sabato 2 aprile 2016
Suor Maria Faustina Kowalska e la Divina Misericordia
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È legato a una donna, una suora polacca, il culto spirituale della divina misericordia, rilanciato da papa Wojtyla, e per il quale papa Bergoglio ha voluto una veglia di preghiera.    Maria Faustina Kowalska, - nata nel 1938 e proclamata santa il 30 aprile 2000 da Giovanni Paolo II - ricevette rivelazioni e visioni, le stigmate, il dono dell'ubiquità e della profezia, il suo Diario spirituale è oggi tradotto in 10 lingue. Nacque nel 1905 nel villaggio di Glogowiec, terza di 10 figli, fin dall'infanzia disse di aver sentito la vocazione religiosa, ma solo a 20 anni, dopo essersi procurata lavorando come domestica la dote e il corredo che a quei tempi erano necessarie per l'ingresso in un monastero, poté entrare nel convento delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, a Varsavia. Cominciarono così rivelazioni e visioni di Cristo, e il mandato di diffondere il culto per un attributo di Dio, la misericordia, da celebrare ogni anno la prima domenica dopo Pasqua. Nel 1935 il suo confessore, padre Michele Soposcko, le consigliò di annotare in un diario visioni ed esperienze soprannaturali. Gravemente malata di tubercolosi, suor Faustina Kowalska morì in fama di santità tre anni dopo, nel 1938, a 33 anni. Il suo diario spirituale, "La misericordia divina nella mia anima", per anni circolò clandestinamente, senza alcuna edizione ufficiale, mal tradotto e in alcuni casi manomesso. In assenza di un pronunciamento del Vaticano sull'autenticità delle visioni della suora e in attesa che si facesse chiarezza, il culto della divina misericordia da lei ispirato dal 1958 venne proibito dalla Congregazione per la dottrina della Fede. Il "nulla osta" al culto e alla causa di beatificazione della donna arrivarono solo nel 1979, con l'ascesa al soglio pontificio di Karol Wojtyla che negli anni '40, giovane operaio, sulla strada per la fabbrica della Solvay si fermava a pregare al monastero della suora a Cracovia, dove sono custodite le sue spoglie e venerata l'immagine del Cristo da lei fatta dipingere. Per canonizzarla Giovanni Paolo II accolse il parere dei medici che certificarono la guarigione, inspiegabile dalla scienza, quindi miracolosa per la Chiesa, da una grave patologia cardiaca di un sacerdote americano di origine polacca, Ronald Pittel, guarigione avvenuta nel 1995.
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