mercoledì 31 gennaio 2024
È la terza nel giro di una settimana, dopo quella a Zhengzhou e a Weifang. Si tratta di vescovi nominati nel quadro dell’Accordo tra Roma e Pechino stipulato nel 2018 e rinnovato nel 2020 e nel 2022
Un'immagine della consacrazione del nuovo vescovo della prefettura apostolica di Shaowu

Un'immagine della consacrazione del nuovo vescovo della prefettura apostolica di Shaowu - www.chinacatholic.cn

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E tre. Questa mattina è arrivata la terza ordinazione episcopale in Cina. Nel giro di pochi giorni. Dopo quella del 25 gennaio a Zhengzhou (nell’Henan), dove è stato ordinato Taddeo Wang Yuesheng, il 29 è stata la volta di Antonio Sun Wenjun nella nuova diocesi di Weifang (nello Shandong) e infine oggi quella di Pietro Wu Yishun, ordinato vescovo della prefettura apostolica di Shaowu (Minbei, nel Fujian).

L’annuncio di tutte e tre le consacrazioni è stato dato nel Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede con tanto di pubblicazione nella rubrica ufficiale Nostre Informazioni dell’Osservatore Romano. Si tratta di vescovi nominati nel quadro dell’Accordo provvisorio tra la Cina e la Santa Sede sulla nomina dei vescovi stipulato nel 2018 e rinnovato nel 2020 e nel 2022. Il prossimo ottobre è previsto un ulteriore rinnovo che potrà essere biennale, come i precedenti, o permanente, e che potrà, eventualmente, registrare dei cambiamenti. Finora il testo dell’Accordo è rimasto secretato.

Negli anni passati le nomine episcopali erano arrivate con il contagocce: due nel 2019 (a Jining e ad Hanzhong), due nel 2020 (a Qingdao e a Linfen/Hongdong), e due nel 2021 (a Pingliang e a Wuhan/Hankou). Sei in tutto. A cui si aggiungono le ufficializzazioni di alcuni vescovi che erano riconosciuti dalla Santa Sede ma non dal governo (a Nanyang nel 2019, a Fuzhou e a Shuozhou nel 2020) e di altri, nel 2020, che per diverse ragioni non avevano preso ufficialmente possesso della diocesi (a Hanzhong, a Fengxiang e a Ningbo).

Un momento di crisi tra Roma e Pechino è arrivato a novembre 2021 quando un vescovo è stato unilateralmente nominato dal governo ausiliare di una diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede. In quella occasione dal Vaticano si è alzata una nota di protesta. Altro momento di crisi nell’aprile 2023 quando, anche questa volta unilateralmente , il vescovo Giuseppe Shen Bin è stato insediato come nuovo vescovo di Shanghai, una delle diocesi più importanti della Cina. Il luglio successivo tuttavia, questa situazione è stata sanata con la designazione ufficiale del Papa. In quella occasione per la prima volta la nomina è stata pubblicata ufficialmente sul Bollettino e sull’Osservatore Romano.

Ora con tre consacrazioni in una settimana i tempi sembrano accelerare. Due giorni fa il quotidiano cattolico francese La Croix ha reso noto che lo scorso novembre una delegazione vaticana si è recata a Pechino. Forse questa accelerazione è anche il frutto di questa visita riservata. Sta di fatto che il Bollettino vaticano ha informato che la nomina papale del vescovo di Zhengzhou e quella del vescovo di Shaowu risalgono al 16 dicembre scorso, mentre quella del vescovo di Weifang è del 20 aprile 2023. Il sito cinese chinacatholic.cn da parte sua non ha dichiarato la data delle nomine pontificie ma quella dell’elezione locale dei vescovi e cioè il 18 gennaio 2022 per Shaowu, il 22 marzo 2022 per Zhengzhou e il 26 agosto 2022 per Weifang. In pratica l’approvazione pontificia è arrivata otto mesi dopo per Weifang, 21 mesi dopo per Zhengzhou e quasi due anni dopo per Shaowu.

Il caso di Weifeng è significativo perché la Santa Sede ha eretto una diocesi nuova rispetto alla suddivisione vigente che risale ai tempi di Pio XII (cosa non avvenuta per la nomina nella prefettura di Shaowu, che il governo riconosce come diocesi dei Minbei). Una delle questioni che il dialogo Cina-Vaticano deve affrontare è quello della normalizzazione della geografia ecclesiale cinese. Per la Santa Sede infatti le circoscrizioni ecclesiastiche sono circa 150 mentre per il governo sono meno di cento. Pechino oltretutto non riconosce la distinzione tra arcidiocesi e diocesi, mentre la Santa Sede la mantiene. Infatti nella Nota della Sala Stampa che informa dell'erezione della nuova diocesi di Weifang, si specifica che è suffraganea dell'arcidiocesi di Jinan.


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