Fumarola: un patto per il lavoro. Sicurezza e salari sono le priorità
La segretaria ha aperto i lavori lanciando un appello alla responsabilità a governo, imprese e altri sindacati: «Lasciamoci alle spalle divisioni strumentali». Messaggi del Papa e di Mattarella

La Cisl è pronta al dialogo con il governo, con gli imprenditori, con la Cgil e la Uil. Ma richiama tutti a un Accordo nazionale per il lavoro: «È tempo di stringere un grande Patto della responsabilità: governo, sindacato e sistema delle imprese», ha sottolineato ieri la leader della Cisl, Daniela Fumarola, dal palco del XX Congresso, rivolgendosi al ricco parterre di politici e sindacalisti del Palazzo dei Congressi. La segretaria cislina lo giudica «indispensabile » e con al centro «la sicurezza e la salute delle persone sul lavoro». « È la battaglia per antonomasia, di fronte alla quale nessuno può sottrarsi, nessuno può permettersi di perdere tempo in polemiche di parte. Perché ogni giorno che passa, tre persone perdono la vita in un cantiere, in una fabbrica, in un campo, oppure percorrendo la strada per andare al lavoro. Nulla più di questo merita la nostra attenzione, la nostra partecipazione. Istituzioni, politica, sindacato, imprese: abbiamo il dovere di definire in modo responsabile e concertato una strategia nazionale che agisca su ogni piano possibile per garantire salute e sicurezza sul lavoro», ha aggiunto. «C'è solo un modo per guardare avanti, per procedere: buttando giù gli steccati ideologici che ancora intralciano il cammino possibile. Costruendo unità sociale e sindacale. Ma nei contenuti». Una via che «porti al coraggio di farsi carico di una impostazione improntata al riformismo, sul personalismo, su un protagonismo nuovo, che assegna a tutta la società, e in particolare al mondo del lavoro, il compito di partecipare alle stesse speranze nella costruzione del bene comune», ha proseguito la segretaria, esortando a lasciarsi «definitivamente alle spalle divisioni strumentali che non servono né agli uni né agli altri. E che certo non fanno progredire di un passo sulla strada di quelle indispensabili riforme che l'Italia aspetta da molto tempo. Solo così si può aprire una inedita stagione di innovazioni condivise: con un Patto riformista tra governo e parti sociali».
A dare forza ai lavori di questo XX Congresso anche i messaggi di Papa Leone XIV e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Pontefice invita a «non perdere mai di vista l’obiettivo comune di contribuire alla tranquillità dell’ordine e di promuovere un ordine di relazioni sociali più umano». Mentre per il capo dello Stato «ricomporre il lavoro che rischia di frammentarsi, affrontare le sfide di mercati sempre più sottoposti a choc, talvolta indotti, le prove poste dall’intelligenza artificiale, tenere saldo il primato della persona, sono terreni di impegno decisivi, che devono tenere insieme parti sociali e istituzioni, in uno sforzo corale per lo sviluppo del Paese». Parole che hanno colpito i 1.034 delegati provenienti da tutta Italia – in rappresentanza di quattro milioni e 163 mila iscritti – che parteciperanno a Roma fino a sabato 19 luglio al Congresso confederale. Il coraggio della partecipazione – Responsabilità sociale e umanesimo del lavoro per rigenerare l’Italia e l’Europa: questo il filo rosso dell’assise nazionale alla quale la Confederazione di Via Po, guidata dal 12 febbraio 2025 da Daniela Fumarola, arriva al termine di 13.837 congressi svolti a partire dai luoghi di lavoro, in tutti i settori privati e pubblici. Un grande momento di verifica, rilancio programmatico e organizzativo per la Cisl, che negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita associativa tra i lavoratori attivi di 172mila nuovi iscritti, di cui il 31,44 % con un’età inferiore ai 35 anni.
Il richiamo di Fumarola a un Accordo nazionale per il lavoro, ha trovato una pronta risposta dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini (accolto con freddezza e qualche fischio): «Il ruolo della contrattazione resta fondamentale per affrontare il tema del lavoro povero e garantire stipendi dignitosi. Serve però una vera riforma fiscale. Trovo che sia una contraddizione dire che si è contrari al salario minimo per poi accettare delle proposte di aumento salariale avanzate dal governo che, con l'inflazione al 17%, propone aumenti al 6%». Mentre per il segretario generale della Uil Pier Paolo Bombardieri, «il pluralismo sindacale rappresenta una ricchezza per il Paese».
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