Il Papa, l'appello per la pace. Come è iniziata la “vacanza” a Castel Gandolfo
Il richiamo al dialogo all’Angelus di domenica. Nel pomeriggio il trasferimento fuori Roma per l'inizio del soggiorno estivo. Il direttore della Sala Stampa: proseguirà le sue attività

Domenica, così come il primo giorno da Papa, Leone XIV torna a invocare la pace. «La pace è un desiderio di tutti i popoli ed è un grido doloroso di quelli straziati dalla guerra», spiega al termine dell’Angelus affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico in piazza San Pietro. Poi il nuovo appello a chi ha in mano le sorti del mondo. «Chiediamo al Signore di toccare i cuori e ispirare le menti dei governanti affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo». Non cita l’Ucraina o il Medio Oriente, come ha fatto più volte, ma sono quelli i terreni di combattimento che ha in mente, insieme alle guerre dimenticate nel sud del Mondo.
Il Pontefice, rivolgendosi ai fedeli in lingua inglese, guarda agli Stati Uniti, suo Paese natale, e invia le sue «sincere condoglianze a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, in particolare le figlie, che erano al campo estivo durante il disastro causato dall’alluvione del fiume Guadalupe in Texas», chiedendo preghiere per tutti loro.
Nella riflessione che precede la preghiera mariana Leone XIV dice “no” a un cristianesimo dell’apparenza. «La Chiesa e il mondo – sottolinea il Papa – non hanno bisogno di persone che assolvono i doveri religiosi mostrando la loro fede come un’etichetta esteriore; hanno bisogno invece di operai desiderosi di lavorare il campo della missione, di discepoli innamorati che testimoniano il Regno di Dio ovunque si trovano. Forse non mancano i “cristiani delle occasioni”, che ogni tanto danno spazio a qualche buon sentimento religioso o partecipano a qualche evento; ma pochi sono quelli pronti a lavorare ogni giorno nel campo di Dio, coltivando nel proprio cuore il seme del Vangelo per poi portarlo nella vita quotidiana, in famiglia, nei luoghi di lavoro e di studio, nei vari ambienti sociali e a chi si trova nel bisogno».

Alle parrocchie e alle diocesi il Pontefice ribadisce a chiare lettere che «non servono troppe idee teoriche su concetti pastorali; serve soprattutto pregare il padrone della messe. Al primo posto, cioè, sta la relazione col Signore, coltivare il dialogo con Lui. Allora Egli ci renderà suoi operai e ci invierà nel campo del mondo come testimoni del suo Regno». Il Papa ricorda che «la messe è molta». Però «sono pochi gli operai che vanno a lavorare nel campo seminato dal Signore e che, prima ancora, sono capaci di riconoscere, con gli occhi di Gesù, il buon grano pronto per la mietitura». Da qui il richiamo alla dimensione vocazionale. «C’è qualcosa di grande che il Signore vuole fare nella nostra vita e nella storia dell’umanità, ma pochi sono quelli che se ne accorgono, che si fermano per accogliere il dono, che lo annunciano e lo portano agli altri».

La domenica di papa Leone è segnata anche dal trasferimento a Castel Gandolfo per l’inizio della villeggiatura che durerà due settimane, fino al 20 luglio, e che avrà un’appendice di tre giorni ad agosto in occasione dell’Assunzione della Madonna. Il Papa spiega all’Angelus che si tratta di «un breve periodo di riposo» e si augura che tutti possano «trascorrere un tempo di vacanza per ritemprare il corpo e lo spirito».

Alle 17 l’arrivo nella cittadina dei Colli Albani, a trenta chilometri da Roma. In tanti lo attendono lungo le strade e davanti a Villa Barberini, la residenza dove abiterà durante il soggiorno: non il Palazzo Pontificio che papa Francesco ha aperto al pubblico, ma lo stabile seicentesco distante poche centinaia di metri ma sempre all’interno della tenuta delle Ville Pontificie che si estende per 55 ettari. Applausi e cori accompagnano il passaggio dell'auto papale. A pochi metri dall’ingresso di Villa Barberini, Leone XIV fa fermare la vettura e si dirige verso la gente. Benedice i bambini, saluta gli anziani, stringe più mani possibile.

Poi l’entrata nella Villa dove ad attenderlo ci sono suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato vaticano, il vescovo di Albano Vincenzo Viva, il direttore delle Ville Pontificie, Andrea Tamburelli, il sindaco Alberto De Angelis. In serata il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, comunica di aver avuto modo di salutare brevemente il Papa al suo arrivo: «Mi ha confermato il piacere di trovarsi a Castel Gandolfo, che è grato delle occasioni che ci saranno di poterne incontrare la gente nei prossimi giorni e allo stesso tempo di poter proseguire la sua attività in un luogo così bello».
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