Istat: Italia fabbrica di miseria

Uno su dieci in miseria. Dieci milioni in difficoltà.
July 13, 2014
Gli italiani poveri sono sempre di più. Lo scorso anno sono aumentati di quasi il 20% superando la soglia dei sei milioni di persone. Si tratta quasi del 10% della popolazione e sono coloro che non hanno i mezzi per acquistare quel paniere di beni e servizi considerati essenziali per assicurare uno standard di vita accettabile. Vivono soprattutto al Sud e tra loro ci sono quasi un milione e mezzo di minorenni e anche molti anziani.Mentre la povertà relativa (comprende chi ha un reddito inferiore alla metà della media) è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi anni, il numero dei poveri "senza se e senza ma", quelli che non arrivano a fine mese, è decollato: dai 3,1 milioni del 2009 ai 6 milioni e 20mila del 2013, informa il rapporto dell’Istat pubblicato ieri. Gli incrementi più forti si sono registrati nel 2012 (anno nero con 1,4 milioni di poveri in più) e nel 2013 (più 1,2 milioni). L’epidemia della povertà è figlia di una crisi economica che ha colpito tutto il Paese, ma non tutti allo stesso modo. C’è ancora un’Italia che riempie i ristoranti e affolla i porticcioli turistici mentre nel giro di pochi anni un’ampia fascia di famiglie, specialmente le più numerose, è sprofondata nell’indigenza. È la conseguenza dura e concreta dei segni in meno del Pil, dei posti di lavoro spariti, delle aziende che chiudono e di un sistema di protezione sociale a corto di risorse.
Nel Mezzogiorno la situazione più critica: qui lo scorso anno le famiglie in povertà assoluta sono risultate 700mila in più del 2012 e la percentuale è salita fino al 12,6% (dal 9,8 del 2012). La media nazionale è aumentata invece al 7,9% (era al 6,8%). In generale, il peggioramento delle condizioni economiche riguarda soprattutto i nuclei con più componenti: tra le famiglie con tre o più figli, ad esempio, l’incidenza della povertà è balzata dal 16,2 al 21,3%. Tra i minorenni è salita dal 10,3 al 13,8% del totale mentre sono quasi 900mila gli ultra65enni indigenti, il 7% della popolazione anziana. In difficoltà più sensibile le famiglie operaie e con titoli di studio medio-basso oltre che, naturalmente, quelle colpite dalla disoccupazione.
Più stabile, come detto, l’indicatore della povertà relativa (che si raffronta a un reddito medio in calo): nel 2013 questa condizione coinvolgeva il 12,6% delle famiglie (12,7% nel 2012) e il 16,6% dei cittadini. Un esercito di 10 milioni e 48mila persone, ben un italiano su sei. E un altro 5,6% delle famiglie è a rischio, sottolinea l’Istat, perché ha un livello di consumi appena superiore alla soglia di riferimento. Tra le regioni, l’emergenza colpisce in particolare Calabria e Sicilia, con quasi un terzo di poveri relativi a fronte del 5,4% della Provincia di Bolzano, del 5,9% dell’Emilia Romagna e del 7% della Toscana.Secondo l’Istat la soglia della povertà assoluta, cioè il minimo necessario per vivere, è pari a circa 1.500 euro per una famiglia con due figli minorenni che vive in una grande città del nord, e scende a poco più di 1.000 euro in un piccolo Comune del Mezzogiorno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA