venerdì 19 novembre 2021
Per 40 anni vicario generale fu anche il primo direttore della Caritas diocesana
Monsignor Francesco Guccione, seduto, durante la Messa per i suoi 100 anni

Monsignor Francesco Guccione, seduto, durante la Messa per i suoi 100 anni - Diocesi di Noto

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Grande commozione ha suscitato, stamane, la notizia del ritorno alla casa del padre di monsignor Francesco Guccione, ex vicario generale della Diocesi di Noto. Modicano di nascita, aveva da poco compiuto 101 anni e ben 77 di sacerdozio: è stato prima padre spirituale del Seminario, poi rettore e per 40 anni Vicario generale, servendo con fedeltà, abnegazione e umiltà i Vescovi che si sono succeduti, con attenta obbedienza al magistero del Papa e del Vescovo.

È stato anche il primo direttore della Caritas diocesana, delegato vescovile per la vita consacrata e uno dei moderatori del Sinodo diocesano.

Sacerdote mite e buono, ha fatto suoi i sentimenti di Cristo Gesù, lasciandosi abitare dal “pensiero di Dio”, frequentando assiduamente e familiarmente le Sacre Scritture. Presbitero di profonda pietà, solida preparazione teologica e spirituale, ardente carità per essere sacerdote di tutti, umile e docile nell'obbedienza alla Sacra Scrittura e alla Chiesa, innamorato dell'Eucaristia, centro della sua vita e sorgente del suo lungo ministero sacerdotale, uomo di preghiera e di adorazione.

Come primo direttore della Caritas riservò una particolare cura alla carità concreta, discreta e sollecita, con un'attenzione alla dimensione pedagogica custodita dalla nostra Caritas. “Presbitero di profonda pietà, solida preparazione teologica e spirituale, ardente carità per essere sacerdote di tutti, umile e docile nell'obbedienza alla Sacra Scrittura e alla Chiesa, innamorato dell'Eucaristia, centro della sua vita e sorgente del suo lungo ministero sacerdotale, uomo di preghiera e di adorazione”: così viene descritto nel messaggio con il quale oggi la Diocesi di Noto ha dato notizia della sua dipartita. Vera memoria storica, avendo vissuto in prima persona gli eventi del Concilio, alimentava la sua fede attingendo all’Eucaristia.

Costantemente in preghiera davanti al tabernacolo nutriva anche una profonda devozione a Maria. E’ importante ricordare due forti convinzioni che ripeteva spesso a chi andava a trovarlo: “Siamo come pennelli nelle mani dell’artista. Senza Dio non possiamo fare nulla”, “La vita cristiana è gioia, sempre e malgrado tutto, perché Dio ha cura di noi”. La comunità intera, pur rattristata dalla sua scomparsa, ringrazia il Signore per il dono immenso che è stato il suo ministero sacerdotale.





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