domenica 11 dicembre 2022
A Sotto il Monte, la città di Giovanni XXIII, l’incontro tra 200 ragazzi e i loro pastori, nuova tappa di un cammino che dopo la fase regionale ora approda nelle diocesi
Un gruppo di ragazzi assieme al vescovo di Mantova monsignor Gianmarco Busca ieri a Sotto il Monte

Un gruppo di ragazzi assieme al vescovo di Mantova monsignor Gianmarco Busca ieri a Sotto il Monte - Chiara Vitali

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inviato a Sotto il Monte ( Bergamo) Giovani e vescovi di Lombardia: il cammino condiviso continua. Per «un dialogo sinodale che porta frutto ». Per trovare, insieme, vie nuove all’annuncio del Vangelo. E portare questo cammino, vissuto fin qui a livello regionale, nelle singole diocesi e nelle comunità locali. Non si tratta di fare operazioni di marketing per inseguire i giovani d’oggi e offrire loro una “Chiesa alla moda”. Ma – nella fedeltà al Vangelo e al magistero – di promuovere un’esperienza di condivisione e discernimento in merito all’esperienza di fede, che sappia rinnovare il volto della Chiesa. Giovani e vescovi insieme, nella condivisa assunzione di responsabilità credente.

È la sfida lanciata da Sotto il Monte (Bergamo) dove ieri si sono raccolti, con i vescovi della regione, i duecento giovani giunti da tutte le diocesi che il 6 novembre 2021 si erano riuniti nel Duomo di Milano con tutti i presuli lombardi per confrontarsi, attorno a 14 “tavoli”, su cinque grandi aree tematiche, ciascuna di esse legata a dimensioni fondamentali del vivere – vocazione e lavoro; riti; affetti, vita e dono di sé; ecologia; intercultura. Dopo quell’incontro, nei mesi successivi, il dialogo sinodale fra i giovani e i vescovi è proseguito in cinque commissioni (una per ogni “sentiero tematico”), fino ad arrivare all’incontro di ieri. Che apre alla fase diocesana del cammino (anch’essa articolata nelle cinque aree tematiche).

E, soprattutto, rilancia una domanda nuova, e decisiva: non più “cosa ne pensi? cosa proponi?”, ma “come ce ne prendiamo carico insieme, giovani e vescovi?”. Ecco, allora, nella città di papa Giovanni XXIII, a sessant’anni dall’apertura del Concilio, il convenire di quei duecento giovani e dei vescovi, assieme agli uffici diocesani di pastorale giovanile e ad altre realtà impegnate in questo ambito, convocati per la restituzione del cammino regionale e – come detto – il lancio della fase diocesana. “I vostri giovani avranno visioni, i vostri anziani faranno sogni” è il passo degli Atti degli Apostoli (2,17) che ha fatto da titolo all’incontro svoltosi nel Teatro Giovanni XXIII. Grazie al cammino fatto fin qui, «i vescovi hanno riscoperto i giovani e i giovani hanno scoperto i loro vescovi, è stato un incontro di persone che dialogano con libertà e nella stima reciproca e che ora vogliamo continuare», ha sottolineato in apertura don Stefano Guidi, incaricato regionale di Pastorale giovanile.

«Abbiamo la responsabilità di presentare un volto di Chiesa e di annunciare una parola di Vangelo che possa aiutare i giovani che incontriamo e quelli che andremo a cercare a riconoscere la speranza suscitata dalla promessa affidabile», ha affermato l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel saluto introduttivo, ricordando come «il nome cristiano della giovinezza e della vita è vocazione». Nel segno della libertà e della schiettezza il dialogo (moderato da Federica Crotti) fra Elisa Ghisetti, della diocesi di Crema, e il vescovo di Vigevano Maurizio Gervasoni, delegato regionale per la Pastorale giovanile: con la giovane a stigmatizzare il paternalismo e il maschilismo che ancora segnano l’esperienza ecclesiale, e a rilanciare la richiesta di un camminare insieme, giovani e vescovi, fianco a fianco senza paura, con fiducia e umiltà. E con il presule a mettere a fuoco gli aspetti pastorali, missionari e spirituali del cammino che ora si avvia nelle diocesi («sullo sfondo – ha detto – ci sia sempre il desiderio di innescare una risposta di amore a Gesù»).

Al cuore della mattinata, l’articolata riflessione di don Paolo Carrara, teologo pastorale della diocesi di Bergamo, a fare sintesi di quanto emerso da quest’anno di cammino, incluse le critiche e i desideri dei giovani verso la Chiesa (una Chiesa ancora troppo clericale, moralista, elusiva su temi chiave della vita d’oggi, segnata dall’individualismo, mentre si auspica una Chiesa “casa” accogliente, luogo di relazioni vere, fraterne, dove cercare e costruire insieme il “Regno che viene”).

Ultimo atto – al Santuario, nel pomeriggio – di questa intensa giornata: la preghiera per la pace guidata dal vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni – che ha rilanciato ai giovani l’invito a essere «persone dall’animo pacificato» per essere promotori di pace nel mondo e saper costruire, assieme ai vescovi, «una Chiesa casa della pace, della solidarietà, del perdono». Un impegno che i giovani hanno tradotto in preghiere e messaggi, scritti su piccole calamite posate sulle colonne di ferro che circondano il Giardino della Pace.

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