Dialogo o contromisure: la Ue sta cercando una via d'uscita dal caos dazi
di Redazione
Von der Leyen ieri ha annunciato la linea morbida, il commissario al commercio Sefcovic: l'incertezza non può continuare. Le Borse europee aprono in rosso

Disinnescare la bomba dazi senza dichiarare guerra a Trump. L'Unione europea sceglie ancora una volta la strada del dialogo con gli Stati Uniti e congela le rappresaglie commerciali, nonostante la lettera arrivata dal presidente americano che annuncia dazi generalizzati al 30% sui prodotti europei a partire dal primo agosto. "Estenderemo la sospensione delle contromisure fino all'inizio di agosto", ha annunciato ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, prima della riunione degli ambasciatori dei 27 che ha fatto il punto sulle trattative con l'amministrazione Usa. Si lavora di fatto su un doppio binario: da un lato quello del dialogo, con la speranza che si possa se non azzerare almeno ridurre la nuova ondata di balzelli, dall'altro le contromisure che ad un certo punto si renderanno necessarie.
Le Borse europee aprono in calo. Le Borse europee avviano la seduta in calo dopo la lettera di Trump e guardano alle mosse dell'Unione Europea per un accordo con gli Stati Uniti. In flessione Francoforte (0,9%), Milano (0,8%) e Parigi (0,6%). Poco mossa Londra, con il Regno Unito che ha già stretto accordi commerciali con gli Usa.
Al via il Consiglio Commercio Ue: trattative in corso. Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, avrà un nuovo scambio con le controparti americane oggi sul dossier dei dazi. Lo ha riferito lo stesso capo negoziatore Ue all'arrivo al Consiglio Commercio Ue che dovrà discutere di come procedere. "Non riesco davvero a immaginare di rinunciare" a raggiungere un accordo "senza aver fatto un tentativo serio", ha sottolineato. Ma l'annuncio di Trump, con dazi al 30% o più, avrà un effetto enorme sul commercio."Sarà quasi impossibile continuare gli scambi commerciali come siamo abituati nelle relazioni transatlantiche". A pesare però è soprattutto il continuo tira e molla. "L'attuale incertezza causata da dazi ingiustificati non può persistere all'infinito e pertanto dobbiamo prepararci a tutti gli esiti". Abbiamo ancora tempo fino al primo agosto per finalizzare" l'intesa sui dazi con gli Stati Uniti, "quindi i negoziati sono in corso" e "sono certo che la conclusione sarà chiara. Vogliamo un accordo, ma deve essere un accordo equo" ha detto stamattina il ministro degli Esteri della Danimarca, presidente di turno Ue, Lars Lokke Rasmussen, all'arrivo al Consiglio Ue Commercio.
Dai controdazi al bazooka, ecco quali sono le contromisure. La sospensione delle contromisure Ue in risposta ai dazi Usa su acciaio e alluminio, disposta per 90 giorni ad aprile, scadrebbe alla mezzanotte di oggi. Ma la Commissione intende congelarla almeno altre due settimane, per "usare al meglio il tempo disponibile per una soluzione negoziata", ha spiegato von der Leyen. In realtà le misure in sospeso sono due: un primo pacchetto da quasi 21 miliardi di euro, che colpisce prodotti americani in risposta ai dazi su acciaio e alluminio al 25% introdotti a marzo, e un secondo da 72 miliardi contro i dazi "universali" in via di finalizzazione. Di questo secondo pacchetto si occuperà oggi il Consiglio Esteri 'Trade' a Bruxelles. Sul tavolo dell'esecutivo comunitario c'è anche il "bazooka", lo strumento Anti-Coercizione, un nuovo meccanismo che consente all'Ue di rispondere a pressioni economiche da parte di Paesi terzi: Bruxelles lo tiene in stand-by ma la Francia chiede di applicarlo. "E' stato creato per situazioni straordinarie. Non siamo ancora a quel punto", ha detto von der Leyen. Nato sull'onda delle ritorsioni cinesi contro la Lituania per le sue relazioni con Taiwan, consente di adottare misure rapide e proporzionate: dazi, restrizioni su investimenti e servizi, esclusione da appalti pubblici, perfino la revoca di diritti di proprietà intellettuale. Un’altra possibilità è che la Ue a vada a colpire i servizi digitali, dove le Big Tech Usa la fanno da padrone. Di volta in volta si parla di accise digitali su pubblicità o intermediazioni, di una digital service tax comunitaria (esiste già in diversi Paesi). Le grandi piattaforme online americane però temono soprattutto che Bruxelles applichi fino alle estreme conseguenze le recenti riforme del Digital Service Act e Digital Markets Act: impongono obblighi su trasparenza, concorrenza e moderazione dei contenuti e, in caso di violazioni, multe fino al 10% del fatturato globale annuo o l'esclusione dal mercato europeo.
Meloni: possiamo ottenere un accordo. La linea della Commissione è stata approvata dalla premier Giorgia Meloni. "L'Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L'Italia farà la sua parte. Come sempre", ha detto in una nota alla fine di una domenica caratterizzata da forti critiche da parte delle opposizioni sul suo silenzio dopo la lettera di Trump. "Una guerra commerciale interna all'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo" ha aggiunto Meloni. La linea Roma-Washington è sempre aperta, non si escludono contatti anche in queste ore. "Non è il momento delle ritorsioni", ha chiarito il ministro delle Imprese Adolfo Urso. Mancano meno di tre settimane alla scadenza del primo agosto, e per Palazzo Chigi e Farnesina vanno usate per cercare un punto di caduta "equo" fra Ue e Usa, ben al di sotto del 30% minacciato dal tycoon. Dopo il fine settimana terremotato dall'annuncio della Casa Bianca, il lunedì mattina della politica sarà focalizzato sulla reazione delle Borse. Missione negli Usa per il vicepremier Antonio Tajani che oggi volerà a Washington, dove vedrà anche il segretario di Stato Marco Rubio.
La proposta Tajani: un piano per sostenere le imprese. Sul tavolo il dossier dazi, che Tajani ha affrontato nelle scorse ore con il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic e il ministro spagnolo dell'Economia Carlos Cuerpo Caballero. Il settore agroalimentare teme l'impatto dei dazi di Trump come una condanna. Ma a soffrire sarebbero anche meccanica, componentistica auto, farmaceutica, occhialeria. Dai settori chiave del made in Italy ieri è arrivato un appello a trattare con l'amministrazione Trump con autorevolezza e in modo compatto a livello europeo. “Faremo di tutto per tutelare le nostre filiere più esposte. A partire dall'automotive, il farmaceutico, il vino e tutto l'agroalimentare. Chiederemo che eventuali contromisure dell'Ue non danneggino questi comparti" ha detto Tajani in un’intervista al Messaggero proponendo un piano per le imprese sul modello di quello attuato per il Covid, una sorta di Quantitative easing 2.0. "L'euro forte riduce i rischi di inflazione, quindi i tassi di interesse potrebbero scendere ulteriormente, anche se sono già al 2%. Con una moneta forte, che di fatto penalizza l'export, in aggiunta ai dazi, con tassi già bassi e rischi di inflazione minimi, la strada migliore per supporta la crescita è rilanciare la domanda interna, oltre che trovare altri mercati esteri - è il ragionamento di Tajani -. Potrebbe essere utile allo scopo una nuova politica espansiva della Banca centrale europea che tagli i tassi ma soprattutto proceda all'acquisto di titoli, magari per finanziare programmi di difesa, di politica industriale, come il taglio dei costi dell'energia, e la sanità".
Le reazioni: Lega contraria alla linea morbida, la Francia guida i falchi europei. Nella maggioranza, però, non mancano i distinguo della Lega, dura verso la strategia di von der Leyen. Opposizioni all’attacco della maggioranza che "è sempre più allo sbando" ha sottolineato Elly Schlein, accusando Meloni, prima della sua dichiarazione, di aver attivato la "modalità aereo": "Non parla, nemmeno di fronte alla prepotenza del suo amico Trump - l'affondo della segretaria del Pd -. Si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30% sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani". Da Berlino sono intanto arrivati segnali decisi, dal vicecancelliere e ministro delle Finanze Lars Klibgbeil (socialdemocratico). "Se non si riuscirà a negoziare una soluzione equa, dovremo prendere contromisure decise per proteggere posti di lavoro e imprese in Europa - ha dichiarato -. La nostra mano resta tesa, ma non ci faremo piacere tutto". Dal fronte liberale era intervenuto alla vigilia il presidente francese Emmanuel Macron invocando reazioni immediate sui dazi Usa incluso un possibile utilizzo dello strumento anti-coercizione. Mentre da Madrid Pedro Sanchez aveva ribadito il sostegno alla Commissione con un invito all'unità.
Accordo con l’Indonesia sul libero scambio. La presidente della Commissione ha intanto tracciato una strategia più ampia in risposta all'incertezza americana. Oltre alle contromisure e al negoziato, l'esecutivo comunitario continua a puntare sulla diversificazione commerciale. In giornata ha annunciato ad esempio una intesa politica per concludere un accordo di libero scambio con l'Indonesia, dopo un negoziato lungo quasi due lustri e che dovrebbe venir ora finalizzato a settembre. L'attesa è che possa aprire opportunità in settori chiave come l'agricoltura e l'auto.
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