lunedì 3 gennaio 2022
José Oscar, economista colombiano, lavora a modelli econometrici in grado di indirizzare gli investimenti: dal contrasto alla produzione di cocaina alla produzione di energia solare nelle favelas
Impatto sociale misurato in America Latina
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«Quando lessi per la prima volta la lettera del papa per l’Economy of Francesco (EoF) mi sono sentito interpellato in prima persona. Diceva: voi economisti siete responsabili dei cambiamenti strutturali per garantire che nessuno resti dietro. Perché quanti sembrano condannati all’esclusione siano il motore per risolvere i problemi e uscirne, in un mondo dove le disuguaglianze continuano ad aumentare». José Oscar Henao Monje, economista colombiano con master e tesi dottorale (in corso) in Argentina, è approdato alla comunità latinoamericana dell’EoF da ricercatore principale del Programma Internazionale di Democrazia, Società e Nuove Economie (Pidesone) dell’Università di Buenos Aires. «Con la direttrice Cristina Calvo – ricorda – abbiamo lavorato negli ultimi 7 anni al rafforzamento delle organizzazioni della società civile sia come contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile che di strumenti per l’adozione di decisioni. Con l’analisi, per esempio, dei ritorni sociali degli investimenti, per assicurare un uso efficiente delle scarse risorse, e risultati che generino maggiori benefici a famiglie, persone o comunità in condizioni di vulnerabilità». L’adesione all’Economy of Francesco è stata per José Oscar «l’occasione di realizzare un sogno coltivato fin da bambino», cresciuto con le preoccupazioni di chi "ha sofferto parecchio" l’iniquità. «Io ho colto una possibilità – riflette – e sento la corresponsabilità di aiutare gli altri». Lo fa anche grazie alla sua esperienza accademica alla Pontificia Università Cattolica di Argentina, «orientata – spiega – all’impiego di metodi econometrici, strumenti applicati al mercato del lavoro, alle disuguaglianze, per contribuire a tracciare politiche pubbliche, sociali, comunitarie che riducano i divari esistenti».

Nell’attualità partecipa a progetti dell’EoF in Colombia e Argentina e fa parte della Commissione accademica della rete latinoamericana, che con le maggiori istituzioni universitarie ha organizzato, fra l’altro, il primo congresso sulle sfide etiche per un’economia solidale di sviluppo sociale nella regione. Con la Caritas colombiana, l’economista ha promosso l’implementazione metodologica e territoriale per l’analisi della governance e delle risorse comuni nella regione di Catatumbo, al nord di Colombia alla frontiera con Venezuela. «Un’area di conflitto armato, traffici illeciti e produzione di cocaina. L’obiettivo era attivare la partecipazione cittadina, perché si facesse promotrice dei propri progetti comunitari, fra cui l’apertura di strade per commercializzare i propri prodotti agricoli o migliorare le fonti idriche». In Brasile José Oscar è impegnato con due gruppi di ricerca. «Uno coinvolge due ricercatori a Sao Paulo, impegnati per portare tecnologia per l’energia solare in favelas dove la corrente, somministrata dal settore privato e inaccessibile per i costi elevati, è spesso rubata con allacciamenti illegali ed effetti avversi, spesso mortali». Al processo di formulazione spiega, «partecipa un secondo gruppo del villaggio di energia e povertà dell’EoF, con l’economista argentino Cristian Varela, che punta a replicare l’esperienza nella zona dell’Amazzonia dove si trova».Da responsabile dell’Osservatorio per lo Sviluppo Sostenibile del segretariato per America Latina e Caraibi di Caritas, l’economista ha inoltre disegnato «una metodologia statisticamente molto robusta, per accertare come le Caritas nazionali contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile». Prevede di ultimare un rapporto intermedio a giugno e quello definitivo a dicembre 2022. «Stiamo utilizzando due software molto potenti di analisi di dati – riassume José Oscar –. Uno permette di generare dashboards di risultati per connetterli in rete, perché chiunque possa entrare nella pagina web di Caritas e consultare come, ad esempio, quella del Perù contribuisca agli obiettivi di sviluppo sostenibile o come quelle regionali avanzino rispetto agli obiettivi relativi alla povertà o alla fame zero. E siamo in dialogo con Caritas internazionale per applicare la metodologia a livello globale».

In realtà il giovane neo-papà di un bimbo di 9 mesi confessa che la passione di mettere in pratica i suoi talenti in econometria, deriva dall’affanno di poter contare le cose e disegnare strumenti per misurarle. «Durante la pandemia ho scritto un paper che vorrei pubblicare su una metodologia che misura in maniera multidimensionale le buone pratiche interreligiose per lo sviluppo sostenibile», dichiara. Per questo, ha disegnato un indicatore pluridimensionale applicato al momento «da 23 associazioni basate sulla fede, fra cui il Centro regionale ecumenico di consulenza e servizi Creas in Argentina, la chiesa metodista di Bolivia, Caritas di Uruguay, il movimento focolare Suma Fraternidad in Argentina e il gruppo del Brasile». Come se non bastasse, José Oscar sta ultimando la tesi dottorale. L’argomento? L’impatto del processo di pace delle Farc sulla povertà multidimensionale in Colombia. «La mia ipotesi – spiega – è poter spiegare a quanti dubitano della pace che una delle principali variabili per ridurre la povertà rurale è la de-escalation del conflitto».

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