Ecco i dieci consigli sull'orientamento dopo l'esame di maturità
di Redazione
Il portale studentesco ha diffuso una guida operativa attraverso il punto di vista di Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere

Seguire il cuore o la testa? Questo dilemma non riguarda solo le scelte amorose, ma anche quelle da finalizzare dopo il diploma di maturità. Tanti (forse troppi) diplomati si ritrovano ancora in questi giorni a capire sulla base di quali criteri decidere cosa fare da qui in avanti: continuare gli studi? Cercare subito lavoro? Provare percorsi alternativi? Per trovare una risposta utile al maggior numero di persone, il portale studentesco Skuola.net ha diffuso una guida operativa in dieci punti per maturandi indecisi e genitori in travaglio, con il contribuito autorevole di Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere.
1. Non scegliere a occhi chiusi. Nella società dell'informazione e in un contesto lavorativo in rapida trasformazione, come quello attuale, basare le proprie scelte formative e professionali su dati concreti e affidabili è fondamentale. Per esempio, il Sistema Informativo Excelsior ha già formulato le previsioni di quali, ma soprattutto quanti, nuovi lavoratori serviranno da qui al 2028: saranno circa 3,9 milioni di unità, con quasi 900mila nuovi ingressi legati alla crescita economica.
2. Una laurea non vale l'altra. Chi è orientato verso l'Università, è bene che sappia che le facoltà Stem-Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica continuano a offrire grandi possibilità occupazionali, come anche Medicina e chirurgia, le professioni sanitarie (infermieristica, fisioterapia) come anche l'area economico-statistica.
1. Non scegliere a occhi chiusi. Nella società dell'informazione e in un contesto lavorativo in rapida trasformazione, come quello attuale, basare le proprie scelte formative e professionali su dati concreti e affidabili è fondamentale. Per esempio, il Sistema Informativo Excelsior ha già formulato le previsioni di quali, ma soprattutto quanti, nuovi lavoratori serviranno da qui al 2028: saranno circa 3,9 milioni di unità, con quasi 900mila nuovi ingressi legati alla crescita economica.
2. Una laurea non vale l'altra. Chi è orientato verso l'Università, è bene che sappia che le facoltà Stem-Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica continuano a offrire grandi possibilità occupazionali, come anche Medicina e chirurgia, le professioni sanitarie (infermieristica, fisioterapia) come anche l'area economico-statistica.
3. Esistono anche gli Istituti Tecnologici Superiori. Esistono anche valide alternative alla laurea. Come il sistema Its Academy, che offre percorsi biennali con tassi di inserimento superiori all'80%, perché sono costruiti insieme alle imprese. Ci sono, poi, anche corsi di formazione tecnica specialistica o l'apprendistato di alta formazione. Proprio il network delle Camere di Commercio aiuta a valorizzare tutte queste vie alternative attraverso progetti come il webgame Excelsiorienta o il content hub informativo Che ci faccio col diploma?
4. Learnability meglio di expertise: gli anglicismi che "bisogna" possedere. Oltre al titolo di studio, sono centrali le cosiddette soft skill o competenze trasversali. Problem solving, pensiero critico, comunicazione efficace, spirito di adattamento, gestione del tempo, creatività e alfabetizzazione digitale sono le più ricercate. Imparare ad apprendere (la cosiddetta ''learnability''), poi, è oggi considerato quasi più importante dell'expertise, ovvero dell'esperienza maturata sul campo.
5. Anche l'intelligenza artificiale sarà (molto) importante. Secondo il Fondo monetario internazionale, l'Ia interesserà presto fino al 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate. Quindi, saper interagire con essa sarà una skill sempre più richiesta. Ma, paradossalmente, l'Ia rimetterà in gioco anche le lauree umanistiche, perché sarà necessario poter contare su professionisti che usino il pensiero critico per indirizzare la tecnologia e che abbiano competenze ''etiche'', autonomia decisionale, consapevolezza e comprensione dei dati.
4. Learnability meglio di expertise: gli anglicismi che "bisogna" possedere. Oltre al titolo di studio, sono centrali le cosiddette soft skill o competenze trasversali. Problem solving, pensiero critico, comunicazione efficace, spirito di adattamento, gestione del tempo, creatività e alfabetizzazione digitale sono le più ricercate. Imparare ad apprendere (la cosiddetta ''learnability''), poi, è oggi considerato quasi più importante dell'expertise, ovvero dell'esperienza maturata sul campo.
5. Anche l'intelligenza artificiale sarà (molto) importante. Secondo il Fondo monetario internazionale, l'Ia interesserà presto fino al 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate. Quindi, saper interagire con essa sarà una skill sempre più richiesta. Ma, paradossalmente, l'Ia rimetterà in gioco anche le lauree umanistiche, perché sarà necessario poter contare su professionisti che usino il pensiero critico per indirizzare la tecnologia e che abbiano competenze ''etiche'', autonomia decisionale, consapevolezza e comprensione dei dati.
6. Se voglio cominciare subito a lavorare. Alcuni percorsi tecnici e professionali sono altamente spendibili già dopo la scuola. Pensiamo agli indirizzi meccanica, elettronica, informatica per gli Istituti Tecnici. Oppure a quelli legati a manutenzione, enogastronomia e ospitalità alberghiera per i Professionali. Queste qualifiche corrispondono a professionalità estremamente richieste, ma poco diffuse, specie se il parametro è l'effettiva necessità del mercato del lavoro.
7. "Non si trovano gli elettricisti" non è una leggenda metropolitana. Una serie di professionalità che un tempo erano molto diffuse e scarsamente qualificate, oggi vivono una situazione diametralmente opposta: ci sono pochi addetti qualificati disponibili a fronte di una richiesta altissima di figure come elettricisti, idraulici, manutentori. Per fare un esempio, il 73% delle imprese ha difficoltà a trovare elettricisti civili, essenzialmente a causa di una scarsa attrattività di questi mestieri tra i giovani e di una crescente specializzazione richiesta. Al tempo della domotica e della certificazione degli impianti civili, infatti, non è pensabile che queste professioni vengano praticate in maniera dilettantistica come secondo lavoro, cosa che invece in passato è stata una pratica quasi comune.
8. "Mio figlio/a sta mandando tanti curriculum" non è un mestiere. Oggi è necessario un approccio strategico e multicanale per trovare lavoro. L'invio del cv via email (ben redatto, personalizzato, con lettera di presentazione) è ancora una prassi standard. La consegna a mano è meno diffusa, forse utile per realtà molto piccole e locali. E comunque deve sempre essere affiancata da un invio digitale.
7. "Non si trovano gli elettricisti" non è una leggenda metropolitana. Una serie di professionalità che un tempo erano molto diffuse e scarsamente qualificate, oggi vivono una situazione diametralmente opposta: ci sono pochi addetti qualificati disponibili a fronte di una richiesta altissima di figure come elettricisti, idraulici, manutentori. Per fare un esempio, il 73% delle imprese ha difficoltà a trovare elettricisti civili, essenzialmente a causa di una scarsa attrattività di questi mestieri tra i giovani e di una crescente specializzazione richiesta. Al tempo della domotica e della certificazione degli impianti civili, infatti, non è pensabile che queste professioni vengano praticate in maniera dilettantistica come secondo lavoro, cosa che invece in passato è stata una pratica quasi comune.
8. "Mio figlio/a sta mandando tanti curriculum" non è un mestiere. Oggi è necessario un approccio strategico e multicanale per trovare lavoro. L'invio del cv via email (ben redatto, personalizzato, con lettera di presentazione) è ancora una prassi standard. La consegna a mano è meno diffusa, forse utile per realtà molto piccole e locali. E comunque deve sempre essere affiancata da un invio digitale.
9. Per prendere i treni bisogna recarsi in stazione. Per intercettare le offerte di lavoro, oggi, è fondamentale anche moltiplicare la propria presenza nelle "stazioni" in cui possono "passare i treni". I canali primari sono digitali: piattaforme on line (LinkedIn, Indeed), job board, sezioni "Lavora con noi" dei siti aziendali. È cruciale, quindi, curare la propria presenza on line, utilizzare Agenzie per il lavoro e Centri per l'impiego. Networking - ovvero entrare in contatto con chi già lavora - e preparazione ai colloqui sono passaggi altrettanto cruciali.
10. "Sporcarsi le mani" fa splendere il cv. Qualunque sia il percorso scelto - tecnico, accademico o ibrido - il consiglio finale per i ragazzi è quello di "sporcarsi le mani". Tirocini, esperienze all'estero o in azienda: tutto può servire per capire meglio sé stessi, validare le scelte fatte e acquisire quelle competenze pratiche tanto richieste dalle imprese.
10. "Sporcarsi le mani" fa splendere il cv. Qualunque sia il percorso scelto - tecnico, accademico o ibrido - il consiglio finale per i ragazzi è quello di "sporcarsi le mani". Tirocini, esperienze all'estero o in azienda: tutto può servire per capire meglio sé stessi, validare le scelte fatte e acquisire quelle competenze pratiche tanto richieste dalle imprese.
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