venerdì 19 aprile 2019
Il Venerdì Santo è il giorno che porta in sé tutta la sofferenza del mondo. Un buio assoluto che si capisce solo alla luce della Risurrezione. Come traspare nelle pagine di padre David Maria Turoldo.
Marc Chagall, "Crocifissione bianca"

Marc Chagall, "Crocifissione bianca"

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Venerdì Santo è il giorno dei grandi interrogativi: perché il male, perché il dolore innocente, perché la sofferenza? Domande che trovano risposta nella Croce solo se la si guarda nella prospettiva della Risurrezione. Se il Venerdì Santo è già illuminato dalla Pasqua.

Turoldo e il vuoto del Venerdì Santo

Sono le inquietudini che hanno segnato il percorso, il cammino spirituale, culturale, umano di padre David Maria Turoldo (1916-1992), presbitero, teologo, filosofo e poeta che arriva a scrivere:

«No, credere a Pasqua non è
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al Venerdì Santo
quando Tu non c’eri
lassù.
Quando non una eco
risponde
al suo grido
e a stento il Nulla
dà forma
alla Tua assenza».

Mettere in fuga la morte

Ma proprio la croce è il luogo in cui si manifesta in modo più tragicamente chiaro l’amore di Dio per l’uomo. Cristo infatti è venuto nel mondo per vincere la morte. Ancora Turoldo.

«Tu sei venuto tra noi
per mettere in fuga la morte
per snidare e uccidere la morte.
Anche a Te la morte fa male
per questo sei amico
di ognuno segnato dal male
e ogni male
Tu vuoi condividere».

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