Il prestito che non puoi rifiutare: come le mafie finanziano le aziende in crisi

Lo studio della Banca d'Italia analizza il rischio di infiltrazioni malavitose: il declassamento del credito bancario lo fa salire del 10% nel settore dell'edilizia
October 27, 2025
Il prestito che non puoi rifiutare: come le mafie finanziano le aziende in crisi
Infiltrazioni malavitose nelle aziende in crisi. Uno studio della banca d'Italia spiega come le mafia si trasformi in banca illegale per quelle che non hanno accesso al credito
Ti farò “Un prestito che non puoi rifiutare”: è l’offerta che la mafia fa alle imprese che sono in crisi, e che per questo non riescono ad accedere al credito bancario. Sembra una scialuppa di salvataggio ma si trasforma in un incubo con l’azienda ridotta a contenitore vuoto, pilotata di fatto dall’esterno. La Uif, l'unità di informazione finanziaria presso la Banca d'Italia impegnata nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, in un dettagliato studio pubblicato lo scorso 21 ottobre ha analizzato il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nelle imprese in condizioni di fragilità finanziaria. La ricerca, che nel titolo parafrasa la celebre frase del protagonista de “Il Padrino” è intitolata appunto “Un prestito che non puoi rifiutare: razionamento del credito e infiltrazione della criminalità organizzata nelle imprese in crisi finanziaria” è stata realizzata da cinque ricercatori (Gianmarco Daniele, Marco De Simoni, Domenico Marchetti, Giovanna Marcolongo e Paolo Pinotti) ha analizzato i dati delle società italiane tra il 2001 e il 2020 incrociando le informazioni sui prestiti bancari e rating creditizi con i dati sulla mappatura sperimentale delle imprese connesse a contesti di criminalità organizzata elaborata dalla Uif in passato. Il dattore decisivo al centro dell'analisi è il declassamento del merito creditizio: ovvero il passaggio di un'impresa da uno stato di vulnerabilità finanziaria ad una ristuazione di involvenza, misurata dal rating Cerved.  
La causa scatenante delle infiltrazioni è proprio questo declassamento, amplificato magari da una congiuntura economica generale negativa che "riduce la disponibilità di credito di oltre il 30% in cinque anni e incrementa la probabilità di infiltrazione del 5%". L'effetto della vulnerabilità finanziaria sul rischio di infiltrazione è più forte nelle imprese di maggiori dimensioni e in alcuni settori ad alto rischio di riciclaggio come l'edilizia e i servizi immobiliari. Nel settore del Real estate l'aumento della probabilità di infiltrazione dopo un declassamento del merito creditizio raggiunge il 10%, il doppio rispetto alla media generale. Per quanto riguarda infine le dimensioni dell’azienda l’interesse delle mafie verso quelle più grandi secondo lo studio è legata ai vantaggi relazionali che queste possono dare in termini di visibilità e reti di contatti. Quando un'azienda va in crisi, anche se in maniera temporanea, aumenta la possibilità che a soccorrerla ci siano le mafie che si sostituiscono di fatto agli istituti di credito dando aiuti in liquidità i quali però finiscono per strozzare l'azienda e renderla uno “zombie” al loro servizio. Le imprese sostenute dalla mafia riescono a sopravvivere più a lungo rispetto ad altre non infiltrate pur registrando cali analoghi di fatturato e occupazione. I ricercatori dell'unità presso Bankitalia hanno così stilato una mappatura a livello nazionale delle aziende infiltrate: confermato il triste primato delle province del Sud ma sono in aumento, anche per effetto della congiuntura economica difficile, i casi al Nord Italia. Sono diversi i casi di aziende settentrionali colpite dalla congiuntura e finite nelle braccia delle organizzazioni criminali (come nel caso della lombarda Perego strade) con l'apporto di capitali mafiosi e poi utilizzate quale veicolo per tutta una serie di attività illecite. La ricerca non si limita ad evidenziare i rischi ma cerca di suggerire anche dei rimedi. L'infiltrazione (e la salvaguardia della concorrenza di chi è onesto) va combattuta non solo con la repressione ma anche garantendo alle imprese sane ma vulnerabili l'accesso al credito e dotando anche le autorità di strumenti analitici avanzati per individuare rapidamente i casi sospetti.

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