Ad ottobre il nuovo record del lavoro: 224mila in più rispetto all'anno scorso

I dati Istat confermano un trend positivo iniziato quattro anni fa. Il governo esulta: ottimi risultati, in crescita l'occupazione femminile. Ma la Cisl avverte: guardare oltre ai numeri, è la qualità che conta
December 2, 2025
Ad ottobre il nuovo record del lavoro: 224mila in più rispetto all'anno scorso
Occupazione in crescita, per le donne il tasso supera il 54%
Occupazione a livelli record, disoccupazione a quelli minimi e tasso di inattività stabile. Prosegue la lunga parabola ascendente del mercato del lavoro in Italia: gli ultimi Istat dati relativi al mese di ottobre, sia pure ancora provvisori, segnalano un ulteriore aumento dell’asticella. Il tasso di occupazione tocca il 62,7%: si tratta, come specifica l’istituto di statistica, del livello più alto dall’inizio delle serie storiche, vale a dire dal gennaio 2004. Il numero di occupati è pari a 24 milioni 208mila persone. Molto positivo il dato sulla disoccupazione il tasso scende al 6,0% (-0,2 punti) e quello giovanile crolla al 19,8%, con 1,9 punti in meno. Il tasso di inattività è invariato al 33,2%. A conti fatti i posti di lavoro in più sono 75mila (lo 0,3%) su base mensile, una crescita omogenea che riguarda sia i dipendenti che gli autonomi e tutte le classi di età con l’eccezione dei 25-34enni che risultano in diminuzione. Nel confronto annuo, il saldo è positivo per 224 mila unità (lo 0,9% in più) e in questo caso l’aumento riguarda soprattutto gli over50 anni, a fronte della diminuzione nelle altre classi d’età. Si conferma invece anche a livello tendenziale la spinta dai dipendenti permanenti e degli autonomi. Rispetto ad un anno fa cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (del 2,2%, pari a 34mila unità) sia quello degli inattivi (-1,4%, pari a 171mila unità)
L’andamento dell’occupazione rappresenta per il governo un vero e proprio fiore all’occhiello. La ministra del Lavoro Marina Calderone sottolinea come riguardi soprattutto l’occupazione stabile, con un tasso di disoccupazione in linea con la media europea. «Il 62,7% di occupazione è un dato che conferma la validità della strategia adottata dal governo in questi ultimi tre anni». La sua vice Maria Teresa Bellucci aggiunge un dato sull’occupazione femminile «che tocca quota 54,4% con 315mila donne in più al lavoro rispetto all’anno scorso». Anche l’ufficio studi di Confcommercio si concentra sulla componente femminile «ancora la più deficitaria in termini occupazionali, con una crescita, su base annua, di quasi un punto percentuale del tasso di partecipazione e di occupazione». Proprio questo elemento, se verrà confermato in futuro, potrebbe contribuire «ad attenuare molti dei timori espressi dalle famiglie in termini prospettici e favorire la tanto attesa crescita della domanda per consumi» conclude Confcommercio.
Dalla Cisl arriva una riflessione che sposta l’attenzione dai dati al contenuto. Il segretario confederale della Cisl, Mattia Pirulli spiega che «i numeri in crescita da quattro anni, confermano che la vera questione del mercato del lavoro italiano non è più tanto la quantità, quanto la qualità dell’occupazione». Per il segretario Cisl il lavoro a termine «pur in diminuzione, resta ancora il principale canale di ingresso tra i giovani meno qualificati, l’inattività giovanile e femminile rimane elevata, seppur in calo, nonostante una forte domanda di lavoro che resta in parte inevasa, i comparti più dinamici sono labour intensive e a bassa produttività, con salari medi che crescono meno di quanto potrebbero».
Al Paese serve dunque un progetto di sviluppo condiviso, sottolinea la Cisl, che sarà in piazza a Roma il 13 dicembre per sollecitare la costruzione di un patto tripartito in grado di sostenere la crescita della produttività, del lavoro e dei salari.
Sono i giovani la vera emergenza secondo la Uil. «Si registra un calo dell’occupazione e l’incremento degli inattivi. Pertanto - spiega la segretaria confederale Ivana Veronese - la disoccupazione giovanile scende anche perché aumentano i giovani che smettono di cercare un impiego. Tra l’altro, mentre le nuove generazioni faticano a entrare e a restare nel mercato del lavoro, continua a crescere l’occupazione degli over 50». Dello stesso parere il presidente di Adapt Francesco Seghezzi che parla di «criticità importanti per la fascia giovanile».
Da Palermo, a margine dell'assemblea sindacale all'ospedale Civico, il segretario della Cgil Maurizio Landini accusa il governo di fare soltanto propaganda sui numeri e di non muovere un dito per la sicurezza. «Nel nostro Paese il governo sta continuando a fare leggi che favoriscono il lavoro nero e che non combattono la logica dei subappalti - sottolinea -. La prima emergenza è il lavoro, siamo in presenza di un sistema di fare impresa che è stato favorito dalla logica dei subappalti e delle finte cooperative. Siamo una nazione in cui il numero dei morti sul lavoro è il più alto di tutti i paesi industrializzati. Si continua a morire sul lavoro come 50 anni fa. Generalmente le vittime sono lavoratori precari in aziende in subappalto».© riproduzione riservata

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