori dal nuovo mercato europeo dei dati finanziari, un progetto destinato a rivoluzionare il modo in cui i cittadini dell’Unione accedono e condividono le proprie informazioni bancarie e assicurative. Con il pressing della Germania, i negoziatori Ue stanno infatti orientando le regole del Financial Data Access (FiDA) verso un’esclusione di Meta, Apple, Google e Amazon, una mossa che potrebbe segnare un’importante vittoria per le banche europee e una battuta d’arresto significativa per i giganti digitali americani.
FiDA nasce con l’obiettivo di consentire ai fornitori terzi autorizzati di accedere ai dati finanziari dei consumatori per sviluppare servizi innovativi, come strumenti di consulenza personalizzata. Ma il progetto ha incontrato resistenze dal settore bancario, che teme di vedere le grandi piattaforme tecnologiche sfruttare enormi volumi di dati per porsi come intermediari tra gli istituti e i loro clienti, sottraendo valore agli stessi operatori tradizionali. La proposta originale, pensata per promuovere un ecosistema aperto e competitivo, si scontra così con la necessità di proteggere dati sensibili e garantire la sovranità digitale europea.
La posizione della Germania, tra le più intransigenti, è stata chiaramente delineata in un documento diffuso agli altri Paesi membri. Berlino, ha riferito il Financial Times, sostiene un divieto esplicito per le aziende Big Tech, motivando la scelta con la volontà di “promuovere lo sviluppo di un ecosistema finanziario digitale europeo, garantire condizioni di parità e proteggere la sovranità digitale dei consumatori”. Il sostegno tedesco ha trovato eco in Parlamento e Commissione Europea, consolidando la linea dura nei confronti dei colossi americani. I negoziati, che si protraggono da oltre due anni, sono ormai vicini alla conclusione. Diplomatici europei citati dai media indicano che le piattaforme tecnologiche sono destinate a una sconfitta quasi certa nelle prossime settimane. “Questo è uno dei rari casi in cui Big Tech sta perdendo la battaglia di lobbying”, ha dichiarato un diplomatico Ue. L’accordo finale sul FiDA, con compromessi tra Stati membri e Parlamento Europeo, dovrebbe essere siglato entro l’autunno, sancendo le regole per il mercato dei dati finanziari del futuro.
L’esclusione delle aziende statunitensi, tuttavia, rischia di riaccendere tensioni commerciali già delicate tra Bruxelles e Washington. L’amministrazione Usa ha sottoscritto con l’Ue un accordo sui dazi, un’intesa volta a stabilizzare il commercio transatlantico. Ma il tema delle piattaforme digitali resta un terreno sensibile. Donald Trump ha più volte minacciato ritorsioni sotto forma di nuovi dazi e restrizioni all’esportazione di tecnologie, definendo discriminatorio qualsiasi regolamento europeo che colpisca le società Usa. “Come presidente degli Stati Uniti, difenderò le nostre straordinarie aziende tecnologiche”, ha scritto in un post su Truth Social, denunciando come le normative digitali europee possano penalizzare ingiustamente le imprese americane.
Secondo associazioni industriali Usa, l’esclusione delle aziende americane dai servizi FiDA penalizzerebbe i consumatori europei. Per Daniel Friedlaender, responsabile per l’Europa della Computer & Communications Industry Association, “l’idea originale di FiDA era dare ai cittadini il controllo dei propri dati e l’accesso a servizi finanziari più innovativi. Sottomettersi ai desiderata delle banche tradizionali significherebbe limitare la scelta dei consumatori e consolidare il potere dei player già dominanti”. Una posizione simile è stata espressa da Kay Jebelli della Chamber of Progress, secondo cui “escludere le aziende Usa significherebbe negare ai cittadini europei nuovi servizi e alimentare tensioni transatlantiche”.
La vicenda FiDA si inserisce in un contesto più ampio di competizione digitale globale e rivalità economica tra Ue e Stati Uniti, ma anche tra Occidente e Cina. L’Unione Europea sta cercando di rafforzare la propria sovranità digitale, regolamentando l’accesso ai dati in modo da proteggere cittadini e imprese, pur senza rinunciare all’innovazione. Al tempo stesso, Washington osserva con attenzione ogni regolamentazione che possa ostacolare i propri giganti tecnologici, pronta a reagire con strumenti commerciali.

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