Le professioni del futuro nell'agroalimentare e nell'accoglienza
Le previsioni di Excelsior di Unioncamere hanno stimato un fabbisogno occupazionale tra 550mila e 680mila lavoratori nel quinquennio 2024-2028

Anche nel contesto di incertezza attuale, la filiera agroalimentare italiana si conferma un asset strategico per il Paese. Il canale Horeca svolge un ruolo chiave nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari italiani, promuovendone la qualità sia a livello nazionale che internazionale, e contribuendo alla diffusione dell’eccellenza gastronomica del Paese.
Con oltre 3,4 milioni di occupati, di cui 475mila nel Food&Beverage, e un valore aggiunto agroalimentare che supera i 72 miliardi di euro, di cui 32,7 miliardi di euro del F&B, nel 2023 la filiera agroalimentare si è dimostrata un motore essenziale per la competitività del Paese. Il settore, che genera un fatturato complessivo di 261,4 miliardi di euro, di cui 185 miliardi di euro di F&B, ha registrato nel 2023una crescita del +37,6% rispetto al 2015. Se si considera l’intero indotto, nel 2023 la filiera agroalimentare estesa ha generato 371,2 miliardi di euro, pari al 19,4% del Pil italiano. Parallelamente, l’export agroalimentare ha raggiunto 69,2 miliardi di euro nel 2024, di cui 60 miliardi di F&B, con un aumento del +68,5% rispetto al 2015, consolidando l’Italia come leader nella produzione di qualità, con 856 produzioni certificate, il numero più alto in Europa (fonte Cast-Istituzione italiana di arti culinarie e ospitalità).
L’analisi ha evidenziato come il panorama economico e sociale sia caratterizzato da una profonda incertezza. Tra i principali fattori di criticità emergono le tensioni geopolitiche, in particolare le relazioni tra Usa e Cina, e le preoccupazioni demografiche: l’Europa si avvia verso un declino della popolazione di 40 milioni di abitanti entro il 2050, con l’Italia che potrebbe perdere circa 6 milioni di residenti. Anche i cambiamenti climatici rappresentano una sfida cruciale. Il 2024 è stato il primo anno in cui le anomalie termiche globali hanno superato +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’Italia che ha registrato un incremento ancora maggiore (+2,95°C). La crescente frequenza di eventi climatici estremi ha causato danni economici significativi, posizionando l’Italia al terzo posto nell’UE per perdite economiche legate al clima nel 2023.
Tuttavia, accanto a queste criticità, emergono segnali positivi. Il mercato del lavoro italiano ha registrato una crescita record dell’occupazione, superando 24 milioni di occupati a settembre 2024, il livello più alto dal 1977. Il calo del numero di Neet (giovani che non studiano né lavorano) è stato particolarmente marcato in Italia (-7,4 punti percentuali in quattro anni), con un miglioramento superiore alla media europea. Inoltre, il Pnrr-Piano di ripresa e resilienza potrebbe portare a una crescita dell’11,5% del Pil entro il 2035, mentre l’Italia si conferma il secondo Paese in Ue per bilancia commerciale manifatturiera.
I consumi alimentari stanno subendo una fase di stagnazione a causa dell’inflazione, ma il canale Horeca ha dimostrato una grande capacità di ripresa dopo le difficoltà della pandemia. Nel 2023, la spesa destinata ai consumi fuori casa ha raggiunto il 5,7% del budget familiare, segnando il valore più alto degli ultimi dieci anni. Il settore sta attraversando un’importante fase di trasformazione, spinta da nuove abitudini di consumo e dall’evoluzione tecnologica.
La digitalizzazione, la sostenibilità e l’evoluzione delle abitudini di consumo sono i principali driver del cambiamento. L’integrazione dell’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza dei clienti e ottimizzare la logistica, la crescente attenzione alla salute e alla nutrizione, così come l’adozione di modelli di business più sostenibili, rappresentano le direttrici su cui costruire una ripresa solida e duratura.
Le professioni del futuro
Turismo, cucina e ristorazione hanno un valore profondissimo per l’Italia dal punto di vista sia culturale sia economico e sociale e la loro importanza è radicata nella storia, nei territori e nell’identità del nostro Paese. Oltre che essere portavoce delle tradizioni locali, cucina e ospitalità sono anche testimoni di un patrimonio culturale in continua evoluzione, riflettendo le trasformazioni e l’innovazione in atto.
Nel 2024, il settore della ristorazione in Italia ha registrato un fatturato complessivo superiore a 105 miliardi di euro e, secondo l’ultimo Rapporto Ristorazione della Fipe, a crescere è stato anche il numero di occupati che ha raggiunto gli 1,5 milioni di unità, con un aumento del 5% rispetto al 2023. Andamento coerente con le previsioni di Excelsior di Unioncamere che hanno stimato un fabbisogno occupazionale tra 550mila e 680mila lavoratori nel quinquennio 2024-2028. In particolare, le figure professionali maggiormente richieste - in risposta alle trasformazioni del mercato - saranno chef, manager dell’ospitalità e addetti alle vendite, ma si prevede anche una crescente domanda di profili con competenze in ambiti come il marketing, le relazioni esterne internazionali, il digitale e la sostenibilità. La conoscenza di almeno una lingua straniera è invece considerata un prerequisito fondamentale e imprescindibile per chi desidera lavorare all’interno della filiera del cibo e dell’ospitalità (in Italia e all’estero).
«Turismo, cucina e ospitalità, nati come espressione della nostra identità culturale, sono divenuti tre pilastri economici fondamentali per l’Italia, che ci possono far primeggiare come Paese nella competizione globale - spiega Cristian Cantaluppi, amministratore delegato di Cast -. La principale sfida del settore è la crescente difficoltà da parte delle aziende nell’attrarre e trattenere i giovani con grinta, che sono determinanti per sostenere la crescita dell’intero comparto, mantenendo gli elevati standard di offerta e di servizio che da sempre caratterizzano il nostro Paese. Per contribuire a risolvere questo problema, in Cast proponiamo percorsi di studio universitari che, combinando teoria ed esperienza pratica in aula e laboratorio, alimentano il potenziale dei giovani preparandoli a diventare professionisti appassionati e consapevoli».
Cast, fondata nel 1997, ha contribuito negli anni a formare, grazie al percorso di Alta Formazione in tutti i mestieri, circa 4mila studenti, con un tasso di occupazione post diploma vicino al 100%. In particolare, nel 2024, i giovani che hanno frequentato i percorsi di Alta Formazione e le Masterclass sono stati 600.
A seguito dell’ingresso nel gruppo Plena Education, la nuova offerta didattica proposta da Cast vede affiancarsi agli storici corsi di Alta Formazione in Pasticceria e Cucina due percorsi triennali, strutturati per far fronte alle nuove esigenze del settore. Si tratta nel dettaglio di un Bachelor in Culinary Arts & Hospitality Management - in lingua inglese - e un corso in Mediazione Linguistica, Cucina e Ospitalità, in partnership con Ciels Campus.
Il Bachelor in Culinary Arts & Hospitality Management è un percorso di formazione d’eccellenza universitaria, con focus sulla Cucina e Pasticceria italiana, l’Ospitalità e le filiere merceologiche. Il percorso è tenuto in lingua inglese da docenti professionisti qualificati, attraverso un innovativo metodo di apprendimento che combina teoria ed esperienza pratica in aula e in laboratorio. L’obiettivo è formare i futuri imprenditori, manager, consulenti, chef e creator/ambassador del settore, che vogliono cogliere le numerose e qualificate opportunità di carriera in catene alberghiere, ristoranti, catering, aziende nel settore dell’enologia e, più in generale, in tutte le aziende del comparto del food & hospitality. Il percorso si svolge in sinergia con le più importanti realtà del settore e prevede, nel corso del terzo anno, un Industry Project realizzato in affiancamento ad un tutor aziendale.
Il corso triennale in Mediazione Linguistica, Cucina e Ospitalità, invece, è il percorso legalmente riconosciuto per chi vuole intraprendere una carriera in Italia o all’estero nell’ambito dell’Alta Cucina e dell’Ospitalità. Attraverso lezioni in aula e in laboratorio tenute in lingua italiana, workshop e visite esperienziali in azienda, il corso permette di acquisire conoscenze e competenze professionali relative alla ristorazione, alla pasticceria, alla sommellerie e alle tecniche di comunicazione e di vendita. A queste competenze pratiche si abbina l’apprendimento approfondito della lingua inglese e di un’altra lingua a scelta. Il Triennio in Mediazione Linguistica, Cucina e Ospitalità consente di fare il proprio ingresso nella filiera del food e dell’ospitalità in contesti internazionali (in Italia o all’Estero) come responsabile delle relazioni esterne per aziende nel Food & Hospitality o in qualità di responsabile dello sviluppo business estero per ristoranti, hotel e aziende vitivinicole.
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