Alla ricerca di maggiori tutele e riconoscimenti
Giovani, donne, over 50 e professionisti digitali stanno ridisegnando il profilo del freelance italiano, tra entusiasmo e difficoltà concrete

La pandemia ha avuto un impatto rilevante sul lavoro autonomo e le libere professioni. Alcuni Paesi, come l'Italia e la Germania, non sono riusciti a recuperare completamente, restando indietro rispetto ad altri. Secondo il IX Rapporto sulle libere professioni in Italia 2024, si è registrato un aumento significativo del numero di lavoratori, con una crescita di quasi il 25% tra il 2009 e il 2019, anche se con differenze a livello nazionale. L’Italia, però, ha visto una perdita di circa 54mila professionisti nel periodo 2020-2022, con una ripresa solo parziale nel 2023 rispetto ai numeri pre-pandemia. Un altro dato interessante è l'invecchiamento della categoria, con un’età media che continua ad aumentare, ma anche una progressiva crescita della presenza femminile, nonostante persista un divario retributivo tra uomini e donne. L'andamento delle aperture di partite Iva nel 2023 appare piuttosto stabile, ma con tendenze che variano notevolmente a seconda della regione e del settore di attività, confermando una certa disparità nelle opportunità offerte dal mercato delle libere professioni. Gli Ordini professionali aderenti a ProfessionItaliane, per esempio, costituita dal Comitato unitario delle professioni e dalla rete delle professioni tecniche, raggruppa 23 Consigli nazionali degli Ordini ed è organismo di rappresentanza del comparto ordinistico.
Per fornire una visione concreta delle dinamiche che caratterizzano questo mondo del lavoro, Fidocommercialista ha elaborato l’Osservatorio sulle partite Iva, integrando un’indagine sui liberi professionisti in Italia, condotta su un campione di circa 3.900 professionisti attivi, in modo da offrire una panoramica sulle caratteristiche e le difficoltà che segnano il lavoro autonomo nel Paese. I dati raccolti delineano un panorama dominato da giovani professionisti, ma anche segnato da importanti sfide economiche e fiscali. Per Nicola Primieri, cofondatore di Fidocommercialista, «il settore dei liberi professionisti è in continua evoluzione, ma è fondamentale che le politiche fiscali siano più incisive e mirate, per favorire la crescita di questa categoria cruciale per l’economia».
I professionisti italiani sono in gran parte giovani. La fascia di età tra i 26 e i 35 anni rappresenta infatti il 35,7% del totale, con un altro dato interessante che riguarda la crescita della partecipazione degli over 50 nel mercato del lavoro autonomo, che tocca il 7,4%. Milano, Roma e Torino sono le città che vedono la maggiore concentrazione di liberi professionisti, con un’espansione anche nelle regioni del Nord Italia, come la Lombardia e il Piemonte. «L’emergere di professionisti più giovani e la maggiore presenza degli over 50 testimoniano come la percezione del lavoro autonomo stia cambiando», spiega Primieri. Questa tendenza si riflette anche nelle preferenze settoriali: i servizi medici e odontoiatrici, per esempio, sono i più redditizi, mentre settori come la produzione industriale e la fabbricazione di calcestruzzo vedono risultati meno favorevoli.
Il fatturato medio annuo dei liberi professionisti si attesta sui 26.888 euro. Tuttavia, le fluttuazioni stagionali giocano un ruolo importante. I mesi di agosto e dicembre vedono significative variazioni nei guadagni. A agosto, il fatturato medio mensile scende a circa 1.835,25 euro, mentre a dicembre il picco arriva a 2.834 euro. La stagionalità delle attività professionali, infatti, dipende molto dal settore specifico e Primieri sottolinea come una programmazione fiscale più equilibrata potrebbe contribuire a ridurre l'impatto delle fluttuazioni stagionali. Inoltre, circa l'81,1% dei liberi professionisti intervistati afferma di combinare attività on line e off line, con una parte significativa che opera esclusivamente in modalità digitale. Il cofondatore di Fidocommercialista evidenzia come il settore digitale stia diventando sempre più cruciale per la sostenibilità delle attività professionali, considerando anche le nuove modalità di fruizione dei servizi che richiedono l’adattamento a nuove tecnologie.
Malgrado la crescita del numero di liberi professionisti, molti di loro continuano a fronteggiare difficoltà economiche. Circa il 56,1% degli intervistati sostiene che il reddito non è sufficiente a garantire una stabilità economica. Solo il 43,9% si considera soddisfatto della propria situazione economica, un dato che riflette le difficoltà di molti professionisti nel far crescere il proprio reddito in modo continuo. «Le agevolazioni fiscali sono un elemento essenziale per garantire la competitività del lavoro autonomo, ma occorre che siano stabili e facilmente accessibili», afferma Primieri. Secondo l’indagine, solo l’8,5% dei professionisti ha beneficiato di incentivi fiscali continuativi, con una prevalenza di agevolazioni all’inizio dell’attività. Questo dato suggerisce che, nonostante il sistema di supporto, molti professionisti continuano a trovarsi in una situazione di incertezza, senza garanzie di sostegno economico nel lungo termine.
L’analisi rivela che il panorama dei liberi professionisti in Italia è in continua evoluzione, caratterizzato da una maggiore partecipazione di giovani e professionisti over 50. Tuttavia, permangono sfide legate alla sostenibilità economica e alla necessità di incentivi fiscali continui. «I liberi professionisti sono il motore dell’economia italiana, ma le politiche fiscali e previdenziali devono evolvere per supportare una categoria che affronta costantemente nuove sfide», aggiunge Primieri. In generale, un fattore che emerge con forza è la crescente digitalizzazione e flessibilità del lavoro autonomo, un aspetto che sembra destinato a caratterizzare il futuro del settore. La modalità di lavoro si orienta sempre più verso il digitale e la flessibilità: il 40,85% lavora in modalità mista online e offline, e un ulteriore 31,71% lavora completamente online. Questo dato conferma l'importanza crescente delle competenze digitali anche per chi svolge attività in proprio.
Il dato che l'84,54% ripeterebbe la scelta, aprendo nuovamente la partita Iva, dimostra che pur tra le difficoltà economiche e gestionali prevalgono motivazioni di indipendenza, crescita e realizzazione personale. L'autonomia professionale continua dunque ad attrarre, nonostante le sfide che comporta. L’analisi condotta attraverso l’Osservatorio consente di delineare con maggiore precisione il panorama del lavoro autonomo in Italia, mettendo in luce sia l’evoluzione storica sia le tendenze attuali, e ponendo queste dinamiche a confronto con le evidenze empiriche emerse dall'osservazione diretta della nostra base clienti. Dalla comparazione tra i dati istituzionali e le ricerche interne emerge un quadro articolato: se da un lato il lavoro autonomo continua a rappresentare una componente fondamentale dell’economia, dall’altro si confermano alcune criticità strutturali che ne frenano la crescita e la sostenibilità nel tempo. La fragilità occupazionale del settore, la segmentazione per età e genere, la persistente disparità reddituale e il basso livello di accesso alle misure di sostegno in fase iniziale sono solo alcune delle sfide che i professionisti autonomi si trovano ad affrontare. «La ripresa delle aperture di partite Iva nel 2024, seppur modesta, segnala una rinnovata fiducia, soprattutto da parte delle società di capitali e delle realtà più strutturate - precisa Primieri -. Tuttavia il calo delle aperture da parte di persone fisiche e la flessione delle attività professionali suggeriscono una cautela crescente tra i lavoratori autonomi tradizionali. Il nostro campione interno, composto prevalentemente da giovani, professionisti digitali e attivi nelle regioni economicamente più dinamiche, restituisce un’immagine in parte in controtendenza rispetto ai dati generali».
Per fornire una visione concreta delle dinamiche che caratterizzano questo mondo del lavoro, Fidocommercialista ha elaborato l’Osservatorio sulle partite Iva, integrando un’indagine sui liberi professionisti in Italia, condotta su un campione di circa 3.900 professionisti attivi, in modo da offrire una panoramica sulle caratteristiche e le difficoltà che segnano il lavoro autonomo nel Paese. I dati raccolti delineano un panorama dominato da giovani professionisti, ma anche segnato da importanti sfide economiche e fiscali. Per Nicola Primieri, cofondatore di Fidocommercialista, «il settore dei liberi professionisti è in continua evoluzione, ma è fondamentale che le politiche fiscali siano più incisive e mirate, per favorire la crescita di questa categoria cruciale per l’economia».
I professionisti italiani sono in gran parte giovani. La fascia di età tra i 26 e i 35 anni rappresenta infatti il 35,7% del totale, con un altro dato interessante che riguarda la crescita della partecipazione degli over 50 nel mercato del lavoro autonomo, che tocca il 7,4%. Milano, Roma e Torino sono le città che vedono la maggiore concentrazione di liberi professionisti, con un’espansione anche nelle regioni del Nord Italia, come la Lombardia e il Piemonte. «L’emergere di professionisti più giovani e la maggiore presenza degli over 50 testimoniano come la percezione del lavoro autonomo stia cambiando», spiega Primieri. Questa tendenza si riflette anche nelle preferenze settoriali: i servizi medici e odontoiatrici, per esempio, sono i più redditizi, mentre settori come la produzione industriale e la fabbricazione di calcestruzzo vedono risultati meno favorevoli.
Il fatturato medio annuo dei liberi professionisti si attesta sui 26.888 euro. Tuttavia, le fluttuazioni stagionali giocano un ruolo importante. I mesi di agosto e dicembre vedono significative variazioni nei guadagni. A agosto, il fatturato medio mensile scende a circa 1.835,25 euro, mentre a dicembre il picco arriva a 2.834 euro. La stagionalità delle attività professionali, infatti, dipende molto dal settore specifico e Primieri sottolinea come una programmazione fiscale più equilibrata potrebbe contribuire a ridurre l'impatto delle fluttuazioni stagionali. Inoltre, circa l'81,1% dei liberi professionisti intervistati afferma di combinare attività on line e off line, con una parte significativa che opera esclusivamente in modalità digitale. Il cofondatore di Fidocommercialista evidenzia come il settore digitale stia diventando sempre più cruciale per la sostenibilità delle attività professionali, considerando anche le nuove modalità di fruizione dei servizi che richiedono l’adattamento a nuove tecnologie.
Malgrado la crescita del numero di liberi professionisti, molti di loro continuano a fronteggiare difficoltà economiche. Circa il 56,1% degli intervistati sostiene che il reddito non è sufficiente a garantire una stabilità economica. Solo il 43,9% si considera soddisfatto della propria situazione economica, un dato che riflette le difficoltà di molti professionisti nel far crescere il proprio reddito in modo continuo. «Le agevolazioni fiscali sono un elemento essenziale per garantire la competitività del lavoro autonomo, ma occorre che siano stabili e facilmente accessibili», afferma Primieri. Secondo l’indagine, solo l’8,5% dei professionisti ha beneficiato di incentivi fiscali continuativi, con una prevalenza di agevolazioni all’inizio dell’attività. Questo dato suggerisce che, nonostante il sistema di supporto, molti professionisti continuano a trovarsi in una situazione di incertezza, senza garanzie di sostegno economico nel lungo termine.
L’analisi rivela che il panorama dei liberi professionisti in Italia è in continua evoluzione, caratterizzato da una maggiore partecipazione di giovani e professionisti over 50. Tuttavia, permangono sfide legate alla sostenibilità economica e alla necessità di incentivi fiscali continui. «I liberi professionisti sono il motore dell’economia italiana, ma le politiche fiscali e previdenziali devono evolvere per supportare una categoria che affronta costantemente nuove sfide», aggiunge Primieri. In generale, un fattore che emerge con forza è la crescente digitalizzazione e flessibilità del lavoro autonomo, un aspetto che sembra destinato a caratterizzare il futuro del settore. La modalità di lavoro si orienta sempre più verso il digitale e la flessibilità: il 40,85% lavora in modalità mista online e offline, e un ulteriore 31,71% lavora completamente online. Questo dato conferma l'importanza crescente delle competenze digitali anche per chi svolge attività in proprio.
Il dato che l'84,54% ripeterebbe la scelta, aprendo nuovamente la partita Iva, dimostra che pur tra le difficoltà economiche e gestionali prevalgono motivazioni di indipendenza, crescita e realizzazione personale. L'autonomia professionale continua dunque ad attrarre, nonostante le sfide che comporta. L’analisi condotta attraverso l’Osservatorio consente di delineare con maggiore precisione il panorama del lavoro autonomo in Italia, mettendo in luce sia l’evoluzione storica sia le tendenze attuali, e ponendo queste dinamiche a confronto con le evidenze empiriche emerse dall'osservazione diretta della nostra base clienti. Dalla comparazione tra i dati istituzionali e le ricerche interne emerge un quadro articolato: se da un lato il lavoro autonomo continua a rappresentare una componente fondamentale dell’economia, dall’altro si confermano alcune criticità strutturali che ne frenano la crescita e la sostenibilità nel tempo. La fragilità occupazionale del settore, la segmentazione per età e genere, la persistente disparità reddituale e il basso livello di accesso alle misure di sostegno in fase iniziale sono solo alcune delle sfide che i professionisti autonomi si trovano ad affrontare. «La ripresa delle aperture di partite Iva nel 2024, seppur modesta, segnala una rinnovata fiducia, soprattutto da parte delle società di capitali e delle realtà più strutturate - precisa Primieri -. Tuttavia il calo delle aperture da parte di persone fisiche e la flessione delle attività professionali suggeriscono una cautela crescente tra i lavoratori autonomi tradizionali. Il nostro campione interno, composto prevalentemente da giovani, professionisti digitali e attivi nelle regioni economicamente più dinamiche, restituisce un’immagine in parte in controtendenza rispetto ai dati generali».
Un Tavolo di riflessione
Il Tavolo sul lavoro autonomo convocato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone dopo un anno e mezzo, «rappresenta il luogo di riflessione e confronto ideale per rafforzare le tutele dei liberi professionisti, è qui che possiamo definire insieme le politiche attive e gli strumenti di welfare necessari per il nostro settore». Ad affermarlo il delegato della Giunta di Confprofessioni Salvo Barrano, che ha preso parte all'incontro, nel quale, recita una nota, «si è discusso di temi cruciali come l'Iscro, la formazione continua e l'attuazione degli sportelli del lavoro autonomo». E, sul ddl del Cnel sul welfare del lavoro autonomo, approvato lo scorso anno, «frutto di uno sforzo sinergico e unitario delle rappresentanze professionali e sindacali che compongono la Consulta del lavoro autonomo», si è «preso atto, con soddisfazione, della piena condivisione da parte di Calderone del contenuto del testo. Auspichiamo che il ministero possa sostenere l'approvazione di questo progetto di legge in Parlamento, poiché risponde a esigenze impellenti dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti», sostiene l'esponente della Confederazione.
La prossima riunione del tavolo, prevista per settembre, si concentrerà sull'analisi di AppLI-Assistente personale per il lavoro in Italia, la piattaforma ministeriale per l'orientamento dei giovani Neet, confermando l'impegno del ministero a proseguire il dialogo su temi vitali per il futuro del lavoro quali la formazione continua e i giovani. «Un'occasione per riaprire un confronto che riteniamo debba superare la saltuarietà e diventare condiviso e organico, per costruire risposte concrete per milioni di lavoratrici e lavoratori autonomi, spesso privi di tutele e sottoposti a una elevata precarietà economica e sociale». Così la segretaria confederale della Cgil nazionale Maria Grazia Gabrielli e la presidente di Apiqa Federica Cochi. «Abbiamo ribadito - proseguono Gabrielli e Cochi - la necessità di superare la frammentarietà normativa e contrattuale che caratterizza il lavoro autonomo, evidenziando alcune priorità». In tema di tutele sociali e continuità di reddito, Gabrielli e Cochi sottolineano l'opportunità di «superare alcuni limiti dell'Iscro, inefficace perché non risponde in tempo reale alle esigenze di calo del reddito di professionisti e professioniste e la necessità di allargare la platea. Al tempo stesso chiediamo di dare seguito alla proposta di legge sulle tutele sociali che ha trovato una sede di elaborazione concreta all'interno della Consulta del lavoro autonomo del Cnel».
Alla ricerca di maggiori tutele
Il Collegato Lavoro 2025 introduce importanti novità per i lavoratori autonomi, offrendo diritti aggiuntivi, iniziative per stipendi equi, supporto per malattia e congedi, riforma dei contributi previdenziali e vantaggi fiscali. Tra i diritti principali vi è il diritto all’informazione e alla trasparenza nella definizione dei contratti e degli incarichi. I lavoratori autonomi ora devono ricevere tutte le informazioni necessarie riguardo le condizioni di lavoro, le responsabilità, e le modalità di pagamento, contenute in un documento chiaro e dettagliato.
Un’altra innovazione rilevante è rappresentata dall’accesso paritario alle opportunità di formazione professionale continua, finanziata in parte dall’assicurazione nazionale, permettendo ai liberi professionisti di aggiornare costantemente le loro competenze e di adattarsi alle innovazioni del mercato.
Inoltre, il Collegato inserisce meccanismi di risoluzione delle controversie più rapidi per i lavoratori autonomi, il che significa che in caso di dispute contrattuali, sarà possibile accedere a procedure più semplici e veloci, riducendo i tempi di attesa e i costi spesso proibitivi delle vie legali tradizionali.
In risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo le disparità nei compensi, il Collegato introduce una serie di iniziative mirate a garantire stipendi equi per i lavoratori autonomi. Tra queste, la creazione di un osservatorio sui compensi minimi che monitora costantemente le tariffe praticate nei diversi settori e determina periodicamente i livelli retributivi minimi accettabili. Inoltre, viene istituito un sistema di incentivi fiscali per le aziende che scelgono di adeguarsi a queste linee guida retributive, incoraggiando il rispetto di tali standard attraverso vantaggi economici significativi. Viene introdotto un meccanismo di mediazione obbligatoria quando vi siano discrepanze nei pagamenti, garantendo ai lavoratori l’accesso rapido a mezzi di arbitrato per risolvere eventuali controversie relative ai compensi in sospeso.
Un altro elemento di rilievo nel Collegato riguarda il supporto in caso di malattia e i congedi parentali per i lavoratori autonomi. Tradizionalmente privi di adeguate coperture, ora questi professionisti possono beneficiare di un sussidio malattia che copre una parte significativa delle perdite di reddito nel periodo di inattività lavorativa per motivi di salute. Parallelamente, viene introdotto il diritto ai congedi parentali, inclusi i congedi per gravidanza e post-parto, garantendo così una sicurezza maggiore e permettendo ai liberi professionisti di conciliare le esigenze lavorative con la vita familiare.
Questi cambiamenti sono accompagnati da misure che promuovono il welfare familiare, come servizi di consulenza gratuita e gruppi di supporto, e da una migliore salvaguardia del ritorno al lavoro, assicurando che le opportunità lavorative non siano compromesse dalla necessità di prendersi del tempo libero per motivi personali.
La riforma dei contributi previdenziali prevista dal Collegato costituisce un passo fondamentale verso un sistema pensionistico più equo per i lavoratori autonomi. Tra le modifiche principali vi è l’introduzione di una scala contributiva progressiva che permette ai professionisti di versare contributi commisurati al proprio reddito effettivo, riducendo l’onere nei periodi di minore attività economica. Questo sistema intende diminuire la pressione economica su coloro che potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie, garantendo al contempo un futuro pensionistico più stabile e dignitoso.
Inoltre, il Collegato prevede la possibilità di accedere a fondi supplementari privati attraverso speciali accordi collettivi, che offrono vantaggi in termini di flessibilità e rendimento per coloro che desiderano accumulare un fondo pensionistico parallelamente alla contribuzione obbligatoria. L’obiettivo è quello di costruire un sistema di previdenza integrativa che riconosca il valore delle diverse esperienze lavorative, favorendo una sicurezza economica anche dopo l’età lavorativa. I vantaggi fiscali e gli incentivi introdotti con il Collegato sono progettati per sostenere i liberi professionisti in modo concreto e stimolare la crescita del settore. Tra le principali novità vi è la deduzione fiscale per le spese sostenute in ambito di formazione e aggiornamento professionale, riconoscendo l’importanza di mantenere elevate le proprie competenze in un mercato in continua evoluzione. Il Collegato include un’agevolazione fiscale per iniziative imprenditoriali che prevedono l’assunzione di collaboratori e tirocinanti, aiutando a creare nuove opportunità lavorative e a diffondere competenze specialistiche.
Infine, vi sono incentivi per l’innovazione, che premiano quei lavoratori autonomi che investono in nuove tecnologie o processi innovativi, consentendo loro di beneficiare di importanti sgravi fiscali che stimolano l’investimento e l’espansione della loro attività professionale.
Un’altra innovazione rilevante è rappresentata dall’accesso paritario alle opportunità di formazione professionale continua, finanziata in parte dall’assicurazione nazionale, permettendo ai liberi professionisti di aggiornare costantemente le loro competenze e di adattarsi alle innovazioni del mercato.
Inoltre, il Collegato inserisce meccanismi di risoluzione delle controversie più rapidi per i lavoratori autonomi, il che significa che in caso di dispute contrattuali, sarà possibile accedere a procedure più semplici e veloci, riducendo i tempi di attesa e i costi spesso proibitivi delle vie legali tradizionali.
In risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo le disparità nei compensi, il Collegato introduce una serie di iniziative mirate a garantire stipendi equi per i lavoratori autonomi. Tra queste, la creazione di un osservatorio sui compensi minimi che monitora costantemente le tariffe praticate nei diversi settori e determina periodicamente i livelli retributivi minimi accettabili. Inoltre, viene istituito un sistema di incentivi fiscali per le aziende che scelgono di adeguarsi a queste linee guida retributive, incoraggiando il rispetto di tali standard attraverso vantaggi economici significativi. Viene introdotto un meccanismo di mediazione obbligatoria quando vi siano discrepanze nei pagamenti, garantendo ai lavoratori l’accesso rapido a mezzi di arbitrato per risolvere eventuali controversie relative ai compensi in sospeso.
Un altro elemento di rilievo nel Collegato riguarda il supporto in caso di malattia e i congedi parentali per i lavoratori autonomi. Tradizionalmente privi di adeguate coperture, ora questi professionisti possono beneficiare di un sussidio malattia che copre una parte significativa delle perdite di reddito nel periodo di inattività lavorativa per motivi di salute. Parallelamente, viene introdotto il diritto ai congedi parentali, inclusi i congedi per gravidanza e post-parto, garantendo così una sicurezza maggiore e permettendo ai liberi professionisti di conciliare le esigenze lavorative con la vita familiare.
Questi cambiamenti sono accompagnati da misure che promuovono il welfare familiare, come servizi di consulenza gratuita e gruppi di supporto, e da una migliore salvaguardia del ritorno al lavoro, assicurando che le opportunità lavorative non siano compromesse dalla necessità di prendersi del tempo libero per motivi personali.
La riforma dei contributi previdenziali prevista dal Collegato costituisce un passo fondamentale verso un sistema pensionistico più equo per i lavoratori autonomi. Tra le modifiche principali vi è l’introduzione di una scala contributiva progressiva che permette ai professionisti di versare contributi commisurati al proprio reddito effettivo, riducendo l’onere nei periodi di minore attività economica. Questo sistema intende diminuire la pressione economica su coloro che potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie, garantendo al contempo un futuro pensionistico più stabile e dignitoso.
Inoltre, il Collegato prevede la possibilità di accedere a fondi supplementari privati attraverso speciali accordi collettivi, che offrono vantaggi in termini di flessibilità e rendimento per coloro che desiderano accumulare un fondo pensionistico parallelamente alla contribuzione obbligatoria. L’obiettivo è quello di costruire un sistema di previdenza integrativa che riconosca il valore delle diverse esperienze lavorative, favorendo una sicurezza economica anche dopo l’età lavorativa. I vantaggi fiscali e gli incentivi introdotti con il Collegato sono progettati per sostenere i liberi professionisti in modo concreto e stimolare la crescita del settore. Tra le principali novità vi è la deduzione fiscale per le spese sostenute in ambito di formazione e aggiornamento professionale, riconoscendo l’importanza di mantenere elevate le proprie competenze in un mercato in continua evoluzione. Il Collegato include un’agevolazione fiscale per iniziative imprenditoriali che prevedono l’assunzione di collaboratori e tirocinanti, aiutando a creare nuove opportunità lavorative e a diffondere competenze specialistiche.
Infine, vi sono incentivi per l’innovazione, che premiano quei lavoratori autonomi che investono in nuove tecnologie o processi innovativi, consentendo loro di beneficiare di importanti sgravi fiscali che stimolano l’investimento e l’espansione della loro attività professionale.
Tra ferie e formazione continua
Il riposo è poco e non pienamente rigenerante, la programmazione è complessa e viene spesso data per scontata la reperibilità: sono le ferie dei lavoratori in partita Iva, figure il cui successo professionale dipende esclusivamente dalla produttività e il cui tempo libero viene poco valorizzato dai clienti e, più in generale, dall’intero sistema lavoro. Le ferie sono ritenute importanti, se non fondamentali, dal 77% dei liberi professionisti, il 42% riesce a programmarle in anticipo, mentre il restante 58% si muove con poco preavviso e prevalentemente per brevi periodi. Il 65% preferisce restare in Italia, il mare è la meta preferita per rigenerarsi e la casa vacanza la soluzione abitativa più utilizzata. Poco più della metà, il 53%, dichiara tuttavia di non riposare abbastanza giorni per rendere al meglio delle possibilità durante l’anno. La fotografia delle vacanze in partita Iva arriva dalla tech company Fiscozen, che ha intervistato oltre 1.200 liberi professionisti per inquadrare lo spazio e il valore dati al riposo nella vita di chi ha scelto di non lavorare come dipendente. In controtendenza rispetto all’immaginario, che vede il libero professionista in ferie per lunghi periodi e più volte nel corso dell’anno, dall’indagine emergere che il 34% fa meno di 15 giorni di vacanze su dodici mesi, il 49% tra i 15 e i 30 giorni e solo il 17% supera i 30 giorni. Pochi giorni e poco ristoratori: quando in vacanza, solamente il 19% riesce a staccare completamente dal lavoro, il restante 81% controlla quotidianamente email e telefono, mantenendo una certa reperibilità, oppure continua a lavorare, anche se a regime ridotto. Un lavoratore in partita iva su quattro, inoltre, ha l’abitudine di non comunicare il periodo di vacanza, nonostante questa venga rispettata dai clienti nel 55% dei casi, anticipando o posticipando consegne e richieste. La quasi metà restante, anche se informata dell’assenza, contatta comunque i professionisti facendo leva sul fatto che si tratti di richieste urgenti, veloci o comunque di condizioni eccezionali. «Quando hai una tua attività è difficile non pensarci, anche in vacanza. È parte di te e della tua identità. Non mi sorprende che l’86% dei lavoratori in partita Iva non include nei preventivi una cifra destinata a coprire i giorni di pausa, come invece avviene per i lavoratori dipendenti. Ma prima o poi tutti i liberi professionisti si trovano a fare i conti con le conseguenze, economiche e mentali, di non aver organizzato il proprio tempo in modo sostenibile. Alla fine è una questione di stile di vita: puoi scegliere quello che preferisci, ma non puoi ignorare l’impatto che ha sul tuo lavoro», dichiara Enrico Mattiazzi, ceo e cofondatore di Fiscozen.
Mentre promuovere la partecipazione attiva dei più giovani al mondo del lavoro, incentivare la formazione di competenze in linea con le richieste dei territori e delle imprese, superare il divario tra domanda e offerta di lavoro sono gli obiettivi di AppLI, che ha terminato la prima fase di sperimentazione su tutto il territorio italiano. Il web coach realizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è un progetto sperimentale concentrato, al momento, sulle esigenze dei Neet. Sviluppato utilizzando il modello del co-design e in continua evoluzione, l’attuale versione è il risultato dell’utilizzo da parte di circa 2mila giovani che, grazie al coinvolgimento delle Regioni e alla collaborazione attiva di oltre 200 operatori dei Centri per l’impiego, hanno utilizzato AppLI per migliorare il proprio curriculum, simulare un colloquio, orientarsi nel mondo del lavoro ed esplorare le offerte formative e lavorative collegate alla professione desiderata. «AppLi è l’esempio concreto del ruolo che la pubblica amministrazione può ricoprire nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale a favore delle persone – conclude Calderone -. Il web coach del ministero, grazie all’interazione tra utente e Ia, accompagna i ragazzi che non studiano e non lavorano alla scoperta dei propri talenti e dei modi per trasformarli in partecipazione attiva nella società. Rende trasparenti, visibili, le opportunità del mondo del lavoro. La sua integrazione con gli altri strumenti, a partire dal nostro ufficio digitale del lavoro, il Siisl, renderà ancora più efficace la nostra azione di innovazione».
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