Economia e finanza nella Bibbia: i rendimenti crescenti del capitale sociale

Così è nata l'idea di un libro dedicato ai temi economici e finanziari nella Sacra Scrittura: valore e prezzo, lavoro e retribuzione, debiti e crediti
November 19, 2021
Economia e finanza nella Bibbia: i rendimenti crescenti del capitale sociale
Nella tarda estate del 2006, nella casa degli esercizi della Compagnia di Gesù di Selva di Val Gardena, a latere di un corso di esercizi, ebbi un colloquio con il cardinale Carlo Maria Martini. Gli manifestai la mia intenzione di dedicarmi allo studio dei temi economici e finanziari presenti nella Bibbia. Martini, che già mi conosceva per via del libro sulla storia del Banco Ambrosiano, mi ascoltò attentamente e mi diede un solo consiglio, ovvero quello di prestare molta attenzione al fatto che i testi biblici erano stati redatti nel corso di un lungo periodo di tempo, circa un millennio. Tutto ciò implicava un’attenta analisi dei diversi momenti storici durante i quali i testi erano stati redatti. Poi, aggiunse di scrivere il libro e di non accantonare il progetto.
Così è nato Tra cielo e terra. Economia e finanza nella Bibbia. Ho sempre ritenuto che il testo biblico contenga prospettive ermeneutiche ed esistenziali tutte da esplorare. Questo dipende da diversi motivi. Anzitutto, la scarsa consuetudine con il testo, soprattutto per i cattolici che, diversamente dalle chiese riformate, hanno iniziato a leggere la Bibbia nella sua interezza solamente durante il Novecento. In secondo luogo, la nostra capacità di cogliere nel testo biblico prospettive diverse da quelle che definirei 'di carattere convenzionale', ad esempio nel campo delle scienze sociali è ancora piuttosto limitata. Eppure il testo biblico è molto ricco di riferimenti all’economia, alla finanza e, più in generale, a tutti gli aspetti del mondo economico, commerciale e produttivo. La Scrittura giustappone diversi punti di vista nell’analisi del mondo economico e finanziario.
Ad esempio la determinazione del valore di un campo, ovvero di un importante asset reale dell’epoca (Levitico 25, 14-16); o la distribuzione dei rendimenti azionari secondo l’interpretazione che Giuseppe fa del sogno del Faraone delle sette vacche magre e delle sette vacche grasse, delle sette spighe ricche e delle sette spighe vuote in Genesi 41. C’è poi il tema dei contratti e dei mandati, reso molto attuale negli ultimi decenni dalle teorie economiche in materia di agency. Si pensi alla trattativa fatta da Abramo con uno dei capi degli Ittiti, Efron, per l’acquisto del campo di Macpela destinato alla sepoltura di Sara (Genesi 23, 3-20). Ci sono infine il tema dei debiti e dei crediti – entrambi anzitutto rapporti fra persone e rapporti di carattere intergenerazionale – e quello del lavoro.
In tutti i brani della Scrittura analizzati nella monografia, il testo rimanda sempre a un secondo piano di carattere apparentemente meta economico, meno immediato da percepire, dove la Parola – come affermava Carlo Maria Martini – si dimostra essere viva e attuale. Il confronto con il testo biblico indirizza cioè la vita, la capacità di discernimento e le scelte delle persone. In secondo luogo, fra le righe, si percepisce chiaramente che gli 'assets' di gran lunga più rilevanti siano costituiti dalla costruzione di relazioni di verità con il prossimo e dall’intessere a sviluppare la più importante di queste relazioni: quella con Elohim ovvero con il Signore. Questa considerazione rimanda a un’evidenza a cui gli economisti hanno attribuito crescente importanza nel corso del tempo: il capitale sociale ha rendimenti marginali crescenti. A differenza di tutti gli altri beni fisici, che hanno rendimenti marginali decrescenti, le diverse forme di capitale sociale, come la fiducia o l’amicizia, hanno rendimenti crescenti.
Più esiste un contesto di fiducia, più questa risulta essere diffusa. Questa evidenza è di fondamentale importanza per l’attività economica. Pensiamo, ad esempio, a un soggetto che opera nel mondo della finanza, come una banca, una società finanziaria, o a un soggetto che giustappone attività industriale ed attività finanziaria, come un fondo di private equity o di venture capital. La 'materia prima' di uno dei soggetti prima descritti non è il denaro, ma la fiducia. Senza la fiducia un intermediario finanziario non può esistere. Non può esistere, ad esempio, una banca di cui i suoi depositanti e clienti non si fidino. La Bibbia sottolinea che valori come la fiducia o l’amicizia, o anche l’amore, sono gli ingredienti senza i quali l’economia e la finanza non possono esistere.
Fino all’ultima crisi finanziaria globale sarebbe stato difficile, da un punto di vista economico, prendere in esame temi come quelli della creazione e dell’ambiente, nelle loro diverse declinazioni di capitale reputazionale, ambientale e narrativo. Al di là del filone di studi italiano in materia di Economia Civile e a quello internazionale di Sen e Dasgupta, poche altre le voci che si levavano su questi temi. Al punto che solo qualche anno fa, in finanza, era visione ortodossa e condivisa che la finalità dell’impresa fosse la massimizzazione del valore corrente del capitale economico a beneficio degli azionisti. Questa evidenza enunciata da Milton Friedman (1970) rivelava implicitamente una sorta di predilezione per la risorsa che si era rivelata storicamente più scarsa, ovvero il capitale di rischio.
Le vicende che si sono dipanate a partire dal 2007-2008 e, in modo particolare, i tassi di interesse negativi hanno rivoluzionato tale prospettiva. In un mondo inondato di liquidità, le risorse più preziose sembrano essere quelle ambientali, quelle di carattere reputazionale, per non dimenticarsi del valore della salute pubblica, dopo la pandemia, e di quello della pace. Ci si è resi conto che tali beni hanno un valore a prescindere. Dobbiamo pertanto essere disposti ad attribuire un valore a beni pubblici di cui ci eravamo quasi dimenticati dell’esistenza. Ciò spiega tra l’altro la crescente attenzione per i temi della sostenibilità e i ranking ESG ( Environmental, Social e Governance). In ambito ecclesiale tali temi erano, a loro modo, presenti da secoli, anche se silenti. Basti pensare all’eredità spirituale di Francesco di Assisi. È stato tuttavia papa Francesco che, a partire dalla Laudato Si’ (2015) ha dato un grande impulso alla meditazione e al discernimento sulle questioni dell’ambiente e della creazione, anche nella loro valenza economica di 'sostenibilità'. Si tratta, in altri termini, di trovare modalità idonee per garantire le prospettive future di sopravvivenza della Terra che abbiamo ricevuto in dono.

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