Caldo e aria inquinata: sul lavoro siamo tutti a rischio

Un rapporto Ilo quantifica i rischi legati ai cambiamenti climatici tra infortuni, episodi di avvelenamento legati ai pesticidi, aumento dell’incidenza di tumori della pelle e di malattie cardiache
May 15, 2024
Caldo e aria inquinata: sul lavoro siamo tutti a rischio
Ansa |
I cambiamenti climatici metteranno a rischio la salute di un numero impressionante di lavoratori nei prossimi anni, più del 70% della forza lavoro mondiale. L’allarme arriva da un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare riferimento a quelli legati al lavoro. Il report dal titolo “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici”, presentato lo scorso 22 aprile a Ginevra, ipotizza un aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie, dei tumori, delle disfunzioni renali ma anche dei disturbi mentali. Con pericoli maggiori per i lavoratori del settore primario, soprattutto quelli dei Paesi meno sviluppati. Le ondate di caldo sono la minaccia più evidente.
Secondo l’Ilo, sette lavoratori su dieci in tutto il mondo, cioè 2,4 miliardi di persone (su una forza lavoro globale di 3,4 miliardi), rischia di essere esposto a temperature eccessive (la stima è basata su dati del 2020). Vent’anni prima, nel 2000, la percentuale era del 65,5 per cento e tutto lascia ipotizzare che crescerà ulteriormente. Oltre alle ondate di caldo, i lavoratori agricoli, del settore edile e altri che svolgono lavori faticosi all’aperto sono esposti a una serie di rischi, tra cui raggi ultravioletti, inquinamento atmosferico, pesticidi e malattie trasmesse da insetti (tra cui malaria e dengue). Anche le persone che lavorano al chiuso in ambienti troppo caldi o poco ventilati sono a rischio.
I lavoratori sono tra le categorie più esposte ai rischi climatici, anche perché spesso non hanno altra scelta che continuare a lavorare, sottolinea il rapporto dell’agenzia dell’Onu. Drammatico il bilancio delle morti e delle malattie legate al surriscaldamento. I pericoli non derivano solo dal caldo eccessivo, si tratta di un “cocktail di rischi” che si traduce in una serie di situazioni dannose: radiazioni ultraviolette, eventi meteorologici estremi, inquinamento atmosferico, malattie trasmesse da parassiti o legate all’utilizzo di prodotti chimici per l’agricoltura. Notevoli sono anche le conseguenze finanziarie dovute alla perdita di produttività, all’interruzione dell’attività e al danneggiamento delle infrastrutture. «Un numero sbalorditivo di lavoratori è esposto ai rischi associati alla crisi climatica, e la situazione si aggraverà in futuro» spiega l’agenzia dell’Onu.
Secondo l’Ilo il caldo eccessivo causa quasi 23 milioni di incidenti sul lavoro ogni anno, con circa diciannovemila vittime, per non parlare degli oltre 26,2 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di malattie renali croniche legate allo stress termico da caldo sul posto di lavoro. L’Ilo osserva che il cambiamento climatico provoca anche un aumento del rischio di malattie causate da parassiti, virus e batteri trasmessi da vettori come zanzare, zecche e pulci a causa dei suoi effetti sulle dimensioni, sui tassi di sopravvivenza e sulla riproduzione delle popolazioni di vettori, e del suo impatto più ampio sugli ecosistemi naturali e sui sistemi umani. Sarebbero almeno 15mila i decessi registrati ogni anno direttamente connessi all’esposizione a malattie parassitarie trasmesse da vettori. L’utilizzo di pesticidi in agricoltura mette a rischio ogni anno 870 milioni di lavoratori con oltre 300mila decessi attribuiti ad episodi di avvelenamento.
Ancora più grave il bilancio dei danni alla salute provocati dall’inquinamento dell’aria al quale sono esposte ogni anno 1,6 miliardi di persone in tutto il mondo, con un elevato rischio di mortalità, stimata in 860mila decessi l’anno. L’agenzia specializzata delle Nazioni Unite ritiene che le misure esistenti in materia di sicurezza e salute sul lavoro siano al momento insufficienti a far fronte ai rischi che derivano dal cambiamento del clima. «È essenziale prestare attenzione a questi avvertimenti. Le considerazioni sulla sicurezza e la salute sul lavoro devono essere parte integrante delle nostre risposte al cambiamento climatico», ha commentato Manal Azzi, capo del team Sicurezza e salute sul lavoro presso l’Ilo.
Lavorare in ambienti sicuri e salubri è uno dei diritti fondamentali del lavoro. Il rapporto esplora anche le attuali risposte dei Paesi ai danni alla salute provocati dai cambiamenti climatici. Risposte che includono la revisione e lo sviluppo di nuove leggi, regolamenti e linee guida, come pure il miglioramento delle strategie di mitigazione climatica (ad esempio le misure di efficientamento energetico) negli ambienti di lavoro.

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