mercoledì 9 dicembre 2020
Cosa prescrive il decreto della Penitenzieria Apostolica, che accompagna la Lettera apostolica «Patris corde» di papa Francesco
Georges de La Tour, San Giuseppe falegname con Gesù Bambino (1642 ca.), olio su tela, particolare

Georges de La Tour, San Giuseppe falegname con Gesù Bambino (1642 ca.), olio su tela, particolare - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Un Anno tutto dedicato a san Giuseppe durante il quale «ogni fedele sul suo esempio possa rafforzare quotidianamente la propria vita di fede nel pieno compimento della volontà di Dio». E il decreto della Penitenzieria Apostolica - che accompagna la Lettera apostolica «Patris corde» - illustra come i fedeli potranno ottenere l’indulgenza plenaria, concessa in questa occasione.

Per ottenere l’indulgenza plenaria, ricorda il decreto, servono la confessione sacramentale, la comunione eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Papa.

La Penitenzieria Apostolica sottolinea che la concessione dell’indulgenza vale anche per i fedeli, che con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, parteciperanno all’Anno di San Giuseppe nelle occasioni e nelle modalità indicate.

Indulgenza che «nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, è particolarmente estesa agli anziani, ai malati, agli agonizzanti e a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati ad uscire di casa, i quali - con l’intenzione di adempiere le tre solite condizioni - nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, reciteranno un atto di pietà in onore di san Giuseppe, conforto dei malati e patrono della buona morte, offrendo con fiducia a Dio i dolori e i disagi della propria vita».

Anche chi «affiderà quotidianamente la propria attività alla protezione di san Giuseppe e ogni fedele che invocherà con preghiere l’intercessione dell’Artigiano di Nazaret, affinché chi è in cerca di lavoro possa trovare un’occupazione e il lavoro di tutti sia più dignitoso», potranno ottenere l’indulgenza.

Così come «quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una giornata che preveda una meditazione su san Giuseppe».

Anche pregare per «la Chiesa perseguitata ad intra e ad extra e per il sollievo di tutti i cristiani che patiscono ogni forma di persecuzione», utilizzando le «Litanie a san Giuseppe» o l’«Akathistos a San Giuseppe», permetterà di ottenere l’indulgenza, così come per coloro che «reciteranno qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di San Giuseppe» in particolare il 19 marzo, il 1° maggio, nella Festa della Santa Famiglia, nella Domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del santo».

Importante diventa anche la recita del Rosario nelle famiglie e tra fidanzati, che il decreto della Penitenzieria indica come condizione valida per ottenere l’indulgenza, così come «il compiere sull’esempio di san Giuseppe, un’opera di misericordia corporale o spirituale».



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: