La filiera della lana "rigenera" l'Uruguay

Gabriela è uno dei dieci allevatori selezionati da Gucci per il progetto "Nativa" che punta alla riqualificazione del territorio con interventi per prevenire lo spopolamento
October 31, 2022
La filiera della lana "rigenera" l'Uruguay
Una nuova visione della filiera della moda che ha come punto di partenza allevamenti sostenibili che assicurano la rigenerazione del territorio, anche a diverse migliaia di chilometri di distanza. Dieci aziende agricole dell’Uruguay sono state selezionate come produttrici di lana dalla maison Gucci. Un progetto ambizioso, dal titolo simbolico 'Nativa Regenerative Agriculture Program', avviato in collaborazione con Chargeurs Fibers, uno dei maggiori trasformatori di lana nel mondo, che ha vinto un premio prestigioso: il 'Climate Action Award' dei Sustenaible Fashion Award 2022 organizzati dalla Camera nazionale della Moda italiana. A ritirare il premio direttamente dall’Uruguay, felice e orgogliosa di rappresentare il suo Paese e soprattutto le donne allevatrici, c’era Gabriela Bordabehere la cui storia emblematica riassume un po’ il senso del progetto di Gucci. Sfidando il pregiudizio che la pastorizia nella Pampa, patria dei leggendari Gaucho, fosse un lavoro per 'uomini' Gabriela ha preso le redini dell’azienda agricola dei nonni e l’ha condotta verso traguardi che sembravano irraggiungibili per una donna. Dopo la morte del marito in un incidente stradale, vent’anni fa, con in tasca una laurea in agraria, Gabriela si è rimboccata le maniche e ha deciso di gestire la tenuta 'La Soledad' da sola. I due figli ancora piccoli sono andati a vivere nella capitale, Montevideo, a 350 chilometri di distanza per completare gli studi mentre lei mentre ha iniziato a dirigere gli allevamenti di ovini destinati alla produzione di lana pregiata. Sono stati anni difficili ma l’attività di allevamento è andata sempre avanti e la lana prodotta – attualmente c’è un gregge di 1300 pecore – è di ottima qualità, molto apprezzata dal mercato interno. Adesso per la prima volta sarà esportata e raggiungerà il mondo intero come materia prima pregiata utilizzata nei capi a marchio Gucci. «Questo premio mi riempie di felicità e orgoglio: felicità per essere premiata per il mio percorso, per la mia storia e il mio lavoro – racconta Gabriela –. Orgoglio di rappresentare il mio Paese soprattutto le donne e di poter raccontare il nostro impegno. Si tratta di un lavoro che viene svolto con molta responsabilità, impegno e dedizione. L’Uruguay è un posto che offre meravigliose opportunità: pace, contatto quotidiano con la natura, con la sua semplicità, la sua gente, i suoi valori morali ed etici». Il suo amore per la terra è iniziato da piccola, da quando andava a trovare i nonni nel ranch che adesso dirige, ed è una passione che ha trasmesso ai figli che, dopo essersi laureati, lavorano con lei.
L’obiettivo principale è tutelare un territorio meraviglioso che rischia lo spopolamento. «La parola sostenibilità per me significa prendersi cura dell’ambiente, della terra, del benessere degli animali, delle risorse idriche, ma soprattutto pensare che così come io ho ereditato la terra dai miei antenati allo stesso modo è mio dovere consegnarla ai miei figli. Sostenibilità significa prendersi cura delle persone che lavorano con me nell’azienda in tutti gli aspetti della loro vita» sottolinea Gabriela. Sono sempre più le aziende agricole che guardano al percorso de 'La Solead' come a un esempio da seguire. «Come immagino il futuro? Con un numero sempre maggiore di agricoltori che si prendono cura dell’ambiente e della nostra gente» conclude l’allevatrice uruguayana. Il progetto Nativa coinvolge dieci aziende uruguayane che riceveranno un sostegno finanziario fondamentale mirato ad aumentare la biodiversità a beneficio dei suoli e del benessere degli animali. Ma gli effetti positivi coinvolgeranno anche la popolazione, in aree che sono a rischio spopolamento e impoverimento. Le priorità sono l’accesso alla scuola, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e il sostegno alle donne della comunità rurale. A queste si aggiunge la riforestazione del paesaggio che darà una nuova casa alla fauna selvatica e un programma di monitoraggio delle popolazioni di uccelli uno dei punti di forza della diversità animale del Paese. Il progetto coinvolgerà un territorio di oltre 100mila ettari. Gucci riceverà 50 tonnellate all’anno di lana a partire dal gennaio 2023 e per una durata iniziale di quattro anni.
Non si tratta di una novità assoluta per la casa di moda che già dal 2020 finanzia progetti di agricoltura rigenerativa legati all’allevamento di bovini e ovini nei pascoli del Montana e della Patagonia. Adesso però fa un passo in avanti andando ad incidere direttamente sulla propria filiera, promuovendo allevamenti più rispettosi degli animali e dando un nome e un volto a chi produce la materia prima. Dal momento della semina e del pascolo fino alla creazione del tessuto vero e proprio c’è una conoscenza diretta di tutte le fasi della produzione. In parallelo a questo suo impegno internazionale, legato anche alla lotta al cambiamento climatico, Gucci supporta la rinascita di realtà produttive quasi completamente abbandonate e investe sulla filiera della seta e del cotone con progetti pilota in Calabria, Puglia e Sicilia. L’at-tenzione al dettaglio insomma parte già dal momento in cui il seme viene piantato. «Questo premio celebra una nuova visione della filiera produttiva – sottolinea Antonella Centra, executive vice president general Consuel, Corporate Affairs and Sustainability di Gucci –. Collaborazioni strategiche che ci permettono di investire in livelli di tracciabilità sempre più alti e di aumentare la quantità di materie prime provenienti da fonti responsabili, verso l’ambiente e le persone, all’interno delle collezioni. Grazie a Nativa puntiamo a raggiungere il 50% di lana approviggionata secondo criteri di sostenibilità rispetto al 38% attuale».

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