Gli «innovatori sociali» che cambiano l'Italia dal basso

Ashoka Italia ha censito gli imprenditori e i filantropi che lavorano per migliorare la vita delle comunità. In dieci anni, l'organizzazione li ha supportati con due milioni di euro
October 23, 2025
Gli «innovatori sociali» che cambiano l'Italia dal basso
Una piccola comunità di provincia
Li chiamano innovatori sociali. Sono gli imprenditori e i filantropi che si impegnano per portare benefici alle comunità in cui operano, rispondendo ai bisogni della popolazione. Cittadini visionari e determinati, alla ricerca di un cambiamento che parta da piccole realtà e scelte virtuose per imprimersi nella vita quotidiana degli italiani. Dal 2015, la loro attività è sostenuta da Ashoka, un organismo globale che li seleziona e ne supporta i progetti. L’ente, nel decennale della sua presenza in Italia, ha tracciato un bilancio degli investimenti destinati alla causa: più di due milioni di euro in contributi economici, che hanno permesso di finanziare svariate iniziative; dall’unione siciliana di imprese che si oppongono al pizzo fino alla piattaforma informatica per favorire l’occupazione dei giovani tirocinanti, tutte nate con l’obiettivo di diventare modelli replicabili sul territorio nazionale.
In occasione del suo anniversario, Ashoka ha anche censito gli innovatori sociali attivi nel nostro Paese (su quattromila mondiali) e parte della sua organizzazione. Secondo i dati, il 64% di questi soggetti è donna, ha un’età media di 37 anni e proviene da contesti di provincia o piccoli comuni. Praticamente tutti possiedono una laurea o un master universitario e si concentrano soprattutto fra il Nord e il Centro. Informazioni preziose frutto di un’indagine che ha coinvolto più di duecento membri della rete, tracciando un profilo degli «operatori del cambiamento». La mappatura è stata presentata nel corso degli ultimi “Changemakers Days 2025”, l’evento durante il quale gli innovatori vengono nominati in via ufficiale.
Quest’anno, i nuovi Ashoka fellows sono tre: Martino Corazza, ex insegnante torinese appassionato di rugby, che ha fondato la non profit International Mixed Ability Sports, finalizzata all’inclusione sportiva delle persone con disabilità. Club e giocatori da tutto il mondo si rivolgono a lui per introdurre squadre di mixed ability nelle loro società o cercano percorsi personalizzati, in cui sia l’aspetto ludico dello sport a prevalere sulla competizione. Aurora Caporossi, invece, dopo aver sofferto di anoressia nervosa ha deciso di aiutare gli altri dando vita, nel 2021, a Animenta, un luogo dove chi soffre di disturbi alimentari può essere ascoltato e compreso, confrontandosi con esperti e altri pazienti per affrontare la malattia. Infine, l’altoatesino Hannes Goetsch, responsabile del progetto Basis Vinschgau Venosta, che si propone di riconvertire un’ex caserma a polo per lo sviluppo sociale, economico e culturale dell’omonima valle.
Storie e profili diversi di cittadini specializzati in soluzioni ai grandi problemi della società, in un' Italia a due velocità nella quale la sfida è trasformare disuguaglianze, divario digitale e precarietà in opportunità. L’obiettivo è il 2035: «Immaginiamo scuole come laboratori di cittadinanza attiva, imprese che mettono l’impatto sociale al centro, città capaci di rigenerarsi grazie alla creatività e alla collaborazione di tutti. E il modo migliore per rendere tutto questo realtà è promuovere la partecipazione, l’innovazione etica e inclusiva e una transizione verde che non lasci indietro nessuno» spiega la co-direttrice della divisione italiana Ashoka Arianna De Mario. Il vero cambiamento parte dal basso e dalle comunità, ma si scontra con risorse scarse, burocrazia soffocante e pregiudizi, che possono essere superati solo grazie a reti di collaborazione efficaci e finanziamenti flessibili. Specie in settori come la salute, il clima, i diritti umani, l’educazione, la tecnologia a scopo benefico, lo sviluppo economico e l’educazione, nei quali gli innovatori sociali intervengono spesso. È proprio sul fronte educativo che Ashoka concentra i suoi sforzi. In dieci anni, ha coinvolto cinquemila giovani e dato vita a undici scuole changemaker, per insegnare ai ragazzi come diventare, ognuno a proprio modo, protagonisti del futuro.

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