sabato 17 giugno 2023
L’urna sarà nella sua terra dal 6 al al 15 ottobre. Prima tappa sarà la Cattedrale di Treviso, da dove il 7 raggiungerà Riese, il paese natale. Sarto venne eletto Pontefice 120 anni fa
San Pio X

San Pio X - Vatican Media

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«Papa Pio X? È veramente uno dei nostri» sorride, rassicurante, il vescovo di Treviso Michele Tomasi. «Sono passati 120 dalla sua elezione al soglio pontificio, ma qui, nella sua terra, c’è ancora molta devozione. E lui, il nostro santo Papa, ha ancora tanto da insegnarci, perché è stato Papa pastore, Papa parroco, Papa riformatore. Ha mosso molto nella Chiesa perché ha voluto che il Vangelo arrivasse davvero a tutti, dai bambini agli anziani. Si è impegnato per la pace e per le popolazioni indigene in Amazzonia».

Un antesignano, insomma. Treviso e Riese Pio X, il paese natale di Giuseppe Sarto, si preparano alla «Peregrinatio corporis» dal 6 al 15 ottobre 2023. L’evento, anzitutto spirituale e pastorale, ma anche culturale, è stata presentato nei giorni scorsi dal vescovo Tomasi, dal vicario generale monsignor Mauro Motterlini e il sindaco di Riese Pio X e presidente della Fondazione Sarto, Matteo Guidolin, presenti numerose autorità. Il primo grazie a papa Francesco «per averci fatto questo grande dono».

«D’altra parte – ha precisato il vescovo Tomasi – sappiamo quanta consonanza pastorale ci sia tra i due Papi. Seppur in contesti completamente cambiati». E gratitudine anche per l’arciprete della Basilica Vaticana, cardinale Mauro Gambetti, che si è dimostrato altrettanto disponibile.

L’urna verrà traslata dalla Basilica di S. Pietro in Vaticano e giungerà nella chiesa cattedrale di Treviso nel pomeriggio del 6 ottobre, dove rimarrà fino al pomeriggio di sabato 7. Successivamente sarà accolta prima nella chiesa arcipretale del paese natale, Riese Pio X, e poi nel santuario della Madonna delle Cendrole, tanto caro a Giuseppe Sarto, dove rimarrà fino a domenica 15.

Molti gli eventi e le iniziative pastorali, grazie ai quali i fedeli potranno venerare e approfondire la figura del santo papa trevigiano. Tanti trevigiani e veneti ricordano, ancora con commozione , la peregrinatio del 1959 a Venezia, segnata da una devozione popolare quasi inattesa.

Tomasi ha ricordato come già in quella circostanza Giovanni XXIII, parlando dei grandi lasciti di papa Pio X alla storia e alla vita della Chiesa, lo presentasse come un «maestro e pastore universale» la cui «opera riformatrice a molti livelli testimonia di una Chiesa che, per essere fedele al suo mandato di sempre di annunciare il Vangelo a tutte le genti deve continuamente rinnovare i modi e le espressioni della sua testimonianza, affinché possa essere all’altezza dei tempi e delle loro sfide».

Proprio in quel suo essere stato «un povero parroco delle terre venete», ha detto il vescovo citando sempre papa Roncalli, «sta una delle radici forti e buone che hanno sostenuto il suo impegno di guida della Chiesa universale». Le radici, d’altra parte, contano, eccome. «Questa è una terra buona, di fede profonda, che anche nella grande povertà ha saputo praticare e insegnare al mondo il valore della solidarietà e la pace. Quella pace che Pio X ha invocato pienamente allo scoppio della prima guerra mondiale. E, non lo si dimentichi, lui non ha benedetto le armi degli imperi, ma solo la pace. Come, appunto, papa Francesco».

Sarà dunque l’occasione - la peregrinatio ai piedi del Monte Grappa, la montagna simbolo della tragedia della guerra – di una rinnovata preghiera per la pace in Ucraina. «Non smettiamo di pregare affinché si possano costruire le fondamenta per una pace giusta, e per una giustizia che diventi davvero il faro per tutte le genti» ha insistito Tomasi. Presentando il programma, il vicario generale Motterlini ha ricordato in modo particolare il centenario dell’ufficio catechistico diocesano, che sarà celebrato in modo solenne il 7 ottobre, con la celebrazione del mandato a tutti i catechisti diocesani, «di fronte» a san Pio X, il «Papa del catechismo».

«La cittadinanza sta attendendo da tempo con trepidazione questo evento - ha sottolineato Matteo Guidolin, presidente della Fondazione Giuseppe Sarto, nonché sindaco di Riese Pio X -. Accogliere il nostro santo nel paese che gli diede i natali è una grande emozione per tutti. Pio X è non solo il santo che dà il nome al nostro Comune, ma un punto di riferimento spirituale molto forte, per noi e per tanti fedeli e città in tutto il mondo».

Per conoscere meglio la figura di Pio X rimandiamo a un articolo su VaticanNews - CLICCA QUI




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