Semeraro: «Sette nuovi santi che ci insegnano ad abbracciare i poveri»

di Giacomo Gambassi (Città del Vaticano)
Da Bartolo Longo al medico dei poveri, ecco chi sono uomini e donne al centro delle canonizzazioni di oggi in piazza San Pietro con papa Leone XIV. Il cardinale prefetto delle Cause dei santi: «Nei bisognosi hanno visto il volto di Cristo»
October 19, 2025
Semeraro: «Sette nuovi santi che ci insegnano ad abbracciare i poveri»
Sulla facciata della Basilica di San Pietro gli arazzi con i volti dei sette nuovi santi che vengono canonizzati da Leone XIV in occasione della Giornata missionaria mondiale
Gli arazzi con i ritratti dei nuovi santi compaiono già da qualche giorno sulla facciata della Basilica Vaticana. Sette in tutto: donne e uomini di quattro continenti che questa mattina saranno canonizzati da Leone XIV durante la Messa che presiederà in piazza San Pietro. Dalle finestre del Dicastero delle cause del santi, appena oltre il colonnato di Bernini, il cardinale prefetto Marcello Semeraro li osserva. «Sono santi che ci chiamano a guardare agli ultimi, a vedere nei poveri il volto di Cristo, a mettere i più fragili al centro della nostra attenzione. Perché sono loro a ricondurci all’essenziale della fede, come ha ricordato papa Leone nell’esortazione apostolica Dilexi te», spiega ad Avvenire il porporato. Santi della carità da vivere e da declinare nel quotidiano. Carità che «non è un percorso opzionale ma il criterio del vero culto, dico prendendo ancora a prestito dall’esortazione apostolica le parole del Pontefice», aggiunge Semeraro.
Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi / SICILIANI
Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi / SICILIANI
Sarà lui a “presentare” all’inizio della celebrazione le figure da proclamare sante. Tre gli italiani: il salentino Bartolo Longo (1841-1926), fondatore del santuario di Pompei che lega il suo nome alla Vergine del Rosario ma anche alla cura dei bisognosi; la veronese Vincenza Maria Poloni (1802-1855), fondatrice dell’Istituto delle Sorelle della Misericordia, che ha basato il suo apostolato su anziani, malati e piccoli; la bresciana Maria Troncatti (1883-1969), religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che è stata missionaria in Ecuador e nella foresta amazzonica dove veniva chiamata “Madrecita”. Poi gli altri quattro che arrivano da America, Oceania e Asia: la religiosa venezuelana Carmen Rendíles Martínez (1903-1977), fondatrice delle Serve di Gesù, che «apriva il cuore» agli ultimi e poi ai sacerdoti; il medico dei poveri José Gregorio Hernández Cisneros (1864-1919), anche lui venezuelano, appartenente al Terz’ordine francescano, che ha incentrato la sua professione sugli indigenti; il catechista della Papua Nuova Guinea, Peter To Rot (1912-1945), arrestato per la sua lotta alla poligamia e ucciso con un’iniezione letale; e l’arcivescovo armeno Ignazio Choukrallah Maloyan (1869-1915), martire nello sterminio del suo popolo.
La data scelta per il rito è quella della Giornata missionaria mondiale, secondo un’usanza che il nuovo Pontefice ha confermato. «Sono canonizzazioni maturate fra il 2024 e il 2025, che abbracciano il mondo - afferma il cardinale Semeraro -. E dicono che tutti siamo invitati a essere missionari nelle proprie terre, senza naturalmente dimenticare gli angoli del pianeta più lontani e difficili. Certo, come ha osservato Leone XIV, è cambiato il concetto di missione negli ultimi tempi: non si tratta tanto di partire, quanto invece di restare per annunciare Cristo nelle realtà in cui siamo immersi. Non solo. Oggi sono gli uomini e le donne del sud del mondo che vengono a evangelizzarci: menziono, ad esempio, l’apporto sempre più significativo che anche nelle parrocchie italiane giunge da sacerdoti e religiose di altri continenti».
Eminenza, i nuovi santi ricordano che esiste un vincolo inseparabile tra il Vangelo e i poveri. C’è bisogno di un nuovo slancio?
Sicuramente. Pensiamo a Bartolo Longo. Convertito, dopo essere stato affascinato anche dallo spiritismo, è senza dubbio il grande propulsore del culto della Vergine del Rosario, ma anche un samaritano degli orfani di guerra e dei figli dei carcerati. Un’azione capace di tradurre la devozione mariana in opere di misericordia che continua ancora oggi. Se Longo si è speso per i bambini e gli indifesi, adesso le sue intuizioni hanno aperto le porte all’assistenza per minori, immigrati, famiglie e persone con disabilità. Lo testimoniano le case-famiglie o i poli d’accoglienza voluti intorno al santuario di Pompei. Poi cito Maria Vincenza Poloni, apostola della carità accanto ad anziani, malati e bisognosi che definiva i «nostri padroni» e che Leone XIV indica nella Dilexi te fra i volti dei poveri. E Maria Troncatti, una vita a servizio dell’evangelizzazione e della promozione umano-sociale nella selva amazzonica dell’Ecuador dove aveva costruito anche un ospedale ma dove la sua missione era stata incendiata perché “disturbava”. O ancora il venezuelano Cisneros: un medico morto di domenica in un incidente mentre portava i farmaci a un infermo. In questo ci leggo ciò che affermava san Vincenzo de’ Paoli: se stai pregando e un povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui perché il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci. Comunque in questo ambito c’è una continuità fra papa Francesco e Leone XIV, seppur con stili ed esperienze personali diverse.
Le nuove canonizzazioni raccontano anche di una santità laicale.
Vorrei porre l’attenzione su quello che sarà il primo santo dalla Papua Nuova Guinea: Peter To Rot. Padre di famiglia e catechista, passava tutto il tempo a visitare i malati, battezzare i ragazzi, pregare con le comunità, distribuire la Comunione. È stato ucciso per il suo impegno e per la difesa del matrimonio. Si tratta davvero di un esempio di laico che fa del Vangelo il suo tutto. Del resto è bene tenere presente ciò che sosteneva il cardinale John Henry Newman, prossimo Dottore della Chiesa, quando chiedeva ai vescovi di consultare i fedeli laici prima di esprimersi, anche in materia di dottrina. Proprio in questo periodo stiamo lavorando al Dicastero sulla causa di Alcide De Gasperi, dopo la conclusione della fase diocesana: la Chiesa e il mondo intero hanno necessità di modelli di impegno per il bene comune come lui. Ma penso sia importante anche promuovere la santità coniugale: figure come i genitori di Teresina di Lisieux, Luigi e Zelia Martin, proclamati santi nel 2015, o i coniugi Beltrame Quattrocchi, Luigi e Maria, beati dal 2001, fanno risaltare ancora di più la bellezza del sacramento del matrimonio.
Fra i nuovi santi c’è anche il vescovo di Mardin degli armeni.
È stato fucilato insieme con molti altri correligionari per essersi rifiutato di abbracciare un’altra fede: l’islam. Come evidenziava Benedetto XVI, oggi il martirio è più difficile da riconoscere; ma ciò non significa che siano venuti meno i martiri in nome del Vangelo. Anzi, le persecuzioni si fanno più preoccupanti e subdole.
Due dei nuovi santi, Longo e il medico Cisneros, sono stati “esonerati” dal miracolo: è bastata la loro vasta fama di santità diffusa nel mondo.
Un miracolo attribuito alla loro intercessione è già stato comunque accertato per la beatificazione. Parlando di Cisneros assistiamo a una venerazione molto estesa, cominciando dal suo Paese: me lo ha appena ribadito il nuovo arcivescovo di Caracas. Tutto ciò vale anche per Longo. La sua Positio molto voluminosa attesta una devozione senza confini: in particolare dovuta alla Beata Vergine del Rosario che Longo ha contribuito a far conoscere non solo all’Italia ma nei cinque continenti.
Secondo rito di canonizzazione per Leone XIV dall’inizio del pontificato. E secondo rito durante l’Anno Santo, dopo quello per Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis a settembre.
Direi che le canonizzazioni dei due giovani italiani erano e restano pensate per il Giubileo. Entrambi mostrano quanto rimarcava Romano Guardini: la Chiesa deve essere attenta non soltanto alle diverse categorie, ma all’intera vita della persona. Frassati e Acutis ci testimoniano che sia nella giovinezza, sia nell’adolescenza si può vivere la santità: nonostante le crisi, le difficoltà, i dubbi. Un messaggio di fiducia e speranza da far conoscere alle nuove generazioni.

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